Le famiglie italiane sprecano quasi 20 kg di cibo all’anno

Secondo una ricerca chi non è mattiniero ha cattive abitudini alimentari: segue una dieta più ricca di carboidrati e grassi e posticipa troppo i pasti

di MAURIZIO COSTANZO
28 luglio 2023
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Ridurre le perdite e gli sprechi alimentari lungo l'intera catena di produzione è un'importante priorità politica, inclusa negli obiettivi di Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per il 2030. L'ammontare di cibo che viene gettato via o quello sprecato è stimato a un terzo del totale alimentare prodotto per il consumo umano, come riportato dalla Fao. Tuttavia, i rifiuti alimentari domestici rappresentano una percentuale significativa, rispetto a quanto accade nell’intera catena di approvvigionamento.
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Le famiglie italiane sprecano quasi 20 kg di cibo all’anno

Dai dati dell’Osservatorio sprechi alimentari del Crea Alimenti e Nutrizione, presentati dalla professoressa Laura Rossi, nutrizionista e coordinatrice dell’Osservatorio e membro del comitato scientifico della Sinu, al XLIII congresso nazionale della Sinu (Società italiana di nutrizione umana), si evince che gli italiani hanno sprecato nel 2018 in media 370 g/settimana/famiglia di cibo, pari a quasi 20 kg per famiglia all’anno. Il dato è allineato con quanto misurato in Olanda (365 g/settimana) e più basso di quanto rilevato in Spagna (534 g/settimana), Germania (534 g/settimana) e Ungheria (464 g/settimana).
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Ridurre le perdite e gli sprechi alimentari lungo l'intera catena di produzione è un'importante priorità politica

Il cibo che gli italiani ‘sprecano’

Approfondendo le tipologie di spreco, emerge che, rispetto al totale dei quattro paesi europei, in Italia si gettano maggiormente prodotti completamente inutilizzati (43,2% vs 31% della quantità sprecata). Si riscontra, invece, una minor propensione a gettare gli avanzi del piatto (14,6% vs 20,0%) e anche i prodotti aperti, ma non finiti di consumare perché scaduti (30,3% vs 36%). Nel 2021 si è avuto un aumento dello spreco domestico che è arrivato a 420 g/settimana/famiglia. Dimensione familiare e spreco alimentare sono positivamente correlati, ma guardando ai dati pro-capite si osserva un maggior spreco nelle famiglie monocomponenti. Inoltre, si riscontra una certa propensione di spreco alimentare nei segmenti di età più giovane e tra i nuclei familiari con maggiori disponibilità economiche. Di contro, la consapevolezza delle famiglie dell’impatto negativo dello spreco su diversi ambiti è piuttosto elevata. L’impatto economico è il più sentito (70%), di gran lunga superiore a quello sociale (conseguenze su disponibilità di cibo nel mondo, (59%) e ambientale (55%).
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Con piccoli accorgimenti quotidiani possiamo ridurre notevolmente lo spreco alimentare

Il decalogo contro lo spreco alimentare

In un’ottica di maggiore consapevolezza e occhio ai consumi quotidiani, la Sinu (Società Italiana di Nutrizione Umana) fornisce alcuni semplici consigli, buone pratiche da mettere in atto nella vita familiare e quotidiana, per evitare lo spreco. Ecco i dieci consigli:
  • pianificare il menù settimanale;
  • definire le quantità da acquistare e cucinare;
  • dire no agli acquisti d’impulso o in eccesso;
  • fare sempre la spesa dopo mangiato e mai a stomaco vuoto;
  • imparare a riconoscere se un alimento è ancora buono;
  • imparare a leggere l’etichetta;
  • riutilizzare gli avanzi;
  • seguire la dieta mediterranea e le porzioni consigliate di ciascun alimento;
  • preferire monoporzioni o porzioni piccole;
  • educare le nuove generazioni.

Lo studio: chi non è mattiniero ha peggiori abitudini alimentari

Negli ultimi anni l’interesse nei confronti della crono-nutrizione è aumentato notevolmente, con approcci dietetici che sempre più spesso tengono conto del “timing dei pasti”, l’orario in cui un pasto viene consumato. Questo perché è ormai chiaro l’importante ruolo dei ritmi circadiani nella regolazione di numerosi processi fisiologici, tra cui il ciclo fame-sazietà. La manifestazione individuale dei ritmi circadiani viene definita con il termine “cronotipo”, dal greco chrónos (tempo) e tipo. Il cronotipo è un complesso fenotipo che indica l’inclinazione individuale ai ritmi di sonno e veglia nell'arco delle 24 ore. Le persone con cronotipo mattutino si svegliano presto la mattina, sono più attive nella prima parte della giornata e vanno a letto presto alla sera.
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Una corretta dieta fa bene all'individuo e all'ambiente

Al loro opposto si collocano le persone con cronotipo serotino, che preferiscono restare sveglie fino a tardi e sono maggiormente attive nella seconda parte della giornata. Secondo recenti evidenze scientifiche, i soggetti con cronotipo serotino sembrano seguire peggiori abitudini alimentari e andare incontro più facilmente a varie patologie croniche, come le malattie cardiovascolari, oncologiche e mentali, tra cui la depressione. Un nuovo studio, realizzato da Sofia Lotti e il suo gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Firenze e presentato al XLIII congresso nazionale della Sinu (Società italiana di nutrizione umana), ha indagato il ruolo del cronotipo sulla composizione corporea, sulle abitudini alimentari e sui parametri di rischio cardiometabolico in soggetti sovrappeso ed obesi. I partecipanti sono stati reclutati presso l’Unità di nutrizione clinica dell'Azienda ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze, da marzo ad aprile 2023. Dall’analisi delle abitudini alimentari è emerso che i soggetti con cronotipo serotino consumavano significativamente (p<0.05) più calorie giornaliere rispetto ai mattutini (+255 kcal/die). L’aspetto interessante è che la distribuzione calorica dei pasti cambiava a seconda della preferenza circadiana, con i serotini che consumano significativamente più calorie a pranzo (+88 kcal) e a cena (+166 kcal) rispetto ai mattutini. I soggetti serotini hanno riportato anche di seguire una dieta significativamente più ricca di carboidrati (+40 g/die) e grassi (+13 g/die), dovuti a un più elevato consumo di bevande zuccherate, cibi fast food e dolci.
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Chi non è mattiniero ha peggiori abitudini alimentari

Analizzando l’orario di consumo dei pasti è emerso che i soggetti con cronotipo serotino tendevano a consumare tutti i pasti in ritardo rispetto ai mattutini. I 'non mattinieri' raggiungendo la significatività statistica per la colazione (08:04 ± 1.06 vs 07:30 ± 0.54 h:min) e per la cena (20:39 ± 0.45 vs 20:10 ± 0.39 h:min). In conclusione, i risultati dello studio hanno associato i soggetti serotini a peggiori abitudini alimentari sia in termini di qualità dietetica, che in termini di timing dei pasti, assumendo più calorie totali giornaliere, grassi e carboidrati, e consumando i pasti a orari tardivi. Inoltre, i soggetti serotini hanno riportato livelli ematici più bassi di acido folico e vitamina B12.