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Home » Lifestyle » Trasformare la diversità in un’opportunità: la lezione agli adolescenti nel libro fantasy “Il Primo Drago”

Trasformare la diversità in un’opportunità: la lezione agli adolescenti nel libro fantasy “Il Primo Drago”

L’autore è il 17enne Filippo Marangoni: “Un viaggio dentro se stessi per capire che le differenze non sono un punto debole bensì una risorsa"

Maurizio Costanzo
2 Ottobre 2022
Filippo Marangoni è il giovane autore del fantasy "Il Primo Drago. Una nuova vita" (Instagram)

Filippo Marangoni è il giovane autore del fantasy "Il Primo Drago. Una nuova vita" (Instagram)

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“Il Primo Drago” è un romanzo che racconta di un ragazzo, che oltre ad avere i conflitti interiori tipici dell’adolescenza, scopre quanto una sua differenza lo renda così forte da essere la chiave per una nuova vita. Tutto si basa su un viaggio inteso come conoscenza di sé e delle proprie diversità. “Spesso ci si giudica da soli senza conoscersi. E allora prima conosciamoci e poi giudichiamoci, perché non si può giudicare qualcosa che non si conosce. Solo così ci si rende davvero conto di quanto le differenze, quelle che noi credevamo un punto debole, in realtà possano cambiare la vita anche in meglio. Bisogna conoscersi e compiere questo viaggio di conoscenza che altro non è che la vita”. Così Filippo Marangoni, 17 anni, originario di Legnago, autore del romanzo fantasy “Il Primo Drago. Una nuova vita” (edito da Gruppo Albatros Il Filo) in cui il protagonista, Fin White, pagina dopo pagina, va incontro a tutta una serie di avventure e di incontri magici e fantastici, alla scoperta di se stesso.

Il giovane scrittore Filippo Marangoni
Il giovane scrittore Filippo Marangoni

Filippo, come nasce l’idea di scrivere un romanzo fantasy?

“Ho sempre desiderato scrivere un libro, semplicemente perché mi ispirava. Tutto è cominciato quando ero in terza media: la professoressa di italiano ci diede come compito quello di scrivere un testo horror, partendo da un incipit. L’idea mi piacque talmente tanto che cominciai a scrivere qualcosa, che però non ebbe seguito, ma che ora ho inserito al capitolo 17 dell’attuale romanzo. Trascorse un anno e mezzo da allora, finché un giorno, alla fine della prima superiore, mentre stavo guardando una serie tv, notai un’attrice, Millie Bobby Brown. Siccome sono un appassionato di cinema e mi piace andare a scavare nella vita di attori e attrici, ho scoperto che era nata nel 2004, aveva un anno in più di me, ma aveva fatto così tante cose, mentre io me ne stavo seduto sul divano a lamentarmi di ogni cosa. Così decisi di realizzare il sogno di quel libro e di riprenderlo a scrivere. Ovviamente, crescendo e proseguendo gli studi, mi sono fatto delle mie idee su determinati temi: scrivere non era più solo ispirazione o voglia di ammazzare la noia, ma intendevo comunicare qualcosa”.

 

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Di cosa parla il romanzo?

“Racconta di un adolescente, Fin White, diverso da tutti gli altri. I suoi occhi infatti cambiano colore in base alle emozioni che prova. Questa sua caratteristica è in realtà il segno esteriore di un’altra sua identità, che inizia a scoprire il giorno del suo sedicesimo compleanno, quando viene catapultato nel mondo Fantasy. La caratteristica di questi occhi è che secernano il potere del Primo Drago. Qui ha inizio una nuova vita per Fin, che in primis si trova di fronte terrificanti verità sulla sua famiglia, che lo porteranno a compiere un viaggio, assieme a Wando, attraverso la Terra di Centro verso il regno dei Draghi, dove sperano di trovare il Lux, un alleato per l’incombente guerra”.

Quali tematiche sviluppa nel libro?

“Quella del viaggio, tra inediti scenari e nuove creature magiche che ho provato a inventarmi. Nella parte finale tratto prevalentemente i temi del sogno (attraverso un dialogo/monologo), quello del potere (a cui ho dedicato un monologo di stampo filosofico) e sullo sfondo quello del futuro in generale. Il filo conduttore resta però la metafora del viaggio: quello che compie Fin in realtà è un viaggio di conoscenza di sé e delle proprie diversità, che chiunque prima o poi deve compiere. Un viaggio di questo tipo non è altro che il viaggio della vita, che Fin comincia a compiere in questo primo libro”.

Filippo Marangoni con il suo libro "Il Primo Drago. Una nuova vita"
Filippo Marangoni con il suo libro “Il Primo Drago. Una nuova vita”

A chi si rivolge questo romanzo: ai giovanissimi e agli appassionati del fantasy in primo luogo?

“Chiunque può trovare motivo di disquisizione, perché si parla di temi quali il potere e il sogno che offrono tanti spunti di riflessione e discussione. La tematica del viaggio poi è universale”.

I suoi scrittori di riferimento?

“Ho sempre gustato appieno il fatto di sognare attraverso i libri fantasy, che permettono di catapultarti in un altro mondo. Sicuramente la mia scrittrice di riferimento è J.K. Rowling. Stavo guardando un film tratto da un suo romanzo, non ricordo se ‘Harry Potter e il calice di fuoco’ o ‘Harry Potter e la pietra filosofale’, quando mi sono chiesto: come deve essere far sognare le persone? Non posso poi non nominare J. R. R. Tolkien che ha gettato le basi del genere fantasy. Ovviamente non disprezzo saggi e classici”.

