Continuare a studiare, a crescere, continuare a imparare nonostante il mondo intorno stia crollando. Combattere la propria guerra con le armi del sapere, come sostiene la premio Nobel Malala Yousafzai "Prendiamo in mano i nostri libri e le nostre penne. Sono le nostre armi più potenti". Sono queste le priorità dei bimbi ucraini in fuga dalla guerra nel loro Paese che si sono ritrovati sperduti in nazioni straniere, sconosciute. Per dar loro una speranza in più la Lituania ha aperto una scuola online in lingua ucraina. Promossa dalla capitale Vilnius la piattaforma è progettata per accogliere 80mila studenti rifugiati in Lituania, Germania, Polonia, Moldavia e in altri Paesi europei. Gli alunni e le alunne coinvolti vanno dalla prima all'undicesima classe e così facendo potranno continuare gli studi secondo il programma educativo del loro paese d'origine.
La scuola online per i bimbi ucraini rifugiati
Già oltre di 5 milioni di ucraini sono fuggiti dalla loro nazione dall'inizio della guerra, il 24 febbraio. Per i bambini in età scolare, che si stima costituiscano fino al 30% dei rifugiati, questo significa trovarsi davanti grossi ostacoli per proseguire nella loro istruzione. Le scuole lituane hanno iniziato ad ammettere gli studenti in arrivo dallo Stato invaso che però devo adattarsi a seguire lezioni in una lingua sconosciuta, secondo il programma educativo nazionale del paese che li ha accolti. Invece questa nuova scuola ucraina assicura che ai bambini sia data la possibilità di studiare anche nella loro lingua madre, secondo il programma educativo ucraino, e quindi serve come strumento complementare per un'istruzione informale, dopo l'orario scolastico canonico. La capitale Vilnius sostiene attivamente l'iniziativa e mira a facilitare l'integrazione dei rifugiati che si sono trasferiti in città, nonché la prosecuzione dell'istruzione dei loro figli sia in lituano che in ucraino. Le lezioni sono fornite in collaborazione con la Scuola Superiore Artivon-Delfin di Vinnytsia (Ucraina), che ha già formato un gruppo di 24 insegnanti certificati per insegnare online. La capacità attuale della piattaforma digitale consente di ammettere 80mila studenti, e già più di 1.000 hanno iniziato i loro corsi online. Ma gli sviluppatori sono pronti ad espandere la classe virtuale e ad accogliere ogni nuovo allievo che si registrerà.Istruzione gratuita per garantire un futuro ai bambini
La piattaforma è stata progettata dai creatori di "Memby", uno dei più moderni strumenti di apprendimento online d'Europa, che hanno anche realizzato con successo la scuola online lituana "Digiklasė". "Dotata di molteplici opzioni, la piattaforma educativa ucraina permette agli insegnanti di interagire con gli studenti in diversi modi: in forma scritta, attraverso una telecamera, con quiz automatici, domande in tempo reale, ecc", ha spiegato Mantas Stonkus, uno dei fondatori di Digiklasė e della nuova scuola per i piccoli rifugiati. "Anche gli alunni hanno così la possibilità di parlare tra loro e formare relazioni virtuali. Inoltre tutte le lezioni sono registrate e possono essere seguite anche in un secondo momento". Sebbene offra gratuitamente i servizi di istruzione ai bambini ucraini, gli organizzatori stanno invitando donatori privati, imprese e organizzazioni a sostenere l'iniziativa e contribuire a garantire loro un futuro. Maggiori informazioni sull'iniziativa sono disponibili sul sito ufficiale di Ukrainian School.ùUna nuova speranza
"I'm from Ukraine, thank you for this” ("Sono ucraino, grazie per questo"). "Così si è rivolto a me un anziano mentre stavo dipingendo questo murale" spiega lo street artist Tvboy parlando della sua nuova opera apparsa sui muri di Plaça Joanic, a Barcellona. Un'enorme bandiera giallo blu, dell'Ucraina, e una bambina in cima ad una scala che vi scrive sopra, tracciando le lettere con la vernice bianca, la parola "Hope", speranza. "La speranza è la più alta forma d'arte" spiega Tvboy. La lettera "o" inoltre è rappresentata come il simbolo della pace, a voler indicare che una soluzione pacifica alla guerra in corso ormai da oltre tre mesi è possibile, che la speranza non è morta e che i giovani possono e devono vedere un futuro davanti a sé, tracciarlo con le proprie mani e non vederlo andare in fumo con le armi di chi combatte. In Ucraina però, a parlare, sono ancora loro, le bombe, i missili, i cannoni dei carri armati, i mitra, che hanno ucciso già 219 minori dall'inizio dell'offensiva russa. Lo riferisce l'ufficio del Procuratore generale citato da Ukrinform. Oltre 5,2 milioni sono invece coloro che sono riusciti a scappare in altri stati europei, il 90% dei quali è costituito da donne e bambini. Un numero tristemente destinato a crescere nelle prossime ore, nei prossimi giorni. Per questo dare loro una speranza, attraverso l'arte, attraverso un cartone animato, attraverso la scuola, attraverso gesti concreti di accoglienza che possono essere anche solo un abbraccio familiare, è il minimo che possiamo fare per permettere anche a loro di credere che un futuro di pace è possibile.