Chi era Aracy de Carvalho, l'eroina della serie tv "Passaporto per la libertà"

Su Canale 5 la storia vera dell'Angelo di Amburgo, colei che ha salvato centinaia di ebrei dall’Olocausto

di BARBARA BERTI -
24 novembre 2022
Su Canale 5 la serie “Passaporto per la libertà”, l’emozionante storia di Aracy de Carvalho (Mediaset)

Su Canale 5 la serie “Passaporto per la libertà”, l’emozionante storia di Aracy de Carvalho (Mediaset)

La storia di Aracy de Carvalho che ha salvato centinaia di ebrei dall’Olocausto è al centro della serie tv “Passaporto per la libertà”, in onda su Canale 5, in prima serata, da giovedì 24 novembre. Al centro del racconto, l’emozionante storia di Aracy de Carvalho - l’Angelo di Amburgo - che, impiegata nel Consolato brasiliano nella città tedesca, ha salvato centinaia di ebrei dall’Olocausto e ha trovato l’amore della vita con João Guimarães Rosa, allora vice-console e poi più grande scrittore brasiliano del Ventesimo secolo. Canale 5 porta così al pubblico italiano questa produzione internazionale - creata da Mário Teixeira e diretta da Jayme Monjardim - targata Estúdios Globo, Sony Pictures Television e Florest, dal titolo originale “Passaporte para libertade”. In tutto, gli episodi della miniserie sono otto, ciascuno della durata di circa 40-45 minuti, in onda due per volta, per quattro prime serate e altrettante settimane. La miniserie “Passaporto per la libertà” ripercorre gli atti di coraggio e i relativi rischi corsi da questa autentica eroina soprannominata l’Angelo di Amburgo che nella finzione ha il volto di Sophie Charlotte mentre l’attore Rodrigo Lombardi è João Guimarães Rosa.
Sophie Charlotte è Aracy de Carvalho mentre l’attore Rodrigo Lombardi è João Guimarães Rosa (Merdiaset)

Sophie Charlotte è Aracy de Carvalho mentre l’attore Rodrigo Lombardi è João Guimarães Rosa (Merdiaset)

Chi era Aracy de Carvalho

Aracy de Carvalho nacque il 5 dicembre 1908 a Rio Negro in Brasile, da Sidonie Moebius de Carvalho, originaria dell'Alta Sassonia in Germania, e Amadeu Anselmo de Carvalho, un mercante portoghese-brasiliano che in seguito sarebbe diventato proprietario del Grande Hotel de Guarujá, la città dove la famiglia si trasferì quando Aracy era ancora una bambina. Sapeva parlare tedesco, inglese, francese e portoghese. Si trasferì a San Paolo dove visse col primo marito, il tedesco Johannes Edward Ludwig Tess, e il loro figlio, Eduardo Carvalho Tess, fino al 1935, quando i coniugi si separarono.
La vera Aracy de Carvalho (Wikipedia)

La vera Aracy de Carvalho (Wikipedia)

L’anno successivo iniziò a lavorare al Consolato brasiliano in Germania, ad Amburgo, dove fu nominata responsabile della Sezione Passaporti. Qui, sfidando le regole della Germania nazista e l’antisemitismo brasiliano, Aracy si prese vari rischi e aiutò tantissime persone facendole emigrare in Brasile. Sconvolta da quanto vedeva intorno a sé, Aracy rilasciò più di cento visti ad Amburgo durante la cosiddetta “Notte dei cristalli”, il 9 novembre 1938, distribuendo loro i visti senza la “J” rossa che li identificava come tali. Fu in stretti rapporti con attivisti clandestini in Germania e concesse i visti persino agli ebrei in possesso di passaporti falsi. Tutto questo con l’appoggio del giovane diplomatico João Guimarães Rosa che sarebbe poi diventato il suo secondo marito e uno dei più importanti scrittori brasiliani. Insieme a lui intensificò l’attività umanitaria, salvando dalla prigionia e dalla morte un gran numero di ebrei. Si racconta anche che avrebbe nascosto diversi ebrei nella sua abitazione, li avrebbe accompagnati personalmente alle navi. E avrebbe nascosto i loro gioielli e denaro nella sua borsa per evitare che le autorità naziste li confiscassero. Per lei, come avrebbe dichiarato dopo ai giornalisti, “era la cosa giusta da fare”.
Sophie Charlotte (33 anni) è la protagonista della serie tv “Passaporto per la libertà” in cui si ripercorre la storia di Aracy de Carvalho (Mediaset)

Sophie Charlotte (33 anni) è la protagonista della serie tv “Passaporto per la libertà” in cui si ripercorre la storia di Aracy de Carvalho (Mediaset)

Restò ad Amburgo fino al 1942, quando il Brasile interruppe i rapporti con la Germania e si unì alle forze alleate. L’8 luglio 1982 ha ricevuto la più alta onorificenza per un non ebreo che ha rischiato la propria vita per proteggere le vittime della persecuzione: è stata nominata “Giusto tra le nazioni” dal governo di Israele. Ha ricevuto poi onorificenze anche dall’Holocaust Museum di Washington e Gerusalemme. E’ morta all’età di 102 anni, nella sua casa di San Paolo, il 28 febbraio 2011. Da tempo soffriva della malattia di Alzheimer.

Chi è Sophie Charlotte

Sophie Charlotte (33 anni) è la protagonista della serie tv “Passaporto per la libertà” in cui si ripercorre la storia di Aracy de Carvalho. Appreso che il colosso brasiliano Globo lavorava a un progetto su Aracy, Sophie è stata la prima a presentarsi alla porta dell’ufficio del regista Jayme Monjardim.
Sophie Charlotte è Aracy de Carvalho mentre l’attore Rodrigo Lombardi è João Guimarães Rosa (Merdiaset)

Sophie Charlotte è Aracy de Carvalho mentre l’attore Rodrigo Lombardi è João Guimarães Rosa (Merdiaset)

Nata ad Amburgo – dove è ambientata la serie - si è trasferita con la famiglia in Brasile da bambina. L’attrice ha chiesto di poter interpretare lei Aracy, la donna brasiliana che ha aiutato centinaia di ebrei a salvarsi dalla persecuzione nazista in Germania durante la Seconda guerra mondiale. E la sua determinazione si è rivelata vincente. Charlotte - ha recitato in numerosi progetti televisivi, ma è anche ballerina di danza classica, jazz ed hip hop - ha ottenuto il ruolo ed è diventata la protagonista della serie. Sul personaggio dice: “Ha rischiato la vita per aiutare altre persone, superando le sue paure, pur di lottare per quello che credeva profondamente giusto. La sua è una figura che mi ha colpito e insegnato molto”. E aggiunge: “È stato un viaggio faticoso: è bello che il pubblico possa finalmente conoscere questa vicenda. Un esempio concreto di come le donne, con il loro potere, abbiano saputo trasformare il mondo, senza che la storia le abbia sapute ricordare”.