Meloni e Schlein, in Italia il potere è donna: sintonia nella diversità politica

Nel messaggio della Presidente del Consiglio alla neosegretaria del Pd non si può non cogliere la soddisfazione per un’altra leader che si è fatta strada. Dopo il giorno dei fiori, verranno quelli dei cannoni

di GABRIELE CANÈ
27 febbraio 2023
Giorgia Meloni e (a destra) Elly Schlein

Giorgia Meloni e (a destra) Elly Schlein

Non c’è stato bisogno delle quote rosa, un equilibrio imposto per legge. Di rosa l’Italia si tinge sempre di più per scelta, per qualità delle personalità proposte. Risultato: siamo l’unico Paese al mondo in cui a una premier donna contrappone una leader femmina del maggior partito di opposizione. È la prima osservazione che tutti hanno fatto dopo l’elezione alla segreteria Pd di Elly Schlein, al di là del significato e delle conseguenze politiche della sconfitta di Bonaccini. Due donne oggettivamente molto diverse all’apparenza e certamente nella appartenenza. Ma se leggiamo con attenzione il messaggio che Giorgia Meloni ha inviato l’altra notte a Schlein, beh, non si può non cogliere una sfumatura di solidarietà, di sintonia nella diversità. Certo nei complimenti e auguri della Presidente del Consiglio non manca il calcolo politico: una segretaria del Pd che si colloca orgogliosamente e saldamente a sinistra sui temi del sociale, dei diritti, della pace, è una antagonista tosta, ma non un pericolo. Peggio sarebbe stato un Bonaccini pragmatico, capace di pescare al centro, di lanciare ponti e messaggi a forze che ora sostengono il governo. Con Schlein è tutto più chiaro: una da una parte, e l’altra dalla parte opposta. Discorso e ragionamento validi anche in senso contrario. Ovviamente. Ma non solo.
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Nel messaggio di Meloni non si può non cogliere la soddisfazione per un’altra donna che si è fatta strada, per una giovane che deve guardare avanti e non indietro. Un po’ il Dna di Meloni, l’imprinting di una generazione rosa che avanza con impegno, senza sconti, anzi, trovando certamente di fronte ostacoli e resistenze. Dopo il giorno dei fiori, verranno certamente anche quelli dei cannoni politici.

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni (46 anni)

Ma difficilmente si spezzerà quel filo generazionale e di genere, emerso in filigrana da parte della Meloni, che la Schlein non ha certo potuto condividere nel momento in cui ha lanciato il guanto della sfida. Ma che probabilmente ritroveremo sul ring, da avversarie, quando se le daranno “in rosa” di santa ragione. In un Paese complessivamente sempre più femmina ai piani alti delle istituzioni. Con Silvana Sciarra a capo della Corte Costituzionale, seconda donna a ricoprire il prestigioso incarico dopo Marta Cartabia. Ricordando che Silvana Sciarra è stata la prima donna ad essere eletta giudice costituzionale dal Parlamento, e che nel 2014 e durante la presidenza di Giuliano Amato aveva già ricoperto il ruolo di vice presidente della Consulta. Poi Margherita Cassano la prima donna nella storia d’Italia a guidare la Corte di Cassazione, succedendo all’attuale presidente Pietro Curzio. La sua nomina verrà confermata proprio oggi in una seduta a cui parteciperà anche il Capo dello Stato. Insomma, duopolio rosa in politica e estensione a macchia d’olio nelle istituzioni. L’Italia maschile arretra. Quella al femminile avanza. A inarrestabile passo di carica.