Bufera dopo il caso Scurati. “Sono libera perché antifascista”: chi è Serena Bortone?

Dopo il caso scoppiato in Rai, la giornalista apre la puntata di “Che Sarà” leggendo il testo di Scurati. Oggi l’Usigrai annuncia cinque giorni di sciopero: “C’è un sistema pervasivo di controllo che viola i principi del lavoro giornalistico”. L’azienda replica: “Nessuna censura, polemiche sterili”

di CHIARA CARAVELLI
21 aprile 2024
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Coraggio. È questa la parola più utilizzata in queste ore per descrivere il comportamento di Serena Bortone con il caso Scurati. La conduttrice di ‘Che Sarà’, programma in onda su Rai 3, ha infatti letto in diretta il monologo per il 25 aprile dello scrittore Premio Strega cancellato da viale Mazzini. E lo ha fatto prendendosi una grossa responsabilità.

Ma chi è Serena Bortone? Classe 1970, si è sempre dichiarata antifascista, sia in diretta tv che in un’intervista al Corriere della Sera dove, senza giri di parole, disse: "Ho detto solo che sono libera proprio perché antifascista: se fossi fascista non potrei essere libera. È un ragionamento logico e una verità tautologica”.

Dopo l’esperienza come giornalista politica a ‘TeleCamere’ e ‘Agorà’, Bortone dal 2020 al 2023 approda su Rai 1 alla conduzione del popolare programma pomeridiano ‘Oggi è un altro giorno’. La sua esperienza termina quando viene sostituita, non senza polemiche, dalla conduttrice Caterina Balivo e il suo ‘La volta buona’.

"Il pubblico di Rai1 – disse Bortone nell'ultima puntata di Oggi è un altro giorno – che mi ha seguito generosamente in questi ultimi tre anni, sa che ho sempre valorizzato autenticità, libertà e diversità volevo ribadirlo ancora una volta nel momento in cui li salutavo definitivamente. Nella vita si paga sempre un prezzo per tutto, ma ci sono valori che per me sono irrinunciabili. In questo senso, non hanno prezzo".

Lasciatasi alle spalle questa esperienza, torna alla conduzione con ‘Che Sarà’ su Rai 3. Qui si distingue per la sua capacità di non scendere a compromessi, anche quando la verità potrebbe costarle il posto, come nel caso Scurati. Sembra, infatti, secondo un’indiscrezione lanciata da Repubblica, che Bortone non solo sia a rischio provvedimento disciplinare, ma anche che il suo programma potrebbe chiudere i battenti a giugno. La giornalista, oltre che antifascista, si è anche dichiarata – in un’intervista a Vanity Fairfemminista da tutta la vita: “Lo sono anche nella pratica: ho sempre promosso colleghe più giovani, più belle, più brave di me, incinte e neomamme. Forse è nel mio Dna: mia nonna, arrivata a Roma dalla Ciociaria, faceva volontariato per le ragazze madri. E mia madre mi ha sempre spinto a essere una donna indipendente”.

Il comunicato di Usigrai

Tornando al caso Scurati, a farsi sentire sono stati, di nuovo, gli stessi cronisti di viale Mazzini. In un comunicato Usigrai, letto anche questa volta in diretta dai Tg e diventato subito virale sui social, si parla di un "controllo dei vertici Rai sull’informazione del servizio pubblico che si fa ogni giorno più asfissiante”. E ancora: “Dopo aver svuotato della loro identità due canali, ora i dirigenti nominati dal Governo intervengono bloccando anche ospiti non graditi, come Antonio Scurati a cui era stato affidato un monologo sul 25 aprile, in una rete, Rai3, ormai stravolta nel palinsesto e irriconoscibile per i telespettatori. La stessa azienda che ha speso 6 milioni di euro per il programma Avanti Popolo, ora avanza motivazioni di carattere economico per l’esclusione di Scurati. Motivazioni già smentite dai fatti. Siamo di fronte a un sistema pervasivo di controllo che viola i principi del lavoro giornalistico”.

Per questo, sottolineano i giornalisti, i Comitati di redazione mercoledì hanno proclamato "lo stato di agitazione” e approvato “cinque giorni di sciopero”. “Noi – concludono – ci dissociamo dalle decisioni dell’azienda e lottiamo per un servizio pubblico indipendente, equilibrato e plurale”.

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La replica dell’azienda

Immediata la replica dell’azienda: “Nessun controllo sull’informazione e nessuna censura sono state operate dall’azienda nei confronti di programmi e conduttori. La Rai è patrimonio di tutti gli italiani ed esprime oggi più che mai i valori del pluralismo e della libertà di espressione. Sforzo dell’azienda è quello di aggiungere, innovare, sperimentare nuovi contenuti e nuove narrazioni. Aggiungere opinioni, idee e punti di vista vuol dire essere ancora più pluralisti di come la Rai è stata in passato. Nessuno ha mai messo in discussione la possibilità di partecipazione dello scrittore Antonio Scurati alla trasmissione ‘Che sarà’ condotta da Serena Bortone, la cui presenza era stata ampiamente annunciata. Il tentativo di strumentalizzare con polemiche sterili un caso montato sul nulla, rischia di vanificare il grande impegno che in questi mesi l’azienda ha profuso per migliorare il proprio assetto industriale ed economico e tutelare e valorizzare la grande tradizione del servizio pubblico”.