Cos’è l’acufene? Tre milioni di italiani ne soffrono, tra cui Piero Pelù

Ronzio alle orecchie, suoni fantasma che se acuti possono causare insonnia, ansia e depressione

15 giugno 2024
Image by DC Studio on Freepik

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Poco tempo fa Piero Pelù, anche in una recente intervista con noi, ha dichiarato di soffrire di acufene. Problema che, con le varie conseguenze che ne sono derivate, lo hanno tenuto lontano dai palchi per molto tempo. Troppo, per lui e per i fan. Ma cos’è esattamente l’acufene?

Oltre 3 milioni di persone in Italia convivono con il tinnito o acufene, il cosiddetto ronzio alle orecchie, suoni fantasma associati a una progressiva perdita dell'udito, che se persistente e acuto può arrivare a limitare le normali attività quotidiane fino a causare insonnia, ansia e depressione. Se ne è parlato oggi a Roma, in occasione del primo Wsa Summit, organizzato da Anthea Group e sostenuto da Widex Italia, Sivantos e Acufenia con l'obiettivo di condividere le ultime ricerche nel campo della diagnosi e trattamento del tinnitus, spesso causato da un trauma acustico, e promuovere un approccio olistico e multidisciplinare alla gestione del sintomo.

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"L'acufene nel mondo, secondo i più recenti studi epidemiologici, è sicuramente in aumento - spiega Alessandra Fioretti, specialista in otorinolaringoiatria, audiologia e foniatria-. In Italia ne soffrono più di 3 milioni di cui circa 600 mila in forma severa. È necessario rivolgersi inizialmente al medico di base e successivamente a un specialista che effettuerà una otoscopia e successivamente l'esame audiometrico. Si tratta poi di distinguere se ci troviamo di fronte ad un'acufene semplice o complesso che necessita di un approccio multidisciplinare - continua-. Secondo le linee guida internazionali, la terapia cognitivo-comportamentale è ancora il gold standard in caso di acufene cronico. In caso di ipoacusia è indicato l'utilizzo degli apparecchi acustici, ma laddove non è possibile, per via della gravità, si suggerisce l'impianto cocleare”.

Tra gli approcci alternativi presentati al congresso, la Widex Zen Therapy (WZT), un protocollo completo, teorizzato da Robert Sweetow del dipartimento di otolaringoiatria dell'Università della California, basato su counseling, amplificazione, strategie di relax e toni frattali, per aiutare a correggere pensieri e comportamenti disadattivi legati all'acufene con l'uso di suoni ambientali o amplificati da apparecchi acustici. L'idea è quella di favorire il relax, minimizzando il contrasto tra l'acufene e l'ambiente sonoro circostante. Anche i programmi di mindflulness, tuttavia, rientrano tra le terapie suggerite. "La pratica costante di mindfulness va ad agire proprio sull'infiammazione sistemica - spiega la psichiatra, counselor e insegnante certificata di mindfulness self compassion Rosa Bruni-. L'allenamento della consapevolezza è un allenamento dell'attenzione e della concentrazione che può cambiare in positivo la percezione del sintomo e quindi abbassare il livello di stress”, conclude.