Dalla Romania a Firenze per amore: Giorgia Farcas si candida con la Lega: “Pensiamo ai più fragili”

Collaboratrice domestica, impegnata nel volontariato, una laurea in scienze economiche ottenuta in Romania. La 49enne, candidata al Quartiere 2, racconta: “Mi sono rimboccata le maniche e ho costruito la mia vita in Italia da sola. Nessuno mi ha mai regalato niente”

di MARIANNA GRAZI -
7 giugno 2024
Giorgia Farcas Guerzoni

Giorgia Farcas Guerzoni

“Il Quartiere 2 di Firenze è la mia casa, abito qui da quando sono arrivata in Italia, ci lavoro e qui ho gli amici e la famiglia”. Georgeta (Giorgia) Farcas Guerzoni è nata nel 1975 in Romania (“nella regione della Transilvania, la più bella”), si è laureata in scienze economiche, commercio e marketing ed è arrivata in Italia quando aveva 32 anni, con alle spalle 8 anni di carriera come economista nel suo Paese d’origine. “Lì basta il titolo, non ci sono percorsi interinali, apprendistati o tirocini da fare”, ci racconta.

Giorgia, come mai ha deciso poi di venire e restare in Italia?

“Sono venuta e rimasta per amore: in vacanza in Italia ho conosciuto quello che sarebbe poi diventato mio marito. Ma non è stato semplice, mi sono trovata ad affrontare soprattutto un problema: non ero venuta per lavoro, quindi dovevo trovarne uno per rimanere”.

Che tipo di difficoltà ha incontrato?

“Ho fatto un percorso di inserimento lavorativo, ero convinta di trovare presto un’occupazione. Invece nulla. Ovunque, pur avendo magari le competenze richieste, pur sembrando in tutto e per tutto italiana, avendo 32 anni non avevo più l’età per fare l’apprendista. Ho iniziato a bussare a tutte le porte del quartiere, a bar e ristoranti. Alla fine mi hanno presa a fare la cameriera, che ho fatto fino a 7 anni fa quando si è ammalato mio padre e volendo tornare più spesso in Romania era inconciliabile. Allora sono diventata collaboratrice domestica: ammetto che non è stata una scelta semplice, però poi quando trovi le famiglie giuste, con cui ti trovi bene, è tutto più facile. In più do una mano nella contabilità a mio marito che ha una piccola ditta lavanderie. Ecco che torna utile la mia laurea e il ruolo da economista”.

Come è arrivata alla candidatura?

“Non ho mai fatto politica, né qui né in Romania. Ho conosciuto Barbara Nanucci, fin ora consigliere di quartiere 3 e ora candidata al Comune. È lei che mi ha proposto la candidatura al Quartiere 2. Ci conosciamo da tanti anni, con lei faccio volontariato sociale fin da quando sono arrivata a Firenze. È una persona con valori umani straordinari e quando mi ha chiesto di entrare nella sua squadra ho accettato”.

Perché ha scelto la Lega?

“Pur non avendo mai fatto politica attiva mi sono sempre identificata nella Destra. Essendo nata e avendo vissuto in una nazione sotto il Comunismo, tristemente, non potevo fare altrimenti. Ma non avevo una preferenza di partito. Poi ho conosciuto, attraverso Nannucci, la Lega e ho capito che questo partito mi rappresenta perché mi fa sentire protetta. Mi spiego meglio: quello che secondo me è importante è che è un partito che vuole bene al popolo italiano e agli stranieri che rispettano le leggi e i costumi di questo Paese. Io non ho mai avuto problemi per il fatto di essere straniera, ma nessuno mi ha regalato niente, mi sono rimboccata le maniche e guadagnata un posto nella società cercando un impiego e lavorando onestamente. E invece sono rimasta impressionata della facilità con cui alcune persone straniere possono accedere a servizi rispetto agli stessi italiani e ad altri che arrivano da Paesi diversi, e qui mi ci metto anche io”.

Cosa intende?

