Venezia 79, Stefania Sandrelli: "Rifiutai le avances di un calciatore, mi riempì di botte"

L'attrice al Lido con il film "Acqua e Anice" racconta un episodio di violenza accaduto in gioventù. E sull'eutanasia: "Si fa anche in Italia"

di BARBARA BERTI
8 settembre 2022
Stefania Sandrelli a Venezia 79 insieme a Paolo Rossi (a sinistra) e Corrado Ceron (destra)

Stefania Sandrelli a Venezia 79 insieme a Paolo Rossi (a sinistra) e Corrado Ceron (destra)

Tra violenza sulle donne e suicidio assistito, Stefania Sandrelli si racconta alla 79esima Mostra del Cinema di Venezia. L’amata attrice nata a Viareggio 76 anni fa, al Lido è accolta da grande diva: premiata dai Giornalisti cinematografici, ha presentato il suo nuovo film “Acqua e anice”, opera prima di Corrado Ceron (la pellicola è evento speciale alle Giornate degli Autori). Accanto a lei nel cast ci sono Silvia D’Amico, Paolo Rossi, Luisa De Santis, Paolo Cioni, Diego Facciotti, Giancarlo Previati e Stefano Bicocchi aka Vito.
Il poster di "Acqua e anice", al cinema dal 29 settembre

Il poster di "Acqua e anice", al cinema dal 29 settembre

“Acqua e Anice” – nelle sale dal 29 settembre - è un “road movie da balera” che racconta la storia di Olimpia (Stefania Sandrelli), una leggenda del liscio che a settant’anni suonati decide di rimettere in strada il furgone della sua orchestra: stavolta, però, non si tratta di partire in tournée, ma di intraprendere un viaggio dalle persone che l’hanno amata e nei luoghi che l’hanno resa una star. Con lei, una giovane donna, Maria (Silvia D’Amico), timida e impacciata, appena ingaggiata per farle da autista.
Un momento della presentazione di "Acqua e anice" (Instagram)

Un momento della presentazione di "Acqua e anice" (Instagram)

Viaggio di addio e percorso di iniziazione, ‘Acqua e Anice’ è un inno alla vita e alla libertà di scegliere di essere felici. Come lo strano ‘cocktail’ che gli dà il titolo, ha una doppia anima: quella scanzonata e un poco alcolica di Olimpia, e quella più ‘posata’ di Maria” racconta il regista Ceron. E aggiunge: “E doppio è anche il senso del viaggio, che è insieme il bilancio di una donna matura che ha vissuto sempre al massimo e l’iniziazione di una ragazza che non ha ancora cominciato a vivere”. Il film, tra ironia e commozione, malinconia e risate, punta a cogliere gli aspetti più profondi e divertenti di due donne on the road, cercando un equilibrio tra il tono dissacratorio e scanzonato della commedia e quello più malinconico del dramma. “La cinepresa è incollata a Olimpia, ridiamo e piangiamo con lei, vediamo le sue allucinazioni, confondiamo passato e presente, proprio come lei. Il film è il mio omaggio a una donna che ha avuto il coraggio di fare una scelta radicale, andandosene via col suo stile inconfondibile”.
Una scena di "Acqua e anice" (Instagram)

Una scena di "Acqua e anice" (Instagram)

Stefania Sandrelli ammette di essersi rivista molto nella storia del lungometraggio. “È il mio secondo ruolo a tutto tondo dopo ‘Io la conoscevo bene'. Olimpia è un ruolo che mi calza, un ex star del liscio, piena di voglia di vivere, con parrucche, forte e libera”. E’, inoltre, un personaggio che ha anche subito una violