Transfobia: cos’è e suggerimenti su come supportare la comunità

Un fenomeno sempre più diffuso, soprattutto in Italia, che riflette la mancanza di comprensione, rispetto ed empatia per la diversità di genere e di identità. E se a livello locale si prova ad andare avanti, manca un impegno concreto in contesto nazionale

di AMBRA NARDI
13 agosto 2024
Manifestazione per i diritti trans (Ansa)

Manifestazione per i diritti trans (Ansa)

Aggressività, violenza, insulti, soprusi e molestie: per le persone trans tutto questo è comune, quotidiano, costrette ogni giorno ad affrontare odio e pregiudizi nei confronti della loro esistenza e identità. 

Questo fenomeno prende il nome di transfobia e riflette la mancanza di comprensione, rispetto ed empatia per la diversità di genere. La transfobia spesso deriva dalla convinzione che i generi sessuali siano solo due e che gli individui debbano naturalmente identificarsi con la loro sessualità biologica. Oltre a questo, c’è l’idea di fondo che il genere maschile e femminile debbano rispecchiarsi in caratteristiche ben specifiche e che chiunque non si presenti nel modo "consueto" possa essere oggetto di insulti, bullismo o addirittura violenza.

I dati 

Secondo il report "Essere Trans nell’UE" dell’Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali (FRA) del 2015, il 40-50% delle persone trans intervistate ha dichiarato di aver subito aggressioni o minacce almeno tre volte nell’ultimo anno. L’indagine ha anche evidenziato come questo tipo di discriminazione sia particolarmente diffuso tra i banchi di scuola e nell'accesso alle cure sanitarie.

Come evidenziano di dati dell’Associazione Transgenere ACET, solo nel 2022 sono state registrate 381 vittime di transfobia nel mondo (più di una vittima al giorno). Inoltre, solo dal 2008 a oggi più di 5 mila le persone transessuali sono morte per cause non naturali.

La transfobia in Italia

In Italia i casi di transfobia sono sempre più preoccupanti. Secondo il progetto di ricerca Transrespect versus Transphobia Worldwide, il nostro è il Paese con il numero di vittime più alto in Europa, con ben 44 casi registrati tra il 2008 e il 2021. Seppur ci sia stato il tentativo (purtroppo fallito) del ddl Zan – che prevedeva l'inasprimento delle pene contro i crimini e le discriminazioni contro omosessuali, transessuali, donne e disabili – al momento non esiste nessuna legge nazionale contro la transfobia. 

Nei precedenti casi è stato compito dei singoli comuni – o nel caso della Puglia dell’ente regionale – approvare subemendamenti sostitutivi all’intera legge, riempiendo vuoti normativi che il governo non è riuscito colmare. 

Cosa fare per supportare la comunità transessuale? 

La transfobia rappresenta ancora una realtà troppo diffusa e affrontarla richiede un grande impegno, sia dalle persone provenienti dalla comunità che non. Il primo passo per contrastare gli stereotipi è ascoltare, accogliere e rispettare le persone lgbtq+, non invalidando i loro sentimenti e i loro pensieri. Agire nel concreto è altrettanto importante, partecipando al Pride magari, informandosi ma soprattutto intervenendo se una persona fa un commento o un gesto discriminatorio. La violenza non è solo fisica e il silenzio di fronte a queste azioni rappresenta un’accondiscendenza di fronte ad una crudeltà. Educarsi, schierarsi ed informarsi sono elementi fondamentali per combattere il fenomeno, ma per chi può è utile anche fare donazioni, contribuire economicamente alle associazioni ed per i centri LGBTQ+ che supportano le vittime di violenza e di discriminazione.