Questo è il suo primo romanzo, trovare un editore è stato complicato?

“Io e i miei genitori eravamo inesperti in questo campo, perciò abbiamo fatto diverse telefonate per capire come funzionasse questo mondo. Non è stato né facile né difficile: bisogna informarsi e cercare”.

La cover di "Il Primo Drago. Una nuova vita"
La cover di “Il Primo Drago. Una nuova vita”

Alle nuove generazioni che hanno un libro nel cassetto o un’idea che vorrebbero sviluppare, che cosa si sente di dire?

“Penso che tutto in fin dei conti dipenda dalla volontà, che è poi l’aspetto fondamentale. Un ragazzo può avere degli obiettivi e dei sogni, ma se non ha la volontà, se non è il primo a crederci, non può funzionare. Mi vengono in mente le parole di Jeff Bezos quando dice: ‘Non sei tu a scegliere le tue passioni, sono loro che scelgono te’. È come nascere con un talento per qualcosa, che di per sé è un’ottima cosa, ma da solo il talento non basta: bisogna coltivarlo e crederci”.

Questa storia si conclude con l’ultima pagina?

“Niente affatto, anzi. Sto già lavorando a un secondo romanzo per quella che vuole essere una vera e propria saga. In ogni libro andrò a trattare particolari temi, e nel secondo mi piacerebbe parlare dell’istruzione e della scuola. Il mio sogno? Che i miei romanzi possano ispirare una saga cinematografica”.

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
"Il Primo Drago" è un romanzo che racconta di un ragazzo, che oltre ad avere i conflitti interiori tipici dell’adolescenza, scopre quanto una sua differenza lo renda così forte da essere la chiave per una nuova vita. Tutto si basa su un viaggio inteso come conoscenza di sé e delle proprie diversità. “Spesso ci si giudica da soli senza conoscersi. E allora prima conosciamoci e poi giudichiamoci, perché non si può giudicare qualcosa che non si conosce. Solo così ci si rende davvero conto di quanto le differenze, quelle che noi credevamo un punto debole, in realtà possano cambiare la vita anche in meglio. Bisogna conoscersi e compiere questo viaggio di conoscenza che altro non è che la vita”. Così Filippo Marangoni, 17 anni, originario di Legnago, autore del romanzo fantasy “Il Primo Drago. Una nuova vita” (edito da Gruppo Albatros Il Filo) in cui il protagonista, Fin White, pagina dopo pagina, va incontro a tutta una serie di avventure e di incontri magici e fantastici, alla scoperta di se stesso.
Il giovane scrittore Filippo Marangoni
Il giovane scrittore Filippo Marangoni
Filippo, come nasce l’idea di scrivere un romanzo fantasy? “Ho sempre desiderato scrivere un libro, semplicemente perché mi ispirava. Tutto è cominciato quando ero in terza media: la professoressa di italiano ci diede come compito quello di scrivere un testo horror, partendo da un incipit. L’idea mi piacque talmente tanto che cominciai a scrivere qualcosa, che però non ebbe seguito, ma che ora ho inserito al capitolo 17 dell’attuale romanzo. Trascorse un anno e mezzo da allora, finché un giorno, alla fine della prima superiore, mentre stavo guardando una serie tv, notai un’attrice, Millie Bobby Brown. Siccome sono un appassionato di cinema e mi piace andare a scavare nella vita di attori e attrici, ho scoperto che era nata nel 2004, aveva un anno in più di me, ma aveva fatto così tante cose, mentre io me ne stavo seduto sul divano a lamentarmi di ogni cosa. Così decisi di realizzare il sogno di quel libro e di riprenderlo a scrivere. Ovviamente, crescendo e proseguendo gli studi, mi sono fatto delle mie idee su determinati temi: scrivere non era più solo ispirazione o voglia di ammazzare la noia, ma intendevo comunicare qualcosa”.
 
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  Di cosa parla il romanzo? “Racconta di un adolescente, Fin White, diverso da tutti gli altri. I suoi occhi infatti cambiano colore in base alle emozioni che prova. Questa sua caratteristica è in realtà il segno esteriore di un’altra sua identità, che inizia a scoprire il giorno del suo sedicesimo compleanno, quando viene catapultato nel mondo Fantasy. La caratteristica di questi occhi è che secernano il potere del Primo Drago. Qui ha inizio una nuova vita per Fin, che in primis si trova di fronte terrificanti verità sulla sua famiglia, che lo porteranno a compiere un viaggio, assieme a Wando, attraverso la Terra di Centro verso il regno dei Draghi, dove sperano di trovare il Lux, un alleato per l’incombente guerra”. Quali tematiche sviluppa nel libro? “Quella del viaggio, tra inediti scenari e nuove creature magiche che ho provato a inventarmi. Nella parte finale tratto prevalentemente i temi del sogno (attraverso un dialogo/monologo), quello del potere (a cui ho dedicato un monologo di stampo filosofico) e sullo sfondo quello del futuro in generale. Il filo conduttore resta però la metafora del viaggio: quello che compie Fin in realtà è un viaggio di conoscenza di sé e delle proprie diversità, che chiunque prima o poi deve compiere. Un viaggio di questo tipo non è altro che il viaggio della vita, che Fin comincia a compiere in questo primo libro”.
Filippo Marangoni con il suo libro "Il Primo Drago. Una nuova vita"
Filippo Marangoni con il suo libro "Il Primo Drago. Una nuova vita"
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La cover di "Il Primo Drago. Una nuova vita"
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