Vanessa Nakate, attivista per il clima ugandese di 25 anni, ha più volte iniziato le sue dichiarazioni e interviste sulla
crisi climatica con una frase iconica: "
L'Africa non ha causato la crisi climatica, ma è il continente che
più di tutti la sta subendo". E i numeri le danno più che ragione: il continente nero è il meno inquinante al mondo (esclusa l'Antartide), con solo il
12% di emissioni di gas serra. Addirittura, a livello storico, questa percentuale scende al 4%. Se poi guardiamo alle conseguenze disastrose, i Paesi africani sono in prima linea: in
Nigeria, da giugno a ottobre di quest'anno, a causa delle molteplici e improvvise inondazioni, sono
morte oltre 600 persone. Nel 2019 il
ciclone tropicale Idai ha causato oltre 1000 morti e decine di migliaia di sfollati tra Mozambico, Malawi, Zimbabwe e Madagascar. Da molti questo è stato considerato l'evento atmosferico più disastroso degli ultimi 20 anni. Tutto ciò implementa a dismisura anche le
crisi alimentari, che rappresentano già una piaga enorme.
Due modi per andare avanti, un circolo vizioso
Come più volte ha affermato la giovane attivista, proprio mentre in Africa si cerca un
modo per sopravvivere, sia per l'emergenza cibo che per quella climatica, a cui si aggiunge quella sanitaria, in Europa il problema è
sostituire il petrolio e il gas provenienti dalla Russia a causa della
guerra in Ucraina. Questo è uno dei tanti esempi che testimoniano quanto i due continenti vicini di casa viaggino su due rotaie diverse da una parte, ma dall'altra quanto bruscamente riescano ad influenzarsi. Per farla breve: l'Europa stessa è, ad esempio, la causa della forte
crescita dell'immigrazione proveniente dai Paesi Africani verso il Vecchio continente, ma al contempo "si lamenta" di quello che sta diventando sempre più un problema. Non scordiamoci, inoltre, che storicamente - e continua tutt'oggi - l'enorme
ricchezza africana è sempre stata sfruttata da molti Stati europei. Possiamo dire che il
colonialismo propriamente detto verso i Paesi africani sia ufficialmente concluso, ma fattualmente non è così, soprattutto in certi settori, come quello
economico: importanti giacimenti di petrolio di trovano in Egitto, Sudan e Libia. Miniere di
oro, ferro e uranio in Africa Australe. In grande quantità viene estratto il
coltan, un minerale molto raro estratto per lo più in Congo e Ruanda, usato per la produzione di computer e telefoni cellulari. Il mercato di queste materie è spesso deregolamentato e gestito da organizzazioni militari che attanagliano interi paesi, che ne concedono il commercio coi Paesi occidentali in cambio di
armi.