Lo scarto diventa arte: il vetro riciclato in mostra a Milano

La mostra "Julia Felix" organizzata da CoReVe e ospitata nelle sale di Palazzo Visconti racconta le potenzialità di un materiale immortale

di MAURIZIO COSTANZO -
22 aprile 2023
Il vetro riciclato in mostra a Milano

Il vetro riciclato in mostra a Milano

Lo scarto può trasformarsi in arte? Una risposta scintillante e colorata la danno le opere uniche nel loro genere, in mostra a Milano, realizzate da artisti e designer italiani e internazionali. Sono fragili e solidi al tempo stesso i prototipi in vetro riciclato esposti a Palazzo Visconti nell’ambito del Fuorisalone, che si tiene fino al 23 aprile. È innegabile che l'arte vetraria, su cui l'artigianato e l'industria si incontrano, meriti per il suo valore e per le innumerevoli potenzialità di tornare al centro del dibattito della scena artistica internazionale. E a Milano questo accade con un occhio all’ambiente, e alla sostenibilità.
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Una delle opere della mostra Julia Felix

Il Fuorisalone Green

Ha aperto al pubblico la mostra "Julia Felix" voluta da CoReVe (Consorzio Recupero Vetro) che valorizza e racconta le potenzialità del riciclo attraverso le opere di artisti e designer di fama mondiale che hanno lavorato rottame di vetro realizzando 13 tra prototipi e pezzi unici. La mostra, curata da Alice Stori Liechtenstein si tiene a Palazzo Visconti, nel quartiere del design Durini-Monforte nella settimana del Salone del Mobile, fino a domenica 23 aprile. Gli artisti e i designer italiani e internazionali in mostra negli ultimi sei mesi hanno lavorato con il cullet, risultato dal trattamento del rottame di vetro cavo proveniente dagli impianti consorziati con CoReVe, per produrre gli oggetti presentati a Milano. Si tratta di Kiara Pelissier, Klaas Kuiken, Lea Randebrock, Lex Pott, Luca Gruber, Lucia Massari, Matteo Cibic, Natalie Weinberger, Stories of Italy e infine Wieki Somers, mischer'traxler e Zaven che hanno lavorato insieme al maestro vetraio Marc Barreda per sviluppare i loro progetti.
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Una delle opere della mostra Julia Felix

La mostra che racconta le potenzialità del recupero

“L’arte e la creatività sono un ottimo strumento di comunicazione ed è per questo che abbiamo chiesto a 13 artisti di fama internazionale di aiutarci a raccontare, attraverso le loro opere, le potenzialità di un materiale tanto nobile e versatile come il vetro" le parole di Gianni Scotti, presidente di Coreve, inaugurando la mostra. “Riciclabile all’infinito, il vetro può assumere forme e colorazioni più disparate, si presta per opere industriali e artistiche ed è uno degli artefatti più antichi dell’uomo" prosegue il presidente. E spiega: "Non a caso, il nome della mostra prende origine dalla prima testimonianza di riciclo di rottame di vetro conosciuta, vale a dire al relitto romano scoperto nel 1986, vicino a Grado, da un pescatore a 16 metri di profondità sul fondo del mare". La nave datata nel II secolo d.C., nota come Julia Felix, era un caso emblematico di commercio di ridistribuzione e riutilizzo. La nave trasportava frammenti di vetro, destinati a essere rifusi per creare nuovo vetro dagli artigiani della vicina Aquileia. "La rifusione era, già allora, considerata una pratica economicamente vantaggiosa. Questa mostra - conclude Scotti - vuole creare un collegamento ideale tra quel ritrovamento antico, l’arte e le potenzialità future nell’uso del vetro, sottolineando l’importanza del riciclo di questo nobile materiale”.

Il maestro Lino Tagliapietra

Ospite d'onore della mostra è il maestro del vetro e artista muranese Lino Tagliapietra le cui opere sono esposte in musei quali il Metropolitan Museum di New York, il De Young Museum di San Francisco e il Victoria and Albert Museum di Londra. Qui, nel 2015, ospite del progetto Soneva Fushi Glass Studio ha realizzato alcune sculture utilizzando vetro proveniente dalla raccolta delle bottiglie nelle Maldive. Proprio una di queste opere intitolata “Fenice” realizzata durante questa esperienza e proveniente dalla collezione privata del maestro sarà presentata all’interno della mostra Julia Felix. Il Palazzo, uno dei più elaborati esempi di rococò milanese, ospiterà un'edizione speciale di design interamente dedicata alla sostenibilità e organizzata da Mosca Partners sotto l'egida di Design Variations.
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Una delle opere della mostra Julia Felix

Quando gli scarti diventano arte

Dal presente, con la mostra milanese, facciamo un passo indietro, al passato. La lotta all'inquinamento passa da tempo attraverso il linguaggio dell'arte, e negli anni scorsi molti artisti si sono impegnati per sensibilizzare sul tema, in varie parti del mondo. Tra i tanti esempi, sono state utilizzate anche le taniche gialle con cui dall'Occidente arrivava in Ghana l'olio da cucina, le stesse che poi sono state usate per trasportare l'acqua, soprattutto nei periodi di grande siccità. Quelle taniche, che sono andate ad alimentare i rifiuti nelle discariche e lungo le spiagge, nel 2019 sono diventate opere d'arte, con l'obiettivo di rispedirle al mittente: quell'Occidente che produce, esporta e non si cura della plastica che dissemina nel mondo.
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Una delle opere della mostra "Julia Felix"

Serge Attukwei Clottey è l'artista ghanese che ha creato l'Afrogallonismo, un movimento che celebra le taniche gialle, ormai simbolo di inquinamento e siccità. Nel 2018 ad Auckland, in Nuova Zelanda, l'artista Brydee Rood aveva creato una manica a vento con le buste di plastica, lunga quanto un campo da calcio, intitolandola "Che i venti non ci portino in mare". A Bali era spuntata la scultura di Baruna, il dio balinese del mare, che è furioso a causa delle enormi quantità di rifiuti finiti in acqua. A Hong Kong un architetto ha creato una sfera di plastica da 400 kg e l'ha dipinta, creando una sorta di buco nero che pesa quanto i rifiuti plastici generati dagli abitanti di Hong Kong in un solo minuto. A Bangkok sono invece state create installazioni raccogliendo 50mila buste, tante quante la capitale della Thailandia getta via ogni minuto. Ma già da prima, nel 2016, i materiali di scarto erano diventati oggetti d’arte. A Roma la gomma riciclata era entrata nell'avanguardia dell'architettura internazionale al museo Maxxi attraverso fondali e ambientazioni fantastiche con sagome di animali e frammenti di natura costruiti proprio da pneumatici fuori uso, elementi in legno e metallo.