Nate Libere, dopo "Mare Fuori" una serie in un carcere femminile

Un nuovo prodotto televisivo per tenere alta l'attenzione sulla condizione delle donne detenute tra storie di speranza, amicizia, sacrificio e maternità

di BARBARA BERTI -
16 giugno 2023
Dopo "Mare Fuori", una nuova serie tv dedicata alla condizione carceraria delle donne

Dopo "Mare Fuori", una nuova serie tv dedicata alla condizione carceraria delle donne

"Nate Libere", ovvero “Mare Fuori” ma in un carcere femminile. Il successo senza precedenti della serie Rai dei record “Mare Fuori” ha fatto sì che la casa di produzione, Picomedia, si mettesse al lavoro per una nuova serie ambientata ancora in un istituto detentivo, “Nate Libere”.
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Tre protagoniste di "Mare Fuori": Maria Esposito, Clotilde Esposito e Clara Soccini

Il punto di vista stavolta sarà tutto femminile visto che il nuovo progetto, appena annunciato dal produttore Roberto Sessa, è ambientato in un istituto penitenziario per sole donne. Una sorta di “Orange Is the New Black”, primo grande successo prodotto da Netflix, mixato a “Mare Fuori”, per tenere accesa la luce su un argomento di grande attualità, ovvero la condizione delle donne nelle carceri italiane.
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In arrivo un nuovo progetto televisivo sulla condizione carceraria delle donne

Nate Libere, un nuovo faro sulla condizione delle detenute

Stando alle prime informazioni diffuse, “Nate Libere” racconterà un mondo complesso e sorprendente, che seppur attraverso situazioni difficili, mostrerà anche un'incredibile vitalità. Storie di speranza e di riscatto, di amicizia e umanità, di sacrificio e maternità, ma anche storie d'amore, sono quelle che si intrecceranno tra le celle e i laboratori di formazione.
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La nuova serie tv parlerà delle donne detenute, raccontando anche gli aspetti legati alla maternità

“È da tempo che stiamo sviluppando questo nuovo concept sul carcere femminile, che presto finalmente vedrà la luce” sono le parole del produttore Roberto Sessa. Al momento non ci sono notizie in merito a una presunta data d’uscita del nuovo show. “Nate Libere” non ha, ad oggi, neanche un cast ufficiale. Si tratta di un progetto che si trova a uno stato embrionale la cui scrittura è nelle mani di Franco Bernini e Rosa Ventrella. Attualmente, come spiegato dallo stesso Sessa, è in corso la ricerca di potenziali broadcaster interessati a ospitare la serie.
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Il cast di "Mare Fuori"

Mare Fuori, l'universo si espande

Mentre Picomedia lavora a “Nate Libere” (comunque una serie indipendente da "Mare Fuori"), l'universo della serie di successo della Rai si espande velocemente. Come ormai noto, dalla costola della serie televisiva nasceranno sia un musical che un film. Il primo progetto sarà diretto da Alessandro Siani e vedrà la luce tra la fine dell’anno e l’inizio del 2024.
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Serena de Ferrari è Viola nella serie "Mare Fuori"

Proprio in questi giorni sono stati aperti i casting per cercare gli attori che saliranno sul palco e in pochissime ore sono arrivare oltre duemila richieste di candidatura. Due i volti noti della serie saranno coinvolti nel musical: stiamo parlando Antonio Orefice e Enrico Tijani, rispettivamente interpreti di Totò e Dobermann. Nei progetti di Picomedia, inoltre, anche un film spin-off che coinvolgerà anche alcuni protagonisti già visti nella serie. “Non racconterà nulla di quello che c’è all’interno dell’Ipm. Sarà una costola di una storia che abbiamo individuato, che coinvolgerà alcuni attori della serie e che fungerà da connessione tra la stagione 4 e la stagione 5” le parole del produttore Roberto Sessa in merito al lungometraggio.
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Maria Esposito e Massimiliano Caiazzo, rispettivamente Rosa Ricci e Carmine Di Salvo di "Mare Fuori"

Inoltre la serie – per la quale sono in corso le riprese della quarta stagione – è stata venduta all'estero, in oltre 40 Paesi, e sono previsti i remake spagnolo, tedesco e francese. Vale la pena ricordare che “Mare Fuori” è stata eletta la “Serie dell’anno” dai Giornalisti Cinematografici Italiani ai Nastri d’Argento Grandi Serie, che si concludono a Napoli sabato prossimo 17 giugno al Teatrino di Corte di Palazzo Reale, in collaborazione con la Film Commission Regione Campania.
 
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Donne e detenzione: "Orange Is the New Black"

Tra i primi prodotti seriali ad accendere un faro sulla vita carceraria delle donne è stata “Orange Is the New Black” serie televisiva statunitense trasmessa in streaming su Netflix, ideata da Jenji Kohan e prodotta da Lionsgate Television. La serie è ispirata alle memorie di Piper Kerman, scrittrice, autrice e memorialista statunitense, condannata per riciclaggio di denaro sporco. Sulla sua esperienza di detenzione, la stessa Kerman ha scritto un libro di memorie intitolato “Orange Is the New Black - Da Manhattan al carcere: il mio anno dietro le sbarre”.
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Tra i primi prodotti seriali ad accendere un faro sulla vita delle donne dietro le sbarre è stata “Orange Is the New Black”

Nel 1993 Kerman iniziò una relazione con una donna che trafficava eroina per un boss dell'Africa occidentale e così cominciò a riciclare denaro proveniente dal giro di droga. Nel 1998 è stata indiziata per riciclaggio di denaro e traffico di droga e, successivamente, giudicata colpevole. A partire dal 2004 la scrittrice iniziò a scontare la sua pena di 15 mesi (ridotti poi a 13) all'Istituto Penitenziario FCI Danbury, prigione di ‘minima sicurezza’ presso Danbury, nel Connecticut. Una volta uscita di prigione ha iniziato a scrivere le sue memorie che, prima sono diventate un best seller, poi una serie di grande successo.
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Piper Kerman, scrittrice, autrice e memorialista statunitense, condannata per riciclaggio di denaro sporco

La donna, dopo l’esperienza carceraria, è diventata molto impegnata civilmente: fa parte della “Women's Prison Association” ed è spesso invitata a tenere conferenze e a parlare agli studenti di scrittura creativa, criminologia, temi legati al genere e studi sulle donne, legge e sociologia. Inoltre viene spesso invitata a parlare con gruppi come l'American Correctional Association's Disproportionate Minority Confinement Task Force, ai funzionari federali per la libertà vigilata, ai difensori d'ufficio e ai volontari, nonché a gruppi di detenuti.