“Non è possibile che alle persone fragili o con redditi più bassi, italiane o di altre nazionalità, passino avanti invece stranieri che non cercano un lavoro, non provano a imparare la nostra lingua, non pagano le tasse e magari pretendono che gli vengano riconosciuti diritti senza però che si impegnino a contribuire in alcun modo all’Italia. Se si parla di discriminazione in Italia c’è anche tra stranieri: io sono laureata, sono venuta qui e ho cercato lavoro, con grande difficoltà. Nessuno, ripeto, mi ha regalato niente, ho fatto tutto da sola. Un politico deve prima provvedere al suo popolo, come una madre diciamo, che prima pensa a suo figlio e poi si occupa, ed è giusto che lo faccia, deve farlo nel limite delle sue possibilità, del vicino. L’Italia è una grande famiglia: io voglio vivere qui e qui morirò, mi sento italiana, voglio sentirmi tutelata e supportata come cittadina da chi mi governa. E con la Lega mi ci sento”.

Cosa critica alla Sinistra italiana? E in generale c’è qualcosa che non le piace della politica italiana?

“Alla Sinistra critico il buonismo, che mi sembra falso, non autentico. Vedo persone che stanno bene e che non si occupano nel concreto di chi invece sta peggio, come però annunciano di fare. Non si mette in atto quello che invece si professa. Loro chiedono di essere buoni e accoglienti con tutti, ma penso che dovremmo prima di tutto pensare al rispetto reciproco e dei valori di questo Paese.

Riguardo alla politica, una cosa che ho notato soprattutto in questi mesi di campagna elettorale e che non mi piace proprio è che spesso ‘arrivano’ – nel senso ottengono ruoli di potere e prestigio – persone che hanno gli agganci giusti piuttosto che quelli che si danno veramente da fare, in generale in tutti i partiti questo. Non c’è molta meritocrazia. E, visto che ci saranno anche le elezioni Europee, anche il fatto che spesso le decisioni per l’Italia sono prese in base a quello che viene stabilito da burocrati europei che non ci rappresentano: io sono a favore dell’Europa, ma di quell’Europa solidale che si occupa dei Paesi e dei popoli in difficoltà, non degli interessi delle banche”.

Ci ha detto di aver svolto attività di volontariato per anni: di che tipo?

“Sì diciamo che sono sensibile alla causa dei più deboli e vulnerabili. Ho iniziato con gli animali perché purtroppo in Romania c’è tantissimo randagismo e con la mia famiglia ho sempre aiutato nel nutrire e sterilizzare questi cani. E anche ora quando vado con mio marito giriamo per le strade per dare da mangiare agli animali che non hanno padroni. Qui in Italia invece partecipavo alla raccolta di cibo nei negozi da donare ai canili e ai gattili. Per quanto riguarda il volontariato per le persone abbiamo una onlus con la quale raccogliamo e distribuiamo aiuti, generi alimentari, alle famiglie più disagiate. Prima riuscivamo a portarli direttamente, ora siamo pochi e sono loro a venire alla sede a ritirare ogni mese il pacco che prepariamo”.

Giorgia lei si è mai sentita discriminata?

“No, direi di no. L’unica cosa è che mi è successa, nei primi tempi, probabilmente perché non parlavo molto l’italiano, è che le persone a cui mi rivolgevo per strada per chiedere qualcosa, un aiuto, non mi stavano a sentire. Non è che non mi rispondevano, proprio mi ignoravano. Altre cose no”.

Quali sono gli obiettivi che si è posta nel caso venisse eletta?

“Parto dal fatto che questo quartiere lo adoro, qui ho tutta la mia vita. Un consigliere di quartiere non può fare tanto, ma quello che può fare è controllare. Qui ci sono tanti episodi di baby gang, è successo anche al figlio della famiglia dove lavoro ora; per non parlare di spaccio, di degrado, ci sono zone in cui fa paura andare perché ci sono persone pericolose che invece fanno di tutto.

Comunque una cosa che vorrei fare è dare un qualche supporto agli abitanti delle case popolari.

Poi io abito in zona Cure e ci sono molti problemi di traffico, verso lo stadio ci sono i cantieri per la tranvia: ecco qui io mi opporrei all’abbattimento degli alberi in viale dei Mille, perché già ci sono poche zone verdi ed è caldissimo soprattutto in estate, quindi togliendo anche questi non so come potrebbe diventare l’ambiente.

Poi qualsiasi lavoro che venga fatto per la città va bene, basta che sia controllato e non ci siano sprechi di soldi pubblici. Questo secondo me, per chi è eletto, deve essere un punto fondamentale”.