Pisa, 31 dicembre 2024 – Quando si dice che chi fa volontariato è un supereroe, nel suo caso è vero. Mattia Villardita, normalmente, è un 32enne impiegato terminalista al porto di Vado Ligure, ma da otto anni, quando fa visita ai reparti di oncologia pediatrica, diventa Spiderman. Non è merito del morso di un ragno radioattivo, ma dell’aver toccato con mano le difficoltà del percorso ospedaliero e voler regalare un ricordo felice.
Con addosso tuta e maschera Mattia, anche arrampicandosi per le finestre, porta regali e sorrisi ai piccoli pazienti oncologici in tutta Italia, e di recente è stato all’ospedale Santa Chiara insieme all’associazione “Il Sorriso di Andrea”. “Ho passato buona parte della vita ricoverato in ospedale per malattie congenite: dopo aver conosciuto il dolore di pazienti e famiglie in queste situazioni ho cercato un modo per essere utile agli altri. La malattia mi ha tolto il sogno di diventare calciatore, militare o stuntman. In compenso, grazie al potere del volontariato, sono diventato un supereroe”.
Perché Spiderman?
“Perché mio nonno quando avevo 6 anni mi regalò un fumetto dell’Uomo Ragno. Da quel momento, ho iniziato a leggerlo e, quando sono stato ricoverato, me lo sono portato in ospedale per farmi compagnia. Ricordo che durante le prime degenze, a 7 anni, guardavo dalla finestra nella speranza di vedere Spiderman che saltava tra i palazzi sparando ragnatele. Non vedendolo ho deciso di diventarlo io per far visita ai pazienti negli ospedali dove ero ricoverato”.
Lei ha passato quasi tutta la vita nei nosocomi laddove tanti, una volta usciti, fanno il possibile per allontanarsene. Come mai questa scelta?
“Il volontariato mi riempie di esperienze di vita. È una vocazione, un mio dovere morale. Se dovessi dire una motivazione penso sia perché ho capito l’importanza di avere ricordi che siano indelebili in momenti difficili. E io cerco di lasciarne alcuni”.
E a lei cosa lasciano queste esperienze?
“Vita, tanta vita. Nonostante le difficoltà e le cose brutte vedo sempre voglia di andare avanti, speranza, umanità e mi rendo conto che non tutto si può comprare nella vita. Mi dà una grande forza come persona e come paziente”.
Ha ricevuto anche diversi riconoscimenti.
“Oltre a centinaia di migliaia di follower sui social, sono stato chiamato in diversi Paesi oltre l’Italia: Giappone, Albania, Tanzania, Lituania e altro... Viaggi che mi hanno insegnato che i bambini sono uguali in tutto il mondo e che l’empatia è un linguaggio universale”.
È stato spesso anche a Pisa, persino pochi giorni fa.
“Certo. Ho collaborato con l’associazione il ‘Sorriso di Andrea’ da quasi 3 anni e spesso vengo a Pisa per regalare sorrisi e regali ai bambini del Santa Chiara. Il potere del volontariato è veramente immenso: crea ponti, amicizie e sensazioni uniche”.
Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, diceva zio Ben a Peter Parker. Lei ha si sente sulle spalle una responsabilità?
“Vorrei con il mio esempio invogliare i giovani a fare queste pratiche, costruire un’eredità per far capire come fare un volontariato puro, semplice. Perché le soddisfazioni di fare del bene sono inimmaginabili”.