Turchia, multe alle piattaforme streaming per contenuti omosessuali

Ecco tutte le serie tv e i film a tema Lgbt+ che promuovono “l’immoralità” e sono "contrari ai valori della famiglia"

di BARBARA BERTI
28 luglio 2023

La serie tv “Élite”, non gradita in Turchia

La Turchia multa le piattaforme streaming perché propongono contenuti con scene omosessuali. Nei giorni scorsi il Camerun aveva minacciato di oscurare i canali televisivi, in particolare stranieri, che trasmettono “scene di omosessualità” mentre in Ungheria era stata inflitta una maxi multa a una libreria per un fumetto a tema Lgbt. Sono solo gli ultimi episodi di una ‘crociata’ – che non conosce confini geografici – contro la comunità queer. E che in queste ore si riaccende in Turchia.
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La Turchia multa le piattaforme streaming perché fanno propaganda Lgbt: nel mirino anche la serie "Modern Love" di Amazon Prime

Nel paese turco, dove il presidente Recep Tayyip Erdogan definisce i diritti i diritti Lgbt “una degenerazione della nostra struttura familiare”, Netflix, Disney+ e Amazon Prime sono finite nel mirino della censura. Le piattaforme streaming sono accusate di trasmettere film e serie che promuovono le “relazioni omosessuali” e, quindi, “l’immoralità”, oltre a proporre contenuti contrari ai valori della famiglia turca. Per tali ragioni, il Consiglio supremo per la Radio e la Televisione di Turchia (Rtuk) - un’agenzia dello Stato i cui membri sono eletti dal Parlamento di Ankara – ha sanzionato le popolari piattaforme.
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La serie “Love, Victor” di Disney+

Ecco le serie tv e film ‘incriminati’

Tra i vari contenuti che non sono piaciuti a Rtuk c’è un episodio della serie “Love, Victor” di Disney+ che contiene “comportamenti immorali che disturbano la società”. Lo show segue il viaggio alla scoperta di sé del giovane Victor (l’attore Michael Cimino), mentre affronta varie sfide familiari e prende coscienza del proprio orientamento sessuale fino a fare coming out e iniziare una relazione con un coetaneo, Benji. Altra serie non gradita è “Modern Love” trasmessa da Amazon Prime e ritenuta “contraria ai valori morali della società e al principio di protezione della famiglia”. Si tratta di una serie antologica basata sull'omonima rubrica del “New York Times” che esplora i rapporti interpersonali e l'amore in ogni sua incarnazione e sfaccettatura.
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La popolare serie “Élite” trasmessa da Netflix

Per quanto riguarda Netflix sono ben due i prodotti che hanno portato alla multa, la popolare serie “Élite” e il film “Anne+". In entrambi i casi per aver mostrato “relazioni omosessuali”. Lo show spagnolo, e molto noto anche al pubblico italiano, narra le vicende di un gruppo di adolescenti toccando varie tematiche sociali: la disuguaglianza economica, la criminalità, la tossicodipendenza, l’Hiv, la sessualità, l’omosessualità e il razzismo. Il film “Anne+”, invece, racconta la storia di una ventenne queer di Amsterdam (la pellicola è il sequel dell’omonima serie che in Olanda ha riscosso molto successo).
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Una scena del film Netflix film “Anne+”

Rtuk ha multato anche la compagnia che distribuisce film online, con sede a Londra, Mubi - fondata dal turco Efe Cakarel - per la presenza nel suo catalogo dei film “Le Lycéen” e “Room in Rome” che violano “i valori nazionali e morali della società e la protezione della famiglia” e contengono “oscenità”. Sanzioni amministrative sono state ordinate anche per la piattaforma di streaming turca Blu Tv a causa di “elementi Lgbtq+” presenti nella serie “The Book of the Queer”.
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Multata anche la piattaforma di streaming turca Blu Tv a causa di “elementi Lgbtq+” presenti nella serie “The Book of the Queer”

Non solo multe

Oltre alle multe, Rtuk ha anche deciso di convocare una riunione straordinaria ad Ankara per il mese di settembre con i rappresentanti delle piattaforme. Il motivo? Discutere con loro delle “politiche relative alla trasmissione di contenuti riguardanti questioni sensibili come la struttura della famiglia turca, i valori morali nazionali e l'indivisibile integrità della Turchia”. I provvedimenti di questi giorni contro le piattaforme per lo streaming arrivano a poche settimane da un avvertimento lanciato a inizio luglio da Rtuk. L’agenzia aveva definito “inaccettabile” la trasmissione di contenuti che “attaccano i nostri valori culturali e morali, contengono relazioni devianti che minacciano la sanità pubblica, insultano i valori religiosi o sono contro lo Stato, il nostro presidente e il fondatore della repubblica Mustafa Kemal Ataturk”.
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Una scena del film "Room in Rome": una stanza d'albergo nel centro di Roma fa da cornice a un'avventura tra due giovani donne

Rtuk, i precedenti

I canali televisivi che propongono dibattiti politici non allineati con la retorica governativa sono stati spesso messi sotto inchiesta o multati dal Consiglio per la Radio e la Televisione turco. Casi di questo tipo si sono verificati anche recentemente, prima e dopo le elezioni politiche di maggio, dove il presidente Erdogan è stato riconfermato. I provvedimenti di Rtuk, il cui consiglio è principalmente formato da membri eletti dal partito Akp di Erdogan, sono stati in passato al centro di forti critiche e polemiche. Nel 2020, le riprese di un film prodotto dalla sezione turca di Netflix furono bloccate prima di iniziare dopo pressioni da parte di Rtuk affinché venisse eliminato dalla sceneggiatura un personaggio omosessuale. Un caso che all'epoca fece molto scalpore in quanto censura preventiva mentre solitamente il Consiglio per la Radio e la Televisione sceglie di oscurare o sanzionare contenuti dopo la pubblicazione.
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Un episodio di "Modern Love", la serie che esplora l'amore nelle sue molteplici forme

Turchia, la legge sulle telecomunicazioni

Le sanzioni di questi giorni contro Netlfix, Disney+ e Amazon Prime si inseriscono in un contesto in cui l'omosessualità viene criticata sempre più spesso da funzionari di governo che la definiscono “perversione”. Tali sanzioni sono state possibili grazie a una legge approvata nel 2019, anch'essa fortemente criticata. Il provvedimento 6112 costringe le piattaforme che distribuiscono film a livello digitale a ottenere una licenza da parte di Rtuk per poter trasmettere e dà al Consiglio per la Radio e la Televisione l'incarico di monitorare i contenuti che vengono trasmessi e la possibilità di rimuoverli nel caso li ritenga non appropriati o di multare le emittenti. Gli effetti di questa legge hanno colpito anche noti media internazionali come le versioni in turco di “Voice of America” (Voa), “Euronews” e “Deutsche Welle” (Dw) che inizialmente decisero di non presentare domande per ottenere la licenza ritenendo la legge un limite per la libertà di espressione nelle loro testate. “Euronews” successivamente scelse di presentare la domanda per ottenere la licenza mentre Voa e Dw si rifiutarono e per questo motivo le versioni in turco dei loro siti sono state bloccate nel 2022. Il portale tedesco ha recentemente fatto sapere di avere intenzione di chiudere i suoi uffici in Turchia.