L’educazione sessuo-affettiva nelle scuole si farà

Il segretario di +Europa Riccardo Magi ha comunicato sui suoi canali social l’approvazione dell’emendamento in manovra di bilancio. “Prevenzione e rispetto non devono avere colore politico

di MARCO PILI
20 dicembre 2024
Riccardo Magi, segretario di +Europa (ANSA)

Riccardo Magi, segretario di +Europa (ANSA)

Sì, l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole si farà. Lo ha comunicato su Instagram Riccardo Magi, segretario di +Europa, una volta concluse le votazioni agli emendamenti in manovra di bilancio. Ed è proprio grazie alla proposta del politico radicale che, con il voto congiunto di maggioranza e opposizione, lo stanziamento di fondi per circa mezzo milione di euro è finalmente diventato realtà.

Una mancanza, quella di serie politiche a favore dell’educazione di ragazzi e ragazze in merito agli aspetti cognitivi, emotivi, fisici e sociali della sessualità e dell’emotività, ad oggi ritenuta più che evidente e, di conseguenza, da colmare. Un impegno che, secondo le prime indiscrezioni, verrà implementato all’interno delle ore di educazione civica, prevedendo piani di offerta formativa, interventi educativi e corsi di informazione e prevenzione a favore del contrasto al fenomeno della violenza di genere.

“L’educazione sessuo-affettiva arriva finalmente anche nelle scuole italiane. Mezzo milione di euro stanziato per il 2025 grazie all’emendamento di +Europa alla manovra di bilancio e siamo felici che per una volta la maggioranza di Giorgia Meloni abbia votato a favore. Perché la prevenzione, l’informazione e il rispetto non dovrebbero avere colore politico ma essere patrimonio condiviso in un Paese civile. È solo un primo passo per contrastare la violenza di genere e le discriminazioni, per parlare ai giovani dell’importanza della prevenzione contro le malattie sessualmente trasmissibili, per promuovere il rispetto e il valore di ogni persona. Ora vigileremo sull’implementazione di questa importante conquista”, ha scritto Magi per celebrare il risultato di questa votazione.

Un appello immediatamente rilanciato anche dal segretario di Radicali Italiani, Filippo Blengino; “Sull’educazione sessuo-affettiva ci battiamo da anni. Come Radicali Italiani, abbiamo lanciato una petizione per renderla obbligatoria per legge. È fondamentale promuovere tra i giovani una cultura della responsabilità e della consapevolezza”. Esulta anche Emma Bonino che sempre sui social plaude all’approvazione dell’emendamento e rilancia: “È un primo passo, ora tocca ai giovani uomini cambiare le cose”. Politica di lungo corso, storica attivista per i diritti delle donne, Bonino ricorda che “nella battaglia contro la violenza di genere siano proprio gli uomini a doversi schierare, perché loro, ancor più di noi hanno la possibilità di mettervi fine e per questo, dopo la barbara uccisione di Giulia Cecchettin, monitorando la situazione dei femminicidi, avevo lanciato con molti sindaci l’iniziativa #OraToccaANoi”.

Ringraziando il segretario Magi e il lavoro di tutti i parlamentari di +Europa, spiega: “È un primo passo, certo, il Governo avrebbe potuto e dovuto stanziare molti più fondi. Ma è la direzione giusta per scardinare logiche prestabilite, di possesso, e mettere fine ad ogni forma di prevaricazione verso le donne, proprio lì dove il pensiero delle nuove generazioni si forma: nelle scuole.  Non ho mai amato il termine ‘educazione sessuale’ perché l’educazione dipende da chi te la da, e con questo Governo c’è poco da star sereni. Però intanto prendiamoci questa vittoria e facciamola crescere, vigilando sempre".

I dubbi sull’utilizzo dei fondi

Come sottolineato dal braccio destro di Emma Bonino, ad ogni modo, sarà necessario analizzare con accuratezza il futuro utilizzo dei fondi stanziati per il 2025. La speranza, infatti, è quella di un utilizzo non ideologico dei fondi con l’obiettivo, in particolar modo, ad accrescere quella che è la consapevolezza di studenti e studentesse in giovane età su tematiche tanto fondamentali quanto basilari per lottare in modo concreto contro la violenza di genere.

Un concetto rilanciato con forza dalla storica esponente radicale e presidente di +Europa: “Non ho mai amato il termine ‘educazione sessuale’ perché l’educazione dipende da chi te la dà, e con questo Governo c’è poco da star sereni. Però intanto prendiamoci questa vittoria e facciamola crescere, vigilando sempre. È un primo passo, ora tocca ai giovani uomini cambiare le cose”.