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Raf è impegnato con "La Mia Casa Tour 2023" (Instagram)
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Raffaele Riefoli, classe 1959, il cantautore di Margherita di Savoia che tutti conosciamo come Raf (Instagram)
Ecco la "Casa" di Raf
Raffaele, come è nata l’idea per "La Mia Casa Tour"? "'La Mia Casa' è un concept che dà il nome a una canzone, a un album che sarà pubblicato dopo l’estate, a un libro che uscirà a breve per Mondadori e a questo tour". Tutto ciò ha un senso compiuto? "Certo, come spiego nel libro, la mia casa è la mia storia, la mia vita, i viaggi, la musica, i posti dove ho vissuto, dove mi sono sposato. In una parola il pianeta terra. Questo argomentato titolo mi serve anche per cercare di dare una risposta tutte le domande che mi pongo sul futuro negli ultimi anni, su come la mia casa, che poi è la casa di tutti, sta cambiando vorticosamente". La vita di oggi ci impone ritmi troppo frenetici? "Siamo tutti alle prese con i mille problemi che abbiamo ogni giorno e che cerchiamo di risolvere. Per poi talvolta trascurare quelli che incombono su tutta l’umanità e che addirittura - purtroppo non è più un’ipotesi campata in aria - potrebbero mettere in forse, nemmeno fra tanti anni, l’esistenza della razza umana. Preoccupa l’accelerazione dei cambiamenti climatici, ma anche la nuova guerra fredda, la nuova scena mondiale con i cambiamenti geopolitici, gli schieramenti delle grandi potenze sempre di più ostili l’una contro l’altra, invece di fare fronte comune e risolvere le problematiche, cambiare i modi di produrre energia, la pace".![raf-tour](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2023/05/Snapinsta.app_344270797_567963921993264_3255243595486487372_n_1024.jpg)
Venerdì 19 maggio alle 20,45 Raf è atteso al Teatro Verdi di Firenze (Instagram)
Raf e i ricordi del passato
Si ricorda quando frequentava la collina di Bigazzi? "Certo, stiamo parlando di Settignano, da Giancarlo Bigazzi, dove passavo le giornate a lavorare. Lui aveva una dependance che aveva allestito a home studio in cui io e altri musicisti stavamo lì a buttare giù le prime idee delle canzoni. Io ero lì quasi tutti i giorni per tre anni della mia vita e Giancarlo era per me un fratello maggiore, una persona che mi ha insegnato tanto".![raf-tour](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2023/05/Snapinsta.app_316722164_190342590177280_3659916204433423877_n_1024.jpg)
Raf: "La mia casa è la mia storia, la mia vita, i viaggi, la musica, i posti dove ho vissuto" (Instagram)
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"Il ritmo per me è importante, è una cosa che amo molto": parola di Raf (Instagram)
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L'artista: " Tutto quello che ho fatto musicalmente è frutto di un grande impegno e a tutt’oggi passo ore nel mio studio per cercare di mettere a punto quello che faccio" (Instagram)
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Raf: "Preoccupa l’accelerazione dei cambiamenti climatici, ma anche la nuova guerra fredda" (Instagram)
Raf e la musica nera
Che ne pensa del rap? "Non escludo niente a priori: la musica rap è comunque un’espressione creativa, anche se si basa su criteri musicali ben diversi dal pop. Viene dalla musica nera, che ha le sue radici e c’è chi lo fa bene e chi lo fa male. Non mi piace dare un giudizio al rap in quanto tale, ma al singolo artista, al singolo brano, al singolo disco. Ci sono alcuni esempi nel rap che a me piacciono, in cui riconosco del talento. Poi ci sono degli atteggiamenti che non condivido, degli eccessi che condanno o comunque mi danno fastidio. Io vivo da diversi anni metà anno negli Stati Uniti, dove dal 2017 sono anche residente e metà in Italia e quindi conosco bene la realtà da dove provengono i rapper americani, che ho avuto modo di conoscere e comprendere bene. Capisco oggi quando si parla di Black Lives Matter (BLM, letteralmente 'Le vite delle persone nere contano'), di diritti, delle diversità. Ho toccato con mano questa realtà e mi dà un tremendo fastidio che non ci sia emancipazione quando i riferimenti sono le armi, la droga, le mignotte, le auto di lusso, i soldi arrivati non si sa come. Se uno vuole fare una provocazione e ne parla una volta per mettere in risalto l’emarginazione dei neri ancora oggi negli Stati Uniti e la mancanza di privilegi che ne consegue, allora ok. Ma, se poi diventa uno status in cui anche i giovani si identificano allora no. Non credo che il riscatto si possa guadagnare con questi atteggiamenti, con questo modo di fare completamente sbagliato, che rovina tutto quello che era in pensiero di Martin Luther King, di una generazione che ha lottato e che ancora oggi vuole un riscatto vero e si impegna nella maniera più civile per ottenerlo. Alla fine comunque questi atteggiamenti hanno poco a che fare con il talento: si può essere musicisti talentuosi, ma poi sbagliare negli atteggiamenti, nei modi. Sono giudizi diversi.![raf-tour](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2023/05/Snapinsta.app_306062463_650382463171750_5175964831210152121_n_1024.jpg)
Raf: "Sono un musicista che cura ogni aspetto, dalle prime melodie all’arrangiamento, dai suoni al mixaggio finale" (Instagram)