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eugenia roccella
Stupro e pornografia. Un binomio che, nelle ultime settimane, si fa sempre più centrale nel discorso pubblico. Tra chi 'incolpa' i social e la Rete di diffondere senza censure immagini che al sesso spinto e spingono a un rapporto 'malato' con l'altro sesso e chi, invece, non si accontenta della risposta facile e cerca di andare più a fondo, per trovare le reali cause che spingono gli adolescenti, i ragazzi anche giovanissimi non solo a pensare di poter fare quel che vogliono con le donne, ma anche a farlo.
Così in un'intervista a Quotidiano Nazionale Eugenia Roccella, commentando le violenze di gruppo avvenute a Palermo e Caivano. "C'è una pornografia che è molto cambiata - aggiunge - ed è sempre più violenta e umiliante nei confronti delle donne. C'è un'esposizione precoce a questi contenuti, che le nuove tecnologie facilitano: l'età media del primo accesso al porno è stimata in 7 anni". E ancora: "C'è un problema educativo che si ricava anche da sentenze giudiziarie che hanno fatto tanto parlare di sé. Di recente, ad esempio, per un altro stupro di gruppo, dei ragazzi sono stati assolti con la motivazione di una errata percezione del consenso della donna a causa di una idea del sesso mutuata dalla pornografia: una sentenza che non condivido ma che ha posto il problema".
Alla domanda su un possibile intervento di legge sulla fruizione del porno da parte dei minori, Roccella insiste: "Il mio scopo era aprire un dibattito. Sentiamo che cosa ne pensano le associazioni familiari, i gruppi di genitori, gli esperti, gli stessi ragazzi, e vediamo anche cosa accade negli altri Paesi: in Francia, per esempio, si sta proponendo una legge che va in questa direzione". Ma anche la scuola "è assolutamente centrale in qualsiasi strategia anti-violenza. Sarebbe importante che il tema entrasse stabilmente nell'educazione civica. Bisogna spiegare ai ragazzi che il corpo è la persona. E che un rapporto sessuale, anche in una conoscenza che dura cinque minuti, è una relazione". Invece sulle misure repressive la ministra frena: "Direi che c'è bisogno soprattutto di rafforzare la prevenzione per fermare il ciclo della violenza prima che si arrivi al femminicidio e c'è bisogno di una formazione dei magistrati e degli operatori che vengono a contatto con i casi di violenza contro le donne".
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Il quartiere Parco Verde a Caivano, in provincia di Napoli, dove due giovanissime cugine sono state violentate da un gruppo di sei adolescenti
Stupri di gruppo a Palermo e Caivano: colpa del porno?
Chiamato in causa dai sette indagati per lo stupro della 19enne a Palermo ("una cosa così l’avevo vista solo nei video porno"), anche per il caso di Caivano e delle due cugine 13enne violentate dal branco si è citata, tra le cause che spingono a compiere questi terribili gesti, la facilità con cui gli adolescenti hanno accesso a questi contenuti. Su questo tema è intervenuta anche la ministra delle Pari opportunità, della famiglia e della natalità: "Vorrei aprire un dibattito. Non per stabilire relazioni automatiche di causa-effetto, ma per raccogliere l'evidenza di un problema che gli esperti di questioni come il cyberbullismo e revenge porn segnalano con sempre maggiore insistenza".
A Palermo 7 ragazzi sono indagati per violenza sessuale su una 19enne
Roccella: "Lavoriamo con le famiglie e la scuola"
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La ministra della Pari opportunità, della famiglia e della natalità Eugenia Roccella