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Una donna americana esce dallo stato catatonico dopo 20 anni

Dopo un evento traumatico l'allora 21enne April Burrell ha sviluppato una psicosi simile alla schizofrenia. In realtà una malattia autoimmune le stava attaccando il cervello

di MARIANNA GRAZI -
3 giugno 2023
april burrell

april burrell

Esce dallo stato catatonico dopo oltre 20 anni. Per April Burrell è stata un po' una rinascita, come venire al mondo di nuovo. Grazie a un'innovativa scoperta scientifica, questa donna si è risvegliata dopo aver ricevuto un trattamento mirato per una malattia autoimmune che stava attaccando il suo cervello.

La storia di April: da studentessa modello alla psicosi

Prima che la sua vita venisse inghiottita da questa sorta di buco nero, April era stata una studentessa estroversa e molto intelligente, che frequentava il corso di specializzazione di primo livello in contabilità all'Università del Maryland Eastern Shore. A 21 anni, dopo un evento traumatico, ha improvvisamente sviluppato una psicosi (si pensava a forma di schizofrenia) e si è persa tra costanti allucinazioni visive e uditive.
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Gli esperti del reparto di psichiatria della Columbia University con il dottor Sander Markx al centro

"È stata la primissima paziente che ho avuto", ha detto al Washington Post Sander Markx, direttore della psichiatria di precisione della Columbia University, che nel 2000 era ancora uno studente di medicina quando le è stato sottoposto il caso di Burrell. "A tutt'oggi è ancora la persona più malata che abbia mai visto". Per più di 20 anni è rimasta intrappolata nella sua mente, incapace di comunicare o di prendersi cura di sé. Poi, nel 2018, il medico e i suoi colleghi hanno scoperto che, sebbene la malattia dell'ormai donna fosse clinicamente indistinguibile dalla schizofrenia, aveva anche il lupus, una condizione autoimmune sottostante e curabile che stava attaccando il suo cervello.

La nuova ricerca medica

Una nuova ricerca suggerisce la possibilità che un sottoinsieme di pazienti psichiatrici sia affetto da una condizione autoimmune di fondo che emula la schizofrenia, portando a diagnosi errate e a trattamenti inefficaci. Lo straordinario risveglio di Burrell è iniziato nel 2018, quando Sander Markx e i suoi colleghi hanno recuperato il suo caso, scoprendo che, sebbene i sintomi assomigliassero a quelli della schizofrenia, era anche affetta da lupus.
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Persa all'interno della sua mente, i medici hanno pensato si trattasse di una grave forma di schizofrenia

Ulteriori accertamenti hanno rivelato che il suo sistema immunitario stava producendo anticorpi che attaccavano il suo cervello, in particolare i lobi temporali dove si registravano gli effetti della schizofrenia e della psicosi. Il team medico della Columbia University ha riunito un gruppo multidisciplinare di esperti per esplorare il legame tra malattie autoimmuni e disturbi psichiatrici. I risultati sono stati sorprendenti. Sono stati identificati 200 pazienti ricoverati per anni a causa di questo tipo di diagnosi, ma i dati suggeriscono che i processi autoimmuni e infiammatori potrebbero essere più comuni in varie forme di psicosi di quanto si ritenesse in precedenza.

Il risveglio dallo stato catatonico

Le implicazioni di questa ricerca vanno oltre il singolo caso di April. Burrell, dopo mesi di trattamenti mirati, si è svegliata ed è ora in fase di recupero. Il suo caso è destinato comunque a fare storia nell'assistenza di questi malati, molti dei quali si stanno spegnendo seppelliti negli istituti.
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April Burrell si è risvegliata dopo oltre 20 anni: il suo stato cognitivo ha mostrato miglioramenti fin da subito

Sebbene la ricerca attuale possa aiutare solo un piccolo gruppo di pazienti, ha però già iniziato a ridefinire il campo della psichiatria, mettendo in discussione gli approcci diagnostici e terapeutici tradizionali. La donna è stata curata con l'immunoterapia intensiva per il lupus neuropsichiatrico. Per sei mesi ha ricevuto steroidi per via endovenosa, ciclofosfamide e rituximab. I risultati sono stati notevoli. Sebbene la psicosi sia persistita per qualche tempo, April ha iniziato a mostrare segni di miglioramento cognitivo fin dall'inizio del trattamento. Ha riacquistato i ricordi della sua infanzia, riconoscendo anche i suoi familiari. Nel 2020 è stata dimessa dall'ospedale psichiatrico in cui ha vissuto per vent'anni passando ad un centro di riabilitazione. A causa delle restrizioni legate al Covid, i parenti hanno però potuto riabbracciarla solo l'anno scorso. Il risveglio della loro amata figlia e sorella è stato a dir poco un miracolo. Hanno descritto la riunificazione come un momento di commozione e gioia.

Nuove speranze nella medicina

La storia di April Burrell è un potente promemoria della resilienza dello spirito umano e del notevole potenziale di recupero, anche di fronte a sfide apparentemente insormontabili.
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Ricercatori di tutto il mondo, ispirati da questa storia, hanno avviato nuove ricerche che ridanno speranza ai pazienti psichiatrici e alle loro famiglie

Il suo risveglio ha ridato speranza a molti pazienti e alle loro famiglie che avevano perso fiducia sulle possibilità di guarigione. L'impatto di questa scoperta ha ispirato i ricercatori di tutto il mondo a studiare il ruolo dei processi autoimmuni e infiammatori nei disturbi psichiatrici. Scienziati in Germania, Gran Bretagna e altri Paesi stanno conducendo studi simili, nella speranza di identificare altri casi. Sander Markx ha spiegato l'impatto del lavoro del suo team: "Queste sono le anime dimenticate. Non stiamo solo migliorando la vita di queste persone, ma le stiamo riportando indietro da un luogo da cui non pensavo potessero tornare".