L'Europarlamento condanna l'Italia per retorica anti-Lgbt

A Strasburgo è stato approvato un emendamento che condanna Italia, Ungheria e Polonia per il mancato rispetto dei diritti umani

di MARCO PILI
20 aprile 2023
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L'Europarlamento denuncia nuovamente l'atteggiamento delle istituzioni italiane e della maggioranza di destra. Alla Camera è stato votato un emendamento che disapprova le azioni dei governi di Italia, Polonia e Ungheria nei confronti della comunità Lgbt. La condanna, promossa dal gruppo dei Verdi, "osteggia fermamente la diffusione di retorica anti-diritti, anti-gender e anti-lgbtq+ da parte di alcuni influenti leader politici e governi nell'Ue, come nel caso di Ungheria, Polonia e Italia". Sono queste le parole pronunciate in aula e contenute nell'atto, sottoposto oggi al giudizio degli europarlamentari membri. Le fazioni di destra sono uscite sconfitte dalla votazione, con l'emendamento approvato con 282 voti a favore, 235 contrari e 10 astenuti. Oltre ai Verdi, anche i socialisti di S&D, la Sinistra e i liberali di Renew Europe hanno appoggiato il testo discusso. Contrari i sovranisti del centro-destra e della destra più estrema, con alcuni membri del Ppe (Partito popolare europeo) che potrebbero essersi espressi in modo disgiunto dalla linea del partito, sostenendo la causa dei loro avversari politici. Una differenza di 53 voti, dunque, che ha consentito un'opera di condanna dai contorni nitidi nei confronti dei conservatori di tutte le nazioni, colpevoli di privare molte persone di alcuni diritti fondamentali con le loro azioni. La recrudescenza delle destre nel vecchio continente sta minando molti passi avanti in tema di civiltà e inclusione, molti dei quali compiuti nella seconda metà del secolo scorso.

Le precedenti infrazioni di Ungheria e Polonia

Ungheria e Polonia, a differenza dell'Italia, erano già state punite dalla Corte europea su molteplici fronti. Dal mancato rispetto delle norme per l'azzeramento delle emissioni di CO2, fino ad arrivare allo scandalo della corruzione nella regione magiara e al mancato rispetto delle minoranze Lgbt.
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Orban insieme al Ministro Matteo Salvini

Da oggi, anche l'Italia viene associata ai sovranismi europei capitanati da Orban e Mateusz Morawiecki, entrambi Primi ministri e leader dei rispettivi partiti conservatori. Anche la maggioranza di centro-destra, eletta in Italia nel corso delle votazioni per la composizione del Parlamento nel settembre 2022, viene inserita nello stesso alveo. Non un successo per la politica europea italiana, che si trova a dover fare i conti anche con l'erogazione dei fondi del Pnrr.

Le sentenze dell'Europarlamento in tema Lgbt

Recentemente, la Camera composta dai parlamentari dei paesi membri aveva già condannato l'Italia per il mancato riconoscimento dei diritti delle famiglie arcobaleno. Questo nuovo emendamento fa da eco alla recente linea adottata dalle istituzioni comunitarie, volta all'inclusione delle persone appartenenti alle comunità in oggetto.
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Il Parlamento europeo in occasione di una seduta plenaria

Le costanti parole di avversione alle tematiche care al legislatore stanno spostando il mirino degli organi di controllo sul nostro esecutivo. Gli enti europei, non a caso, stanno monitorando attentamente anche la situazione dei fondi del Pnrr, con la Pubblica amministrazione in ritardo nella consegna dei documenti necessari per l'erogazione dei fondi.

Un cambio di passo

In Italia, dopo la vittoria del centro-destra alle elezioni politiche del 2022, è avvenuto un importante cambiamento nell'approccio ai diritti civili. Nonostante una maggioranza presumibilmente favorevole, anche il ddl Zan era stato osteggiato e bocciato al Senato già nel 2021, mostrando come il nostro Paese sia in un momento difficile per quanto riguarda le tematiche legate ad accoglienza e solidarietà. Le principali azioni del nuovo governo hanno riguardato, fino ad oggi, l'opposizione al riconoscimento delle famiglie arcobaleno, ma anche numerose dichiarazioni contrarie all'aborto della ministra per la famiglia e la natalità Roccella, che mettono in discussione il diritto sancito da un referendum popolare del 1981.
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Eugenia Roccella, ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità

Oltre alle tematiche civili, però, le posizioni dal carattere conservativo tenute dall'esecutivo riguardano anche tematiche ambientali e lavorative. Ad oggi, complice l'incertezza dovuta a guerre, crisi ed inflazione, le persone che si recano alle urne ritengono le fazioni di destra più adatte a rassicurare il popolo.