Ospite di Passa dal BSMT, il vodcast di Gianluca Gazzoli, l’icona che ha cantato “i migliori anni” della vita di gran parte di noi nati nel millennio scorso, Renato Zero. Il cantante romano, parla della sua infanzia solitaria, nonostante sia nato in centro a Roma in una famiglia numerosa, dell’influenza di nonna Renata che da piccolo lo portava in giro con sé (“gli anziani per me hanno rappresentato il canale più attendibile per capire la vita”), la serenità di vivere da 74enne in rapporto coi giovani già vecchi, ‘costretti’ a dialogare solo attraverso smartphone e tablet.
E poi il rapporto con la diversità (“Siamo tutti un po’ donna, un po’ uomo0, un po’ bambino, un po’ vecchio”) e con il bullismo (“una malattia della nostra società, laddove nelle case non viene amministrata l’opportunità di pensare che la diversità è una ricchezza patrimoniale”), la sua carriera artistica e tanti altri temi.
“Prendere una donna come se fosse una macchina”
Nell’intervista con Gazzoli, Renato Zero prende anche in merito alla gestazione per altri (GPA): “Non c’entra la politica ma quando le persone non possono avere figli per diverse ragioni, con tanti bambini che sono abbandonati nel mondo, adottare è molto meglio che affittare un utero e prendere una donna come se fosse una macchina”. Parole durissime le sue, di contrarietà alla pratica della maternità surrogata. “Detesto – aggiunge – la posizione di queste donne nei confronti di un servilismo affinché la gente sia felice, rendono definitivamente infelice una persona che un figlio lo avrebbe voluto per sé”.
Come sottolinea il conduttore quelle del cantante sono parole di chi ha avuto un’esperienza diretta di questo genere, in quanto proprio lui ha optato per l’adozione di un figlio, Roberto Anselmi Fiacchini, 51 anni. Per Renato Zero era l’unica opzione e continua a considerarla tale al giorno d’oggi per diventare genitori, rifiutando qualsiasi apertura alla GPA, che invece considera appunto “servilismo”. Una scelte che lui ha potuto fare ma che per altre persone, single oppure coppie omosessuali, è vietata dalla legge. Per loro quindi il sogno di una famiglia è insomma impossibile da realizzare, se non rivolgendosi ad altre pratiche e all’estero.
La Gpa come scelta libera e consapevole
Quella dell’artista è visione personale che tuttavia guarda solo a un lato della questione, quello più drammatico di chi fa figli per poi ‘cederli' in cambio di denaro magari, lasciando che il suo corpo sia utilizzato come incubatrice per altre persone per una questione di sopravvivenza. Non ci nascondiamo dietro un dito, queste forme di maternità surrogata esistono. Ma poi ci sono invece donne scelgono di portare avanti una gravidanza per altri liberamente, facendo loro quel che vogliono con il proprio corpo, senza chiedere nulla in cambio, ma anzi rispondendo a precisi requisiti di legge (avere già dei figli, una buona salute fisica e mentale, essere economicamente indipendente) stabiliti da quei Paesi in cui è legale e appunto regolamentata.