Angelina Mango si racconta: “Non sono solo figlia di, la musica mi ha fatto superare l’ansia”

Vincitrice del Festival di Sanremo 2024, eletta dal New York Times stella nascente della scena internazionale, la 23enne a Vanity Fair parla delle sue paure, del ricordo del padre, del rapporto complicato col suo corpo e delle battaglie della Gen Z

16 luglio 2024

È tra le protagoniste musicali di questo 2024: la vittoria al Festival di Sanremo con “La Noia”, l’ottima prestazione all’Eurovision Song Contest – tanto che anche il New York Times la elegge stella nascente della scena internazionale – il disco d'esordio poké melodrama che debutta in vetta alla classifica Fimi Album (prima di lei, nel 2024 in Italia, è successo solo a un'altra donna: Taylor Swift), i Live in lungo e in largo in Italia e all’estero. E non ha alcuna intenzione di fermarsi. 

Angelina Mango si racconta a Vanity Fair, in edicola il 17 luglio, dopo un anno pazzesco, che l’ha proiettata direttamente tra i big del panorama nazionale e internazionale della musica, quasi senza passare dal via. Perché non ci dimentichiamo che la ragazza di Maratea, esportata a Milano, ha solo 23 anni. È vero che con la musica ci è nata, è cresciuta in un mondo fatto di note, grazie a mamma Laura Valente (voce storica dei Matia Bazar), a papà Pino, al fratello batterista Filippo; ma proprio per scrollarsi di dosso l’aura di predestinata, gli occhi puntati su di lei aspettando che sbocciasse per forza, ha dovuto farsi strada a suo modo e coi suoi tempi, senza forzare le tappe e raccogliendo passo dopo passo il SUO successo. Non quello della predestinata, quello dell’artista Angelina. 

Angelina Mango su Vanity Fair
Angelina Mango su Vanity Fair

“La mia prospettiva oltre al mio cognome”

Nell’intervista di copertina della rivista, la cantante racconta le paure a cui sta lavorando, i successi di quest'anno, la scomparsa del padre, l’amore, l’ansia, il rapporto con il suo corpo e la sua generazione. Lo fa senza timore di esporsi, senza più paranoie. “Avevo una convinzione: la mia storia era già nota, il mio cognome mi precedeva – dice subito –. Non ero da scoprire. Negli occhi di chi mi conosceva per la prima volta leggevo il mio passato. E allora perché parlarne, non ne vedevo l'utilità. Poi, ho capito che avevo qualcosa di inedito: la mia prospettiva. È una conquista recente, dell'ultimo anno”, aggiunge. 

Classe 2001, famiglia di musicisti, un destino già segnato. “Non mi stupisce quando mi dicono che sono qui solo per il mio cognome. Ma chi mi ascolta non ha questo tipo di pregiudizio nei miei confronti. Nessuno è costretto ad ascoltare nessuno – commenta decisa –. Non c'è niente di più sincero del rapporto tra il pubblico e l'artista. In casa era naturale parlare di musica, occuparsi di musica, vivere di musica. Io la respiravo. Sapevo che sarebbe stato il mio futuro e sognavo altro: la danza, la carriera da ricercatrice”.

E come una semplice ragazza vive con l’ansia del futuro, con la paura di non essere abbastanza, di non riuscire ad onorare le aspettative. La prima reazione quando le è stata prospettata la partecipazione al festival di Sanremo è stata infatti: “Non ce la farò mai”. Ce l’ha fatta, invece. E ha incantato milioni di persone portando nella serata delle cover “La Rondine”, il successo di suo padre, scomparso quando lei aveva appena 14 anni. 

E a lui, se fosse ancora qui, piacerebbe la sua musica? “Non voglio chiedermelo, sarebbe un lampo fine a sé stesso e forse nocivo. La mia musica è distante dalla sua, dai suoi gusti, è indubbio. Tengo lontano anche l'affanno di essere all'altezza di ciò che mi ha trasmesso. Semplicemente tento di onorare il talento e coltivare la naturalezza che avverto sul palco”.

Giovani tra politica e libertà dei corpi

Un’anima grande, una giovane donna che, pur essendo ormai di diritto entrata nella fase adulta della sua carriera, rimane figlia di una generazione libera da pregiudizi. “È libera, aperta, elastica. Affronta ogni argomento senza vergogna: i traumi, i disagi, l'amore, i sentimenti... E poi, scende in piazza, preferisce uscire invece che frequentarsi online, va ai concerti piuttosto che chiudersi in un mondo virtuale”. Insomma sembra proprio fare politica, a modo proprio. Ma la politica di potere, invece, interessa ai giovani? “Abbiamo il dovere di interessarci, perché in futuro sarà nostra responsabilità mettere ordine alle cose. Sarà che mi circondo di giovani simili a me, ma li vedo andare a votare, manifestare, accendersi sui diritti”. Come quelli delle donne, che oggi occupano tante pagine dei giornali, anche grazie alle rivendicazioni che altre sue colleghe – da BigMama a Emma, da Noemi a Fiorella Mannoia, da Elodie a Annalisa – portano sui loro pachi. “Sono una sostenitrice dell’uguaglianza per tutte le identità – dice ancora Mango –, tutti gli orientamenti, tutti i corpi”.

Angelina Mango nella trasmissione Rai “Da vicino nessuno è normale” al teatro Franco Parenti
Angelina Mango nella trasmissione Rai “Da vicino nessuno è normale” al teatro Franco Parenti

Lei però, con il suo aspetto fisico ha un rapporto complesso. “Questo mestiere mi porta ad avere un contatto continuo con la mia immagine. Non sono una campionessa di autostima, per cui è difficile. Non sono una giovane donna risolta, non so se mai lo sarò, però ci sto lavorando con il supporto di più persone possibili”.