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BigMama, il bodyshaming e l’invito alle donne vittime di violenza: “Non abbiate paura, denunciate”

La rapper ventitreenne dal palco del Festival continua a lanciare importanti messaggi sociali

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI -
10 febbraio 2024
Festival Sanremo 2024 - Quarta Serata - BigMama con Gaia, La Nina e Sissi

Festival Sanremo 2024 - Quarta Serata - BigMama con Gaia, La Nina e Sissi

Lanciare messaggi sociali dal palco del Festival di Sanremo è ormai consuetudine. D’altronde, parlare a più di qualche milione di persone in diretta TV non è certo un’occasione da lasciarsi scappare.

Così è stato anche per BigMama, rapper ventiquattrenne che ha fatto della battaglia contro il body shaming e a favore di ogni libertà la propria bandiera. Un simbolo oltre che una artista che ben incarna la potenza di essere dispensatori di arte.

“Per tutte le donne: non abbiate paura, fate sentire la vostra voce, quando serve denunciate”, con queste parole, al termine della serata duetti e cover, che l’ha vista cantare “Lady Marmelade” con Gaia, La Niña e Sissi, si è rivolta alle donne vittima di violenza, implorandole di non stare in silenzio, di urlare forte la loro sofferenza e di fidarsi e affidarsi alle forze dell’ordine. Un messaggio attualissimo, a giudicare dal numero di femminicidi che ancora terribilmente macchiano il nostro Paese.

Un appello importante, rafforzato dal messaggio “Fuck the patriarcato” che il Maestro d’orchestra Alberto Cipolla che la accompagnava aveva scritto sulla mano (tra l’altro elegantemente smaltata).

Un tema che non poteva non trovare casa anche sul palco del Festival. La migliore risposta che BigMama avrebbe potuto dare per rispondere ai vili attacchi sul suo aspetto fisico ricevuti nelle ultime ore a mezzo X da parte anche - pare - di un giornalista Rai.

L’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, non ha tardato a intervenire con un provvedimento disciplinare. Un pezzo di Paese, invece, ancora una volta si dimostra fermo all’anno zero. Passerà, cambierà, ma servirà ancora tanta, troppa sofferenza.