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Home » Paralimpiadi » Le Paralimpiadi oggi e il ricordo di quando i greci interrompevano le guerre per i Giochi

Le Paralimpiadi oggi e il ricordo di quando i greci interrompevano le guerre per i Giochi

L'abbraccio agli ucraini, l'espulsione di russi e bielorussi: il segno indelebile del conflitto sulle Paralimpiadi invernali di Pechino 2022

Federico Martini
5 Marzo 2022
epa09800748 Members of team Ukraine attend the Opening Ceremony of the Beijing 2022 Paralympic Winter Games at National Stadium, also known as Bird's Nest, in Beijing, China, 04 March 2022.  EPA/ENNIO LEANZA

epa09800748 Members of team Ukraine attend the Opening Ceremony of the Beijing 2022 Paralympic Winter Games at National Stadium, also known as Bird's Nest, in Beijing, China, 04 March 2022. EPA/ENNIO LEANZA

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“L’ingresso della delegazione ucraina nello stadio è stato devastante. Devastante, guardare agli atleti, all’amico Valerj, presidente del Comitato paralimpico ucraino, che ha percorso l’intero giro col pugno alzato, in segno di lotta e collegare quella immagine alle bombe, ai morti, alla distruzione in corso nel loro paese”. Le parole di Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico Italiano dopo la Cerimonia di Apertura disegnano alla perfezione il clima che avvolge i Giochi invernali appena iniziati in Cina.
Il presidente del comitato olimpico ucraino Valerj Sushkevych guida i suoi atleti alla cerimonia di apertura dei giochi paralimpici invernali allo stadio nazionale di Pechino (AFP)

Il fragore della guerra giunge nitido sulle piste e i palazzetti, teatro delle gare. L’antica e civilissima regola dei greci, che interrompevano le guerre durante lo svolgimento delle Olimpiadi è stravolta ai giorni nostri e gli atleti ucraini sono lì a gareggiare con il corpo, ma il cuore e la mente alla patria, squassata dalle bombe. La guerra ha provocato l’espulsione di atleti russi e bielorussi dalle gare: il Comitato paralimpico ha seguito l’indirizzo intrapreso dal Cio per i Giochi invernali dello scorso febbraio ed estromesso gli atleti dei due Paesi, responsabili dell’invasione dell’Ucraina. Del resto, da tempo gli atleti russi gareggiano nelle gare olimpiche e paralimpiche a titolo personale (sotto bandiera neutrale), in seguito allo scandalo del doping che ha travolto le istituzioni sportive (e non solo) del loro Paese.

La squadra dell’Ucraina entrare lo stadio nazionale durante la cerimonia di apertura dei giochi paralimpici di Pechino 2022 a Pechino, Cina, 4 marzo 2022. (Ansa)
Su queste Paralimpiadi della neve, insomma, si avvertono i segni pesanti della situazione internazionale, che offuscano i primati legati al maggior numero di rappresentanti femminili mai registrato, al debutto di Israele e Portorico, alla equa ripartizione fra generi delle gare e delle medaglie: 39 maschili, 35 femminili, quattro competizioni miste. Culmine, quest’ultimo, dell’intenso lavoro svolto negli ultimi 20 anni in direzione della parità di genere. Inclusive, le Paralimpiadi invernali, lo sono anche dal punto di vista anagrafico, fra i 15 anni della parasciatrice austriaca Elina Stary e i 66 dell’americano Pam Wilson nel curling su sedia a rotelle.

L’Italia ha 32 partecipanti (29 paralimpici più 3 atleti guida), accompagnati dallo straordinario supporto mediatico-comunicativo rappresentato dal nuovo sito internet del Comitato Paralimpico nazionale. Dopo il grandissimo successo d’immagine ottenuto con le Paralimpiadi Tokio 2020, svoltesi fra agosto e settembre dello scorso anno, il Cip ha insistito sul fronte mediatico: i successi degli azzurri ai Giochi estivi hanno coinvolto e commosso il Paese con l’importante risultato emulativo di stimolare molte persone con disabilità ad avvicinarsi alla pratica sportiva con l’obiettivo, anzitutto, di favorire la propria salute, quindi ed eventualmente di rafforzare la schiera del paralimpismo competitivo.

la squadra paralimpica per i Giochi invernali di Pechino
La squadra Paralimpica per i Giochi invernali di Pechino

Perché in nessun ambito più di quello paralimpico importante è anzitutto partecipare, favorire l’accesso delle persone con disabilità all’esercizio fisico.

Vincere, è un traguardo altrettanto importante, quando si passa dalla pratica salutistica o amatoriale a quella competitiva. Qui, ogni medaglia è fondamentale per il proselitismo che induce, per lo spirito di emulazione che scatena e invoglia a sollevarsi dal letto, dalla poltrona, dalla sedia a rotelle per cimentarsi col proprio corpo nella pratica sportiva. Terapia per il corpo, la mente, lo spirito (un po’ come i tre valori simbolo impressi nella bandiera paralimpica), che forse un giorno potrà diventare occasione di vittoria, di medaglia, di inno nazionale ascoltato sul podio.

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
"L'ingresso della delegazione ucraina nello stadio è stato devastante. Devastante, guardare agli atleti, all'amico Valerj, presidente del Comitato paralimpico ucraino, che ha percorso l'intero giro col pugno alzato, in segno di lotta e collegare quella immagine alle bombe, ai morti, alla distruzione in corso nel loro paese". Le parole di Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico Italiano dopo la Cerimonia di Apertura disegnano alla perfezione il clima che avvolge i Giochi invernali appena iniziati in Cina.
Il presidente del comitato olimpico ucraino Valerj Sushkevych guida i suoi atleti alla cerimonia di apertura dei giochi paralimpici invernali allo stadio nazionale di Pechino (AFP)
Il fragore della guerra giunge nitido sulle piste e i palazzetti, teatro delle gare. L'antica e civilissima regola dei greci, che interrompevano le guerre durante lo svolgimento delle Olimpiadi è stravolta ai giorni nostri e gli atleti ucraini sono lì a gareggiare con il corpo, ma il cuore e la mente alla patria, squassata dalle bombe. La guerra ha provocato l'espulsione di atleti russi e bielorussi dalle gare: il Comitato paralimpico ha seguito l'indirizzo intrapreso dal Cio per i Giochi invernali dello scorso febbraio ed estromesso gli atleti dei due Paesi, responsabili dell'invasione dell'Ucraina. Del resto, da tempo gli atleti russi gareggiano nelle gare olimpiche e paralimpiche a titolo personale (sotto bandiera neutrale), in seguito allo scandalo del doping che ha travolto le istituzioni sportive (e non solo) del loro Paese.
La squadra dell'Ucraina entrare lo stadio nazionale durante la cerimonia di apertura dei giochi paralimpici di Pechino 2022 a Pechino, Cina, 4 marzo 2022. (Ansa)
Su queste Paralimpiadi della neve, insomma, si avvertono i segni pesanti della situazione internazionale, che offuscano i primati legati al maggior numero di rappresentanti femminili mai registrato, al debutto di Israele e Portorico, alla equa ripartizione fra generi delle gare e delle medaglie: 39 maschili, 35 femminili, quattro competizioni miste. Culmine, quest'ultimo, dell'intenso lavoro svolto negli ultimi 20 anni in direzione della parità di genere. Inclusive, le Paralimpiadi invernali, lo sono anche dal punto di vista anagrafico, fra i 15 anni della parasciatrice austriaca Elina Stary e i 66 dell'americano Pam Wilson nel curling su sedia a rotelle.
L'Italia ha 32 partecipanti (29 paralimpici più 3 atleti guida), accompagnati dallo straordinario supporto mediatico-comunicativo rappresentato dal nuovo sito internet del Comitato Paralimpico nazionale. Dopo il grandissimo successo d'immagine ottenuto con le Paralimpiadi Tokio 2020, svoltesi fra agosto e settembre dello scorso anno, il Cip ha insistito sul fronte mediatico: i successi degli azzurri ai Giochi estivi hanno coinvolto e commosso il Paese con l'importante risultato emulativo di stimolare molte persone con disabilità ad avvicinarsi alla pratica sportiva con l'obiettivo, anzitutto, di favorire la propria salute, quindi ed eventualmente di rafforzare la schiera del paralimpismo competitivo.
la squadra paralimpica per i Giochi invernali di Pechino
La squadra Paralimpica per i Giochi invernali di Pechino
Perché in nessun ambito più di quello paralimpico importante è anzitutto partecipare, favorire l'accesso delle persone con disabilità all'esercizio fisico.
Vincere, è un traguardo altrettanto importante, quando si passa dalla pratica salutistica o amatoriale a quella competitiva. Qui, ogni medaglia è fondamentale per il proselitismo che induce, per lo spirito di emulazione che scatena e invoglia a sollevarsi dal letto, dalla poltrona, dalla sedia a rotelle per cimentarsi col proprio corpo nella pratica sportiva. Terapia per il corpo, la mente, lo spirito (un po' come i tre valori simbolo impressi nella bandiera paralimpica), che forse un giorno potrà diventare occasione di vittoria, di medaglia, di inno nazionale ascoltato sul podio.
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