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Cop28: nell'intesa finale c'è tutto e il contrario di tutto. Senza "sconfitti", se non il clima

L'accordo siglato dai Paesi che hanno partecipato all'annuale conferenza programmatica Onu parla di "transizione lontano dai combustibili fossili", di auspici più che di impegno concreto

di DOMENICO GUARINO -
13 dicembre 2023
COP28 Climate Change Conference in Dubai

COP28 Climate Change Conference in Dubai

"Abbandonare le fonti fossili" ovvero la principale causa del riscaldamento globale antropico. Alla fine l’intesa è arrivata e a Dubai tutti, in qualche modo, possono cantare vittoria. O comunque dichiararsi "non sconfitti". Il 'gioco delle bozze', come sempre fatte circolare ad arte, è servito dunque a creare nell’opinione pubblica il terreno fertile verso un compromesso che, se non è bicchiere mezzo pieno per nessuno, allo stesso modo non può dirsi mezzo vuoto per qualcuno.

Cop28, con l'intesa zero risposte ma nessuno perde

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La Cop28 del 2023 si è tenuta a Dubai

Di fatto, il compromesso raggiunto alla 28esima Cop (conferenza programmatica Onu sul clima), che si è svolta negli Emirati Arabi, è lontano dall’idea di una eliminazione graduale (phase out) chiesta inizialmente da oltre 100 paesi (su 200). E il testo finale dà certamente molto margine di manovra per l’industria oil&gas, e per i Paesi che non vorranno rinunciare alle fossili: basterà puntare, ad esempio, tutto sul gas. Insomma, a ben vedere ad aver vinto è il sano realismo. Come dice una persona che di ambiente qualcosa ne sa, Ermete Realacci, ex presidente di Legambiente da sempre in prima linea sulle battaglie per il clima, era infatti difficile chiedere ad un’istituzione come l’Organizzazione delle Nazioni Unite, soprattutto per come è congegnata e concepita oggi, di eliminare con un colpo di spugna l’uso delle energie da carburanti fossili. Visto che, tra le altre cose, non riesce nemmeno ad imporre tregue umanitarie nei conflitti che stanno insanguinando il mondo. È il segno dei tempi e quindi prendiamo quello che c’è di buono.

L'accordo di Dubai: un "risultato storico" a parole

Veniamo al merito dell'accordo. La frase che ha rappresentato il punto di caduta accettabile tra i difensori di petrolio, carbone & Co. e chi avrebbe voluto uno stop più o meno immediato, parla di "transizione lontano dai combustibili fossili". Su di essa, nelle prime ore del 13 dicembre, un giorno dopo la chiusura ufficiale del vertice, i delegati riuniti in plenaria hanno trovato l’accordo per iniziare a dire addio a queste fonti. Una frase frutto di buoni auspici più che di impegni solidi e verificabili, magari con un timing che segnasse le fasi di questa transizione. Ma, obiettivamente, come dicevamo, stanti così le cose, sarebbe stato chiedere troppo.
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il presidente della Cop28, il sultano al-Jaber

In un mondo in cui i disordini bellici sul fronte orientale stanno soffiando verso una nuova guerra fredda (che poi tanto fredda non è) evidentemente questa vicenda del clima sembra aver perso nell’agenda dei grandi, qualora l’avesse mai avuta, una posizione di primo piano. Non c’è urgenza insomma. È triste ma è così. Quindi è vero che la menzione della necessità di abbandonare i combustibili fossili nel documento finale, come sostiene la presidenza emiratina di turno, è in qualche modo un “risultato storico”, perché non era oggettivamente mai accaduto. Ma come giustamente sottolinea lo stesso Sultan al-Jaber “un accordo è buono solo quando è implementato”. E qui sta l’arcano: chi avrà interesse e forza di implementarlo? Anche considerato il fatto che, di per sé, l’accordo, come ogni decisione presa dal processo delle Cop, non ha valore legalmente vincolante. La versione approvata in plenaria non cita per altro l’obiettivo degli 1,5 gradi nel preambolo. Anche se ne parla diffusamente altrove. In questo modo, che è formale certo ma anche politico e quindi significante, gli 1,5°C non scompaiono, ma restano “depotenziati” dal patto di Dubai.

Sforzi di "Transizione": manca l'obiettivo certo

Il cuore del patto si trova al paragrafo 28, nel capitolo sulle misure di mitigazione necessarie per restare allineati a Parigi. Gli stati sono chiamati a “contribuire” agli “sforzi globali” citati nel dettaglio, in particolare applicandosi verso una "transizione via dai combustibili fossili nei sistemi energetici". “Transizione” richiama la necessità di iniziare ad abbandonare le fossili, ma non dice nulla sull’obiettivo finale. Non è né una riduzione (phase down) , che implica una quota di fossili, per quanto residuale, anche nel lungo termine, e non è un’eliminazione (phase out) come volevano i rigoristi che comporta l’addio definitivo a petrolio, gas e carbone.
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L'accordo raggiunto non ha valore legalmente vincolante

Gli aspetti positivi di questo comma, introdotti nell’ultima versione, sono dunque il riferimento alla necessità di iniziare immediatamente la transizione ottenendo risultati tangibili entro il 2030 (“accelerando l’azione in questo decennio critico”) e quello al 2050 come orizzonte per l’obiettivo 'net zero'. Non era scontato visto che molti Paesi, Cina e India su tutti, hanno fissato il loro target al 2060 o al 2070. Per fare questo si stabilisce di triplicare la capacità installata globale di rinnovabili e di raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030. Oltre al processo di sul phase down del carbone, già per altro deciso nella Cop26. Tutto e il contrario di tutto. E dunque ciascuno la può intendere a modo suo.

Pareri discordanti

Per l’Unione Europea il testo è “veramente consequenziale”, commenta il commissario al Clima Wopke Hoekstra, e rappresenta “l’inizio della fine dei combustibili fossili”. Anche per il successore di Frans Timmermans quella di Dubai è una “decisione storica” che “mette in moto una transizione irreversibile e accelerata per abbandonare i combustibili fossili”. Non la pensa così il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, uno dei più accesi sostenitori della necessità di usare l’espressione “phase out”, cioè eliminazione graduale delle fossili, nel testo finale della Cop28. “A coloro che si sono opposti a un chiaro riferimento all’eliminazione graduale dei combustibili fossili durante la conferenza sul clima Cop28 - afferma - voglio dire: che ti piaccia o no, l’eliminazione graduale dei combustibili fossili è inevitabile. Speriamo che non arrivi troppo tardi”.