
Il momento in cui Carlo Conti e Jovanotti ricordano Sammy Basso
Una petizione per chiedere e ottenere che alla prossima edizione del Festival di Sanremo non si parli più di disabilità. Sembrerebbe una petizione alla rovescia: di solito se ne fanno per incoraggiare ed aprire il dibattito su questo o quel tema, non per scoraggiarlo. In realtà si tratta di una petizione che vuole ottenere un profondo cambiamento nel modo in cui si affronta la disabilità nel discorso pubblico, che ci si tenga lontani da stereotipi pietistici e abilisti, da parole e narrazioni pietistiche o abiliste. Proprio come accaduto all’Ariston in occasione dell’ultimo Festival. A lanciarla sulla piattaforma change.org è Ledha, la Lega per i diritti delle persone con disabilità.
“Anche quest’anno – si legge nel testo che accompagna la raccolta firme – ci siamo lasciati alle spalle il festival di Sanremo. La più importante vetrina della musica italiana è un evento totalizzante: oltre alla diretta su RaiUno, i quotidiani e i loro siti internet, le radio e i social network fanno a gara per pubblicare quanti più contenuti possibile su cantanti, ospiti e conduttori. Nel bene e nel male, ignorare Sanremo è impossibile. Anche quest’anno sul palco dell’Ariston si è parlato di disabilità. Purtroppo – ecco il punto –, come spesso accaduto in passato, lo si è fatto male. Prima con un ricordo di Sammy Basso presentato come “essere umano meraviglioso” che “nonostante tutto amava la vita” e poi con uno spettacolo del “Teatro Patologico” i cui attori sono stati presentati come “persone affette da disabilità” da Carlo Conti. Ed è stato detto che “senza di loro la vita sarebbe una noia mortale”.

Già durante la serata tante persone con disabilità attente ai temi del linguaggio hanno stigmatizzato questi episodi, soprattutto sui loro profili social – fanno sapere i promotori della petizione –. Per Lisa Noja, avvocato e consigliera regionale in Lombardia, il modo in cui Carlo Conti ha presentato il Teatro Patologico “è un concentrato da manuale di abilismo indecente”.
Iacopo Melio, consigliere regionale in Toscana, ha stigmatizzato sia l’uso della storia di Sammy Basso come “inspiration porn” sia l’infantilizzazione degli attori del Teatro Patologico. La giornalista Marina Cuollo ha sottolineato come il “purché se ne parli” non possa più essere “un alibi per comunicare la disabilità senza una reale competenza”.
Le persone con disabilità e le loro storie meritano rispetto, meritano di essere raccontate con dignità, senza paternalismo e senza pietismo. Soprattutto, le loro storie non devono essere ridotte a modelli di coraggio, di sopportazione, di “capacità di superare le barriere”. Le persone con disabilità non devono ispirare nessuno. Non sono modelli di determinazione per il semplice fatto di alzarsi al mattino, andare a scuola o all’università, lavorare, fare sport e così via”.
Da qui la conclusione: “Per questo Ledha-Lega per i diritti delle persone con disabilità lancia una raccolta firme per fare una richiesta al direttore generale della Rai, Roberto Sergio, all’amministratore delegato Rai, Giampaolo Rossi, e al direttore artistico di Sanremo, Carlo Conti: nell’edizione 2026 del festival di Sanremo non occupatevi di disabilità. Non invitate persone con disabilità sul palco, a meno che in gara non ci sia un cantante con disabilità, ovviamente. Niente monologhi, niente celebrazioni, niente testimonianze. Niente. Chiediamo che il festival di Sanremo si prenda un anno sabbatico dalla disabilità. E che, approfittando di questa pausa, gli autori del festival si prendano il tempo per studiare e informarsi meglio su questo tema”.