Gisèle Pelicot

di CHIARA CARAVELLI
31 dicembre 2024

Gisèle Pélicot

"La prima reazione, quando ho finalmente saputo cosa mi avevi fatto, è stata la vergogna. Ma poi ho capito che eri tu, che eravate voi, a dovervi vergognare, non io. Non so come riuscirò a ricostruire me stessa. Ho quasi 72 anni e a questa età non credo mi resti abbastanza tempo per aggiustarmi. Ma me ne resta abbastanza per provare ad aggiustare il mondo". È diventata il simbolo della lotta delle donne, Gisèle Pelicot. Quell’ovazione alla sua uscita dal tribunale di Avignone, dove ha testimoniato (assistendo a tutte le udienze da settembre a dicembre) contro suo marito Dominique Pelicot, riassume quanto abbia significato la sua figura per la libertà delle donne.

Suo marito, condannato a 20 anni e finito a processo insieme ad altri 50 uomini, per più di un decennio ha fatto violentare la moglie, drogandola e filmandola. Gisèle Pelicot ha scelto fin da subito di rinunciare all’anonimato, ha denunciato, ha testimoniato dando forza a tutte le donne in Francia e nel mondo. Una donna forte e coraggiosa, un simbolo.

Il marito per anni le dava di nascosto un cocktail di farmaci e sonniferi per poi abusare di lei, reclutava uomini e faceva sì che stuprassero la moglie per poi riprenderli e distribuire i video su una piattaforma online. È stata chiara, nel doloroso e difficile racconto di ciò che le è successo, rivolgendosi a tutte le donne vittime di violenza: "Vorrei che tutte le donne dicessero, se ce l’ha fatta la signora Pelicot a parlare, allora possiamo farcela anche noi".

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