"Noi siamo stati fortunati, siamo stati una famiglia anche felice e avremmo potuto risparmiarci l’opposizione, le condanne, la prigione. Ma non è così che funziona. Non gli avrei mai detto basta. Proprio perché eravamo in un Paese che avvelena i suoi oppositori". Julija Naval'naja è la moglie di Alexei Navalny, l’oppositore russo morto il 16 febbraio dopo tre anni di prigionia a causa della sua lotta contro il regime di Vladimir Putin. Julija, dopo la morte del marito, non si è fermata diventando presidente della Fondazione anti-corruzione (Fbk) fondata da Alexei. Ha voluto portare avanti la sua battaglia e ora anche lei è un simbolo dell’opposizione russa in esilio. Lo scorso luglio, la Russia ha emesso nei suoi confronti un mandato di cattura internazionale. In occasione dell’uscita di ‘Patriot’, un libro autobiografico a cui Navalny stava lavorando prima della morte, ha raccontato alla Bbc che quando Putin morirà, si candiderà per guidare la Russia.