Il clima intorno alla campagna elettorale per le presidenziali americane di novembre si fa sempre più incandescente. Come prevedibile uno dei temi centrali dello scontro tra i due candidati è quello dell’aborto.
È di queste ore l’ultimo attacco di Kamala Harris, che aspira a diventare la prima donna (nera) alla Casa Bianca, all’avversario repubblicano: “Donald Trump ha detto di essere ‘orgoglioso’ di aver ribaltato la sentenza Roe v. Wade. Ha detto che le donne che cercano di abortire dovrebbero essere ‘punite’. Le donne in tutta America stanno soffrendo, e persino morendo, a causa dei divieti di aborto di Trump”.
Lo scrive la vicepresidente degli Stati Uniti e candidata alla Casa Bianca, Kamala Harris, sui socil network. “In occasione della Giornata mondiale della contraccezione, ricordate: l'Agenda Project 2025 di Trump è una minaccia alle nostre libertà più fondamentali. Se promulgata, proibirà l'aborto a livello nazionale e limiterà l'accesso alla contraccezione. Mi fido delle donne per prendere decisioni sui loro corpi. E come presidente, quando il Congresso approverà una legge per ripristinare la libertà riproduttiva, la firmerò con orgoglio trasformandola in legge”, aggiunge Harris.
Il Project 2025 di Donald Trump
Se non avete sentito ancora parlare di Project 2025 vi spieghiamo brevemente di cosa si tratta. Si può definire una sorta di “lista dei desideri” di 900 pagine per il prossimo presidente repubblicano, una proposta che espanderebbe il potere presidenziale e imporrebbe una visione ultra-conservatrice.
Ma se Donald Trump ha ripetutamente sconfessato il piao, decine di ex funzionari della sua amministrazione hanno comunque contribuito alle proposte del think tank, fornendo ai democratici un bersaglio facile contro l'ex presidente.
Le note in materia di aborto nel Progetto 2025 – ce ne sono circa 200 – hanno suscitato alcuni dei dibattiti più accesi. Il documento non chiede un vero e proprio divieto di aborto a livello nazionale – e Trump ha dichiarato che non firmerebbe una legge del genere. Tuttavia, propone di ritirare dal mercato la pillola mifepristone e di utilizzare le leggi esistenti, ma poco applicate, per impedire che il farmaco venga spedito per posta.
Più in generale, il documento suggerisce che il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani dovrebbe “mantenere una definizione di matrimonio e famiglia basata sulla Bibbia e rafforzata dalle scienze sociali”.
Le differenze con la piattaforma repubblicana
Almeno per quanto riguarda l'aborto, il documento differisce in modo abbastanza sostanziale dalla piattaforma repubblicana, che menziona la parola “aborto” solo una volta. La piattaforma afferma che le leggi in materia dovrebbero essere lasciate ai singoli Stati e che le interruzioni di gravidanza tardive (che non definisce) dovrebbero essere vietate. Aggiunge infine che l'accesso alle cure prenatali, agli anticoncezionali e alla fecondazione in vitro dovrebbe essere protetto.