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Vegano imbruttito
E' Natale. Cosa c'è a tavola? Vista inizialmente come solo una moda del momento, alla quale non dare troppo peso o addirittura credibilità, la dieta vegana ha con il tempo preso sempre più piede. Soprattutto tra i giovani, molto più sensibili e consapevoli dei benefici ambientali e per la salute, ma non solo. I marchi della grande distribuzione hanno iniziato pian piano ad adeguarsi a questa esigenza, chi per questioni prettamente di mercato, chi perché ci crede veramente. Stesso discorso per i ristoranti. Eppure un muro di diffidenza, che spesso e volentieri - se associata all'ignoranza - può addirittura sfociare in derisione nei confronti dei vegani, c'è ancora. I fondamentalisti della carne e del pesce (e derivati) non ne vogliono sapere. A cercare di rompere questo muro, a volte anche rendendo pan per focaccia, è Giorgio Immesi, ovvero "Il vegano imbruttito". La sua battaglia sui social è chiara fin da subito, fin dal nome. Rompere i pregiudizi, sensibilizzare con simpatia, avvicinare più persone possibili ad un'alimentazione più sostenibile e rivelare le contraddizioni dell'essere umano. "Ami gli animali?" è una delle domande che Giorgio si diverte (non senza amarezza per la risposta) a porre a gente a caso, per strada. La risposta è sempre affermativa. Peccato poi che l'amore dichiarato caschi puntualmente di fronte ad una bistecca.
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Due chiacchiere con Il Vegano Imbruttito
Chi è il vegano imbruttito? "Il vegano imbruttito è il mio bambino, una creazione nata dall’irrefrenabile desiderio di sorridere e far sentire meno sole tutte quelle persone che purtroppo vivono quotidianamente una lotta continua per la salvaguardia e salvezza di ogni essere vivente e dell’ambiente. Il vegano imbruttito sono io e sono tutti coloro che desiderano sconfiggere l’ignoranza e il pregiudizio attraverso una risata." Qual è la sua esperienza personale? Quando, come e perché ha deciso di diventare vegano? "Sono diventato vegano quando mi sono reso conto che non uccidevo più le zanzare ma le accompagnavo gentilmente fuori dalla stanza". Quali difficoltà iniziali ha riscontrato? "L’unica difficoltà è stata quella di cambiare abitudini, cioè sostituire tutti i prodotti animali presenti nel frigorifero con prodotti vegetali, dopo qualche giorno è venuto tutto naturale. Ora mi ricordo che sono vegano solo quando sono al ristorante e devo ordinare…" Quanto è sostenibile a livello economico una vita vegana? "È più sostenibile essere vegani che onnivori. Frutta, verdura e legumi sono gli alimenti meno costosi in assoluto e sono gli unici essenziali nella vita quotidiana". Cosa non si sa della dieta vegana? "Fortunatamente ora si sa tutto grazie a internet, non ci sono più scuse per non iniziare a mangiare vegetale".![natale-pranzo-vegano-imbruttito](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2023/12/244747673_1177769292631728_8381958495992534312_n-e1703356275188.jpg)