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Giobbe Covatta
Giobbe Covatta spiega il riscaldamento globale. Chi l’ha detto che i comici vogliono far ridere e basta? Chi l’ha detto che un comico non può lanciare un messaggio forte, politico, sociale, ecologico? Giobbe Covatta da tempo si dedica a temi sociali, all’impegno per Amref, l’associazione internazionale che cerca di migliorare le condizioni di salute in Africa, e per Save the Children, per tutelare i diritti dei minori in tutto il mondo. Giobbe è stato spesso in Africa. E non è un caso che il suo ultimo spettacolo, "6° (sei gradi)" – in scena domenica 23 aprile, al teatro Il Garibaldi di Prato – affronti un tema che riguarda da vicino il continente africano, ma più in generale le sorti della Terra intera. Il riscaldamento globale, e le sue conseguenze terribili. Viene da pensare che non sia proprio l’argomento più facile da affrontare per uno spettacolo comico. Come abbia fatto, lo chiediamo a lui.
Nella pratica, che cosa accadrà con il riscaldamento globale? "Il plancton scomparirà, così come le barriere coralline, che diventeranno un’enorme montagna di bicarbonato di sodio. Così le balene non avranno niente da mangiare, ma in compenso potranno digerire benissimo!". La politica sembra non avere capito del tutto la gravità del problema... "Per niente. Quello dell’ambiente non è un tema di destra o di sinistra, è un tema che ci riguarda tutti. Tutti indistintamente. Piccolo esempio: se l’Africa si desertifica, un miliardo di persone – un miliardo! – saranno costrette a migrare altrove. E non è che il primo passo di una serie di rivolgimenti epocali. Non si tratterà di qualche decina di migranti su un barcone, ma di un miliardo di persone. Abbiamo capito che cosa significa?".
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L'attore è in scena con lo spettacolo “6° (sei gradi)”, in programma domenica 23 aprile al teatro Il Garibaldi di Prato
Parola a Giobbe Covatta
Giobbe, come si fa a far ridere sul riscaldamento globale? "Tutte le forme di comicità nascono dalla tragedia. Il comico non è che il rovesciamento del tragico: mi vengono in mente i più grandi, Chaplin che faceva ridere sulle ossessioni del Grande dittatore Hitler, o Totò che faceva ridere sulla miseria, mettendosi gli spaghetti in tasca. Nel mio piccolo, provo a raccontare non ‘un’ problema del mondo contemporaneo, ma ‘il’ problema. Quello dell’ambiente, del pianeta che va verso la sua autodistruzione". Lo spettacolo si chiama "6". I sei gradi di surriscaldamento della Terra nei prossimi decenni. Possono bastare sei gradi a distruggere il pianeta? "Il pianeta no: ma l’uomo certamente sì, può finire per colpa del surriscaldamento globale. Noi da sempre ci diciamo una bugia: diciamo di voler salvare il pianeta. Ma il pianeta si salverà: l’uomo no, l’uomo corre verso la sua estinzione. Si sono estinte tante specie animali, dai dinosauri in poi. Oggi i bambini giocano con il Tirannosauro: un giorno, qualche creatura giocherà con un bambolotto a forma di geometra". Che cosa la addolora di più nel pensiero dell’estinzione umana? "Il pensiero dell’arte che sparirà. Mi dispiacerebbe che non esistesse più il David di Michelangelo, che non ci fosse più la grande pittura. Ma l’uomo no, l’uomo se lo merita, di estinguersi. Riguardo alla mia personale estinzione, non mi fa paura, anche se mi concedo una piccola grattatina…".![giobbe-covatta-riscaldamento-globale](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2023/04/Giobbe-Covatta-seigradi_04-750x576.jpg)
Giobbe Covatta, pseudonimo di Gianni Covatta