Carne sintetica e OGM, la ricerca che aiuta l'ambiente

L'evoluzione tecnologica applicata al cibo è un vettore di innovazione fondamentale per combattere il cambiamento climatico

di MARCO PILI -
24 aprile 2023
chicken burger, panino pollo

chicken burger, panino pollo

"Usando questo strumento gli studenti non impareranno niente, non avranno contatto con la realtà". No, questa frase non è una moderna critica all'uso della tecnologia in classe, ma la traduzione di un commento di Socrate, dichiaratamente contrario all'utilizzo della della scrittura. Carne sintetica e OGM, argomenti apparentemente scollegati dall'introduzione della grafia, vi condividono in realtà una caratteristica importante: l'avversione nei confronti della ricerca e dell'evoluzione. Coltivazione della carne in vitro e ricombinazione genetica artificiale sono solo due facce della stessa medaglia, in quanto processi vietati per legge dagli esecutivi che negli anni si sono susseguiti alla guida del nostro Paese. Il confronto su queste tematiche è molto acceso, e dà vita a discussioni che a cadenza regolare accendono il dibattito pubblico.
Divieto ambiente

Carne sintetica coltivata in vitro

Se gli organismi geneticamente modificati tengono banco già da molti anni, riservando non pochi colpi di scena in seguito a direttive europee e sentenze di numerosi tribunali pubblici, il tema della carne sintetica è approdato solo di recente sui giornali italiani.

Dall'invenzione alle prime autorizzazioni al consumo

La coltura in vitro della carne è stata realizzata per la prima volta negli anni '70 da Russell Ross, professore di patologia americano. Ma l'idea è stata sviluppata, sempre negli Stati Uniti, fin dagli anni '50. Non stupisce, dunque, che la federazione a stelle e strisce sia una delle principali frontiere per l'innovazione di questa tecnologia. Nel novembre 2022, infatti, La Food and Drug Administration (Fda) ha annunciato l'approvazione di un prodotto a base di carne ottenuto da cellule animali proposto dalla Upside Foods, un'azienda che produce 'pollo' sintetico, evitando così di macellare animali per la produzione di carne. Quella americana, però, non è stata un'anteprima su scala mondiale.

La coltivazione in laboratorio della carne da consumo ridurrebbe enormemente il macello di animali

Oltreoceano, già nel dicembre 2020, la Singapore Food Agency aveva approvato la distribuzione e la vendita di bocconcini di pollo 'coltivati', posando una pietra miliare per l'industria alimentare globale. L'autorizzazione è arrivata dopo una lunga revisione di sicurezza, operata da un organo di controllo nazionale e durata ben due anni.

Il divieto del Consiglio dei Ministri proibisce lo sviluppo

In Italia, a differenza di Stati Uniti e Singapore, l'attuale governo di Giorgia Meloni si è mostrato fin da subito particolarmente intransigente in merito. Il 28 marzo scorso, il CdM ha approvato un disegno di legge che vieta la produzione e la commercializzazione di cibo sintetico, fermando di fatto lo sviluppo di questa nuova tecnologia in tutta la penisola, con multe fino a 60.000€ per i trasgressori. Una decisione importante, soprattutto in vista del futuro coinvolgimento del legislatore europeo in merito. Nel caso in cui il Parlamento dovesse emanare una direttiva comunitaria, però, la volontà sovranazionale dovrebbe essere integrata nelle normative vigenti tramite legge. Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, presentando il ddl, aveva affermato che "c'e un rischio di ingiustizia sociale con il cibo sintetico, in una società in cui i ricchi mangiano bene ed i poveri no. Non c'è un atteggiamento persecutorio, ma di forte volontà di tutela".
Carne sintetica

Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste

Una tutela volta anche, e soprattutto, alla filiera nazionale dell'agroalimentare, con Coldiretti particolarmente entusiasta di questo divieto, a tal punto da definire la scelta "lungimirante e coraggiosa".

La carne sintetica rientrerà tra i cibi del futuro?

La prima dimostrazione pubblica sulla commestibilità della carne sintetica è avvenuta a Londra, nel 2013. Al tempo, il costo di un singolo hamburger si aggirava attorno ai 375mila euro. Un costo assolutamente proibitivo per i più, che è calato fortemente nel corso di soli 10 anni. Secondo la Good Food Institute, ente no-profit che rappresenta le proteine alternative, entro pochi anni sarà possibile ridurre il costo della carne sintetica di oltre 8mila volte, passando dai 18.000$ al chilo attuali a 2.50$ al chilo entro il 2030. Sicuramente, alcune delle prerogative per il raggiungimento di questo traguardo consistono nella produzione in scala e nella ricerca condivisa su scala internazionale. Un modus operandi osteggiato in Italia, che di fatto escluderà la nostra nazione da un mercato che, secondo numerose stime, varrà il 20% del mercato mondiale della carne nei prossimi 15 anni (450 miliardi entro il 2040). Come già detto, questa pratica è già stata riconosciuta e approvata negli Stati Uniti e in Singapore, con numerosi stati europei che si stanno muovendo nella stessa direzione. Il decreto emanato dal Governo italiano, in compenso, vieta l'importazione solo dai paesi extra-UE, avendo dovuto rispettare le norme sulla libera circolazione delle merci dettate dal Trattato di Schengen.
divieto fa male

La Food and Drug Administration è stata uno dei primi enti nazionali ad approvare il consumo della carne sintetica

I benefici per l'ambiente

Ad oggi, la produzione di carne da macello nel mondo è responsabile dell'emissione in atmosfera di una delle più alte percentuali di gas serra. Da solo, il comparto dell'allevamento destinato al cibo da tavola è responsabile del 14,5% di tutte le emissioni nocive per l'ambiente. Inoltre, la porzione di settore primario destinata alla produzione di carne utilizza il 20% delle terre emerse come pascolo, e il 40% dei terreni coltivati per produrre i mangimi destinati agli animali. Un comparto altamente impattante che, per paragone, emette tanta CO2 quanto quella derivante dal settore dei trasporti su scala globale. La carne sintetica potrebbe aiutare ad evitare l'emissione di una fetta notevole di gas serra, oltre a liberare porzioni di terreno destinabili alla riforestazione o all'agricoltura sostenibile.