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Home » Lifestyle » Chi è Nelly Cheboi, l’eroe dell’anno della Cnn. “Conosco il dolore della povertà”

Chi è Nelly Cheboi, l’eroe dell’anno della Cnn. “Conosco il dolore della povertà”

Fornisce a migliaia di studenti nelle zone rurali del Kenya l'accesso a computer donati e riciclati e la possibilità di un futuro migliore

Barbara Berti
12 Dicembre 2022
Nelly Cheboi è l’eroe dell’anno 2022 della Cnn (Instagram)

Nelly Cheboi è l’eroe dell’anno 2022 della Cnn (Instagram)

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Nelly Cheboi è l’eroe dell’anno 2022 della Cnn. La donna che nel 2019 ha lasciato un redditizio lavoro di ingegneria di software a Chicago per creare laboratori informatici per gli scolari kenioti, è stata selezionata dagli elettori online tra i 10 migliori eroi della Cnn di quest’anno e ha ricevuto il premio per questo motivo: l’organizzazione no profit di Cheboi, “TechLit Africa”, ha fornito a migliaia di studenti nelle zone rurali del Kenya l’accesso a computer donati e riciclati e, quindi, la possibilità di un futuro migliore.

Come “Cnn Hero of the Year”, Cheboi riceverà 100.000 dollari per espandere il suo lavoro, inoltre a tutti i dieci migliori eroi sarà dato un premio in denaro di 10mila dollari e, per la prima volta, sovvenzioni aggiuntive, formazione organizzativa e supporto da “The Elevate Prize Foundation” attraverso una nuova collaborazione con Cnn Heroes. Cheboi sarà anche nominata vincitrice dell’Elevate Prize, che include una sovvenzione di 300.000 dollari e un supporto aggiuntivo del valore di 200.000 dollari per la sua organizzazione no profit.

Nelly Cheboi è l’eroe dell’anno 2022 della Cnn (Instagram)
Nelly Cheboi è l’eroe dell’anno 2022 della Cnn (Instagram)

Cheboi, oggi 29enne, è cresciuta in povertà a Mogotio, una cittadina rurale del Kenya. “Conosco il dolore della povertà” dice durante il gala di premiazione a cui ha partecipato insieme alla madre. “Non ho mai dimenticato com’era con il mio stomaco che si agitava a causa della fame durante la notte” confessa la donna. E aggiunge: “Guardando la povertà in casa, guardando la comunità e la sofferenza, è diventato subito chiaro che dovevo fare qualcosa”. Cheboi, da bambina, infatti, vedeva la madre single, che aveva appena completato la quinta elementare, lavorare instancabilmente in modo che lei e le sue tre sorelle potessero frequentare la scuola.
Cheboi ha frequentato il college con una borsa di studio negli Stati Uniti, ha svolto lavori saltuari per mantenere la sua famiglia e ha scoperto la sua passione per l’informatica. Secondo lei, l’alfabetizzazione informatica le permette di fare un lavoro che le piace e di aiutare gli altri. “Quando ho scoperto l’informatica, me ne sono innamorata. Sapevo che questo è qualcosa che volevo fare come carriera e portarlo anche nella mia comunità” dice.

Nelly Cheboi insieme alla madre durante la premiazione di “Cnn Hero of the Year” (Instagram)
Nelly Cheboi insieme alla madre durante la premiazione di “Cnn Hero of the Year” (Instagram)

Oggi, infatti, offre a 4.000 bambini la possibilità di un futuro migliore attraverso la sua organizzazione no profit, “TechLit Africa”. L’organizzazione, il cui nome è l’abbreviazione di “Technologically Literate Africa”, utilizza computer riciclati per creare laboratori tecnologici nelle scuole del Kenya rurale. “Mi sento così soddisfatta nel vedere bambini di 7 anni che digitano la tastiera del pc, sapendo che io ho imparato meno di cinque anni fa” dichiara la donna che ha fatto breccia nelle aziende del settore e nel 2018 ha cominciato ad accettare computer riciclati. Ha iniziato in piccolo, portando le macchine in Kenya in bagagli da stiva e gestendo lei stessa le tasse e le tasse doganali. “A un certo punto, stavo portando 44 computer e ho pagato più per il bagaglio che per il biglietto aereo” ricorda.

Cheboi, oggi 29enne, è cresciuta in povertà a Mogotio, una cittadina rurale del Kenya (Instagram)
Cheboi, oggi 29enne, è cresciuta in povertà a Mogotio, una cittadina rurale del Kenya (Instagram)

“TechLit Africa” ora collabora con compagnie di trasporto e spedizioni per trasportare i computer donati. L’hardware donato viene cancellato, rinnovato e distribuito alle scuole partner nel Kenya rurale, dove gli studenti dai 4 ai 12 anni ricevono lezioni quotidiane e frequenti opportunità di imparare da professionisti e acquisire competenze che aiuteranno a migliorare la loro istruzione e prepararli per futuri lavori. L’organizzazione attualmente serve 10 scuole e, all’inizio del prossimo anno, Cheboi spera di collaborare con altre 100. “La mia speranza è che quando i primi ragazzi di TechLit si diplomeranno al liceo, saranno in grado di trovare un lavoro online perché sapranno programmare, sapranno fare graphic design, sapranno fare marketing” dice Cheboi. E aggiunge: “Il mondo è la tua ostrica quando sei istruito. Portando le risorse, portando queste competenze, stiamo aprendo a questi bambini il mondo”.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Nelly Cheboi è l’eroe dell’anno 2022 della Cnn. La donna che nel 2019 ha lasciato un redditizio lavoro di ingegneria di software a Chicago per creare laboratori informatici per gli scolari kenioti, è stata selezionata dagli elettori online tra i 10 migliori eroi della Cnn di quest'anno e ha ricevuto il premio per questo motivo: l’organizzazione no profit di Cheboi, “TechLit Africa”, ha fornito a migliaia di studenti nelle zone rurali del Kenya l’accesso a computer donati e riciclati e, quindi, la possibilità di un futuro migliore. Come “Cnn Hero of the Year”, Cheboi riceverà 100.000 dollari per espandere il suo lavoro, inoltre a tutti i dieci migliori eroi sarà dato un premio in denaro di 10mila dollari e, per la prima volta, sovvenzioni aggiuntive, formazione organizzativa e supporto da “The Elevate Prize Foundation” attraverso una nuova collaborazione con Cnn Heroes. Cheboi sarà anche nominata vincitrice dell'Elevate Prize, che include una sovvenzione di 300.000 dollari e un supporto aggiuntivo del valore di 200.000 dollari per la sua organizzazione no profit.
Nelly Cheboi è l’eroe dell’anno 2022 della Cnn (Instagram)
Nelly Cheboi è l’eroe dell’anno 2022 della Cnn (Instagram)
Cheboi, oggi 29enne, è cresciuta in povertà a Mogotio, una cittadina rurale del Kenya. “Conosco il dolore della povertà” dice durante il gala di premiazione a cui ha partecipato insieme alla madre. “Non ho mai dimenticato com'era con il mio stomaco che si agitava a causa della fame durante la notte” confessa la donna. E aggiunge: “Guardando la povertà in casa, guardando la comunità e la sofferenza, è diventato subito chiaro che dovevo fare qualcosa”. Cheboi, da bambina, infatti, vedeva la madre single, che aveva appena completato la quinta elementare, lavorare instancabilmente in modo che lei e le sue tre sorelle potessero frequentare la scuola. Cheboi ha frequentato il college con una borsa di studio negli Stati Uniti, ha svolto lavori saltuari per mantenere la sua famiglia e ha scoperto la sua passione per l'informatica. Secondo lei, l'alfabetizzazione informatica le permette di fare un lavoro che le piace e di aiutare gli altri. “Quando ho scoperto l'informatica, me ne sono innamorata. Sapevo che questo è qualcosa che volevo fare come carriera e portarlo anche nella mia comunità” dice.
Nelly Cheboi insieme alla madre durante la premiazione di “Cnn Hero of the Year” (Instagram)
Nelly Cheboi insieme alla madre durante la premiazione di “Cnn Hero of the Year” (Instagram)
Oggi, infatti, offre a 4.000 bambini la possibilità di un futuro migliore attraverso la sua organizzazione no profit, “TechLit Africa”. L'organizzazione, il cui nome è l'abbreviazione di “Technologically Literate Africa”, utilizza computer riciclati per creare laboratori tecnologici nelle scuole del Kenya rurale. “Mi sento così soddisfatta nel vedere bambini di 7 anni che digitano la tastiera del pc, sapendo che io ho imparato meno di cinque anni fa” dichiara la donna che ha fatto breccia nelle aziende del settore e nel 2018 ha cominciato ad accettare computer riciclati. Ha iniziato in piccolo, portando le macchine in Kenya in bagagli da stiva e gestendo lei stessa le tasse e le tasse doganali. “A un certo punto, stavo portando 44 computer e ho pagato più per il bagaglio che per il biglietto aereo” ricorda.
Cheboi, oggi 29enne, è cresciuta in povertà a Mogotio, una cittadina rurale del Kenya (Instagram)
Cheboi, oggi 29enne, è cresciuta in povertà a Mogotio, una cittadina rurale del Kenya (Instagram)
“TechLit Africa” ora collabora con compagnie di trasporto e spedizioni per trasportare i computer donati. L'hardware donato viene cancellato, rinnovato e distribuito alle scuole partner nel Kenya rurale, dove gli studenti dai 4 ai 12 anni ricevono lezioni quotidiane e frequenti opportunità di imparare da professionisti e acquisire competenze che aiuteranno a migliorare la loro istruzione e prepararli per futuri lavori. L'organizzazione attualmente serve 10 scuole e, all'inizio del prossimo anno, Cheboi spera di collaborare con altre 100. “La mia speranza è che quando i primi ragazzi di TechLit si diplomeranno al liceo, saranno in grado di trovare un lavoro online perché sapranno programmare, sapranno fare graphic design, sapranno fare marketing” dice Cheboi. E aggiunge: “Il mondo è la tua ostrica quando sei istruito. Portando le risorse, portando queste competenze, stiamo aprendo a questi bambini il mondo”.
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