I social si stringono a Michela Murgia: "Stai dando una lezione di vita"
La scrittrice ha raccontato in un'intervista al Corriere della Sera il cancro, "una malattia gentile" e sui suoi profili sono apparsi migliaia di commenti di vicinanza, gratitudine e affetto
michela murgia
Ha un cancro al quarto stadio. Le restano pochi mesi di vita. Ma questa ultima parte della sua esistenza, Michela Murgia, la vuole affrontare a viso aperto, con dignità e senso di gratitudine.
Grazie per i vostri messaggi. Non ce la faccio a rispondere a tuttə, ma tutto ho letto e ricorderò. Grazie davvero. 💜
È una tosta, Murgia, una donna che – forse un po' anche grazie alle sue origini sarde, a quella terra brulla di muretti a secco e antiche credenze che ancora ne scandiscono l'autenticità – anche nel momento di massima vulnerabilità si fa perno saldo su cui contare. È lei stessa a spiegarci come affrontare il momento e il dopo di lei.
Per chi le sta vicino, per gli affetti, il futuro marito, i quattro "figli d'anima", la famiglia queer variopinta e anti-convenzionale, per le amicizie di sempre e quelle costruite.
"Un'autobiografia da venire"
"L'amicizia, anche quando vede meno – ma io non credo, l'amicizia è per i coraggiosi, quelli che non hanno bisogno di ruoli e nomi, per gli avventati, gli avventurosi, i dadaisti – vede meglio", scrive appunto un'amica, Chiara Valerio, collega scrittrice, nel bell'articolo che le dedica su Repubblica. "Così, pur riconoscendo quanto di autobiografico in queste pagine – aggiunge riferendosi al libro di Michela Murgia "Tre Ciotole", in uscita il 16 maggio –, posso affermare quanto di questa autobiografia sia ancora da venire, sia, come la letteratura è, una pura forma di immaginazione sentimentale, civile e politica".
Michela Murgia e Chiara Valerio (Instagram)
Poche righe prima, parlando del volume, Valerio scrive che questo, in sostanza, "contiene quella che, mi pare, l'unica verità indiscutibile del corpo. E cioè che il corpo muore. La morte non è una notizia, non è nemmeno una cosa solenne, è la verità di ciascuno". Una verità che Michela Murgia stessa ci racconta, nel suo scritto e con le sue coraggiose – ma forse più che altro consapevoli – parole.
L'affetto sui social per Michela Murgia
"Ricordatemi come vi pare", dice alla fine dell'intervista al Corriere della Sera. Eppure la scrittrice 50enne, nata a Cabras nel giugno del 1972 è ancora qua. E si cura. E parla. E riceve affetto tanto quanto, negli scorsi giorni, settimane, mesi e anni ha ricevuto odio. La shitstorm che diventa invece vicinanza, gratitudine, riconoscenza. Migliaia di commenti di semplici persone, lettorə, amicə, personaggi dello spettacolo, attivistə che da lei hanno preso ispirazione, nella genuinità e nella forza, nel coraggio con cui ha sempre portato avanti le sue battaglie – non quella contro il cancro, qui non usa un lessico bellico – e nella stessa con cui oggi affronta il percorso verso la morte. "Stai dando a tutti una lezione di vita" commenta Piero Pelù sotto un post dell'autrice. "Quanta bellezza e dignità in una sola persona, Michela ❤️ Con un annuncio toccante e lucidissimo Michela Murgia ha raccontato di avere un tumore al quarto stadio e pochi mesi di vita da vivere", scrive invece in un post il coreografo Luca Tomassini.
Murgia spiega nell'intervista al CorSera di non voler utilizzare un lessico bellico per parlare del tumore, né chiamarlo estraneo o alieno. Definisce invece il cancro "una malattia gentile" che "io sono" non che "io ho"
E ancora, a stringersi a lei anche senza parlare pubblicamente, lasciando un semplice cuore sotto l'ultimo post, sono donne come Chiara Ferragni, le amiche 'impegnate' Cathy La Torre e Carlotta Vagnoli, Margherita Tercon, i Papà per Scelta, la Rappresentante di Lista, Geppi Cucciari e tante, tantissime altre. Ma anche comuni utenti, come una ragazza che le scrive: "Non voglio un’Italia senza Michela Murgia. Ho bisogno ancora delle sue parole, della sua lotta, dei suoi libri. Le sono grata per tanto, di questi anni in cui l’ho seguita, letta, citata, e considerata una maestra e una compagna. Le voglio bene, senza vergogna". Tuttə persone, in primis la giornalista che firma questo articolo, che si augurano di vedere questo nostro Paese privarsi di questa straordinaria figura il più tardi possibile e intanto continuano a seguire il suo faro. Perché lei, Michela Murgia, è molto più di una scrittrice. È una luce.