Chi è Claudia Sheinbaum, la fisica prima “Presidenta” del Messico

Domenica 2 giugno circa 100 milioni di elettori hanno aperto un nuovo corso della storia nazionale: una sfida al femminile tra le due candidate, segnata dalla violenza della campagna elettorale con oltre 30 persone assassinate

di MARIANNA GRAZI -
3 giugno 2024
Claudia Sheinbaum

Claudia Sheinbaum

Basterà una domenica di lunghe attese per votare quella che si appresta ad essere la prima presidente donna nella storia del Paese per spazzare via una volta per tutte la cultura maschilista che ‘governa’ in Messico? E che  conseguenze avranno queste storiche elezioni per gli Stati Uniti (che ci hanno provato e hanno fallito più volte in questo tentativo) e altri Stati vicini?  Sicuramente il passo avanti necessario perché questo percorso storico si avvii è stato compiuto, ora non resta che attendere lo spoglio e capire a chi, tra le due candidate, spetterà questo compito.

La prima presidente donna del Messico

Il 2 giugno quasi 100 milioni di elettori messicani sono andati a votare in un'elezione storica ha fatto di Claudia Sheinbaum – candidata del partito di sinistra Movimento di Rigenerazione Nazionale (MORENA) attualmente di maggioranza al governo – la prima Presidenta dello Stato cento americano. Progressista, con un’attenzione particolare all’ambiente, si è posta fin da subito come ‘madre del popolo’, visto che durante tutta la campagna elettorale è apparsa circondata dai suoi sostenitori, abbracciata a loro a rinsaldare un impegno comune verso il nuovo corso della storia.

Abbracci invece di pallottole, è stato questo in effetti lo slogan adottato dal partito Morena e da Sheinbaum, in una campagna al voto caratterizzata dalla violenza, con decine di candidati uccisi (l’ultimo domenica, a urne già aperte) da criminali dei cartelli del narcotraffico.

Combo candidate presidenti in Messico: Claudia Sheinbaum e Xochitl Galvez
Combo candidate presidenti in Messico: Claudia Sheinbaum e Xochitl Galvez

Sheinbaum fin da subito è apparsa in testa nei sondaggi rispetto alla sua principale avversaria, Xochitl Galvez, appoggiata da una coalizione di opposizione composta dal Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI), dal PAN di destra e dal partito di sinistra PRD, e a Jorge Álvarez Máynez. 

Domenica mattina, mentre si recava alle urne, la candidata di Morena ai giornalisti ha detto che quella era una “giornata storica” e che si sentiva a suo agio e soddisfatta del lavoro svolto. “Tutti devono andare a votare”, ha dichiarato Sheinbaum, scienziata specializzata in fisica ed ex sindaca di Città del Messico. 

L’ex senatrice Galvez, donna d'affari e ingegnera, si è invece fermata a parlare con i sostenitori poco dopo l'apertura dei seggi. “Dio è con me”, ha dichiarato, aggiungendo che si aspettava una giornata impegnativa. 

“Mi sembra un sogno. Non avrei mai immaginato che un giorno avrei votato per una donna", ha detto alla Reuters Edelmira Montiel, 87 anni, sostenitrice di Claudia Sheinbaum a Tlaxcala, lo Stato più piccolo del Messico. “Prima non potevamo nemmeno votare, e quando potevamo, dovevamo votare per la persona per cui tuo marito ti indicava. Grazie a Dio le cose sono cambiate e io posso dire di aver vissuto (il cambiamento)", ha aggiunto l’anziana.

Le sfide che aspettano la prossima presidente

La vittoria di una donna, già di per sé, rappresenta un passo in avanti importante per un Paese noto per la sua cultura machista. Claudia Sheinbaum il 1° ottobre prossimo inizierà un mandato di sei anni nel quale sarà chiamata ad affrontare sfide fondamentali, tra cui la lotta alla criminalità organizzata e al traffico di stupefacenti (che passa dallo smantellamento dei potenti cartelli della droga), la riorganizzazione dei rapporti con i vicini Stati Uniti (chiamati anch’essi al voto presidenziale a novembre), l’immigrazione, la risposta ai cambiamenti climatici e ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente, che richiedono un coordinamento internazionale.

Tra le sfide che attendono la prossima presidente ci sono anche le carenze di elettricità e acqua e la decisione su cosa fare del Pemex, il gigante petrolifero statale che ha visto la produzione diminuire per due decenni e sta affogando nei debiti. Entrambe le candidate principali hanno promesso di espandere i programmi di welfare, anche se il Messico ha un forte deficit quest'anno e una crescita del PIL lenta (+1,5% per il 2025). Sam Castillo, ballerino di 25 anni, ha detto di sperare che Sheinbaum possa essere più forte del predecessore nelle relazioni estere. Mentre aspettava di votare in un seggio del quartiere Florida, ha detto di sentirsi più a suo agio, come membro della comunità LGBT, con la sinistra al potere: “Quello che abbiamo visto con la legislazione di genere, con l'uguaglianza matrimoniale, per me ha a che fare con il partito”, ha concluso Castillo.

La violenza in campagna elettorale

La campagna elettorale, però, è stata segnata dalla violenza: 38 candidati sono stati uccisi, tra cui un candidato locale che è stato colpito a morte sabato sera, alla vigilia del voto. Si tratta del tributo più alto nella storia moderna del Messico, che alimenta le preoccupazioni sulla minaccia dei cartelli della droga in guerra per la democrazia.

“Il Paese è inondato di sangue a causa della corruzione”, ha affermato un'elettrice del quartiere Del Valle di Città del Messico, la 69enne Rosa Maria Baltazar, parlando con l’agenzia Reuters. “Vorrei un cambio di governo per il mio Paese, qualcosa che garantisca una vita migliore”.

Chi è Claudia Sheinbaum

La favorita alla vittoria in Messico, Claudia Sheinbaum
La favorita alla vittoria in Messico, Claudia Sheinbaum

Claudia Sheinbaum, 61 anni, non solo è diventata la prima donna alla guida del Paese, ma anche la prima presidente di origini ebraiche.

Già sindaco di Città del Messico dal dicembre 2018 fino a quando si è dimessa, lo scorso anno, per perseguire la candidatura presidenziale. Ha origini ebraiche date dai suoi quattro nonni immigrati dalla Lituania e dalla Bulgaria, secondo l'Associated Press, ma si definisce una donna di fede che non aderisce ad alcuna religione

Prima di intraprendere la carriera politica è stata una scienziata (fisica e ingegnera, figlia a sua volta di scienziati), conseguendo il dottorato di ricerca all'Università Nazionale Autonoma del Messico. Ha fatto parte del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici come parte di un team che ha vinto il Premio Nobel per la pace nel 2007.

Secondo Reuters, recentemente ha svelato un piano ambizioso per stanziare 13,6 miliardi di dollari in progetti per l’energia eolica e solare. Tanto da dichiarare, in campagna elettorale: "Stiamo lavorando al piano energetico nazionale non solo fino al 2030, ma fino al 2050". 

In politica si definisce “figlia del 1968”, in riferimento al movimento studentesco internazionale a cui parteciparono i suoi genitori e che in Messico fu represso nel sangue dall'esercito. Durante il suo periodo come studentessa universitaria ha militato in vari gruppi di sinistra e ha preso parte ai movimenti di solidarietà con le lotte operaie e contadine, nonché al movimento del 1987 per il mantenimento dell'istruzione universitaria gratuita.

Nel 1982 ha anche fatto campagna elettorale per Rosaria Ibarra, la prima donna candidata alle elezioni presidenziali in Messico e figura di spicco nella difesa dei diritti umani nel Paese. Il 20 novembre 2000 è entrata a far parte del gabinetto del Capo del governo di Città del Messico Andrés Manuel López Obrador e è stata Segretario dell'Ambiente prima di Città del Messico e poi nazionale.