
Dopo sei mesi di lavoro e quasi 120 ore di udienze pubbliche e, con 350 professionisti, una commissione d'inchiesta ha disvelato un sistema di abusi nel cinema francese
“Il festival di Cannes deve essere il luogo dove si rovesciano le mentalità sulle violenze sessiste e sessuali nel cinema”. La deputata francese Sandrine Rousseau, che ha presieduto la commissione d’inchiesta parlamentare francese sul #MeToo nel mondo della cultura, lo dice forte e chiaro nell’imminenza della più importante manifestazione di cinema in Francia, il festival di Cannes, che si svolgerà dal 13 al 24 maggio prossimi.
“Il festival di Cannes deve essere il luogo di un rovesciamento di mentalità; il luogo in cui si dice forte, tra paillettes e tappeti rossi, che abbiamo finalmente voglia, tutti e tutte, che le cose cambino”, ha dichiarato la parlamentare dei Verdi. E attacca con determinazione: “Le violenze morali, sessiste e sessuali nel mondo della cultura sono sistemiche, endemiche e persistenti”.
L’inchiesta francese, dopo sei mesi di audizioni, ha definito il sistema di abusi e violenze “la macchina che distrugge i talenti”. Tutto era partito dalla vicenda dell’attrice Judith Godrèche. È stata lei a dare il via all’inchiesta, accusando due registi francesi di abusi mentre girava i loro film. Godrèche, lo scorso anno, aveva portato al festival il cortometraggio “Moi aussi” – l’equivalente francese dell’espressione MeToo, anch’io – che documentava abusi e violenze sessuali nel mondo della cultura.

Il rapporto parlamentare su abusi e violenze nel cinema francese è stato reso pubblico. L’attrice ha commentato: “Non sono sorpresa, ma quasi sollevata nel vedere che cose che già sapevamo, adesso sono scritte nero su bianco. Nessuno deve più poter dire: Non sapevamo”.
La presidente del festival di Cannes, Iris Knobloch, presentando il programma dell’edizione 2025 è tornata sulla questione: “Il festival ha preso coscienza – ha detto – delle raccomandazioni della commissione d’inchiesta relative alle violenze commesse nel settore culturale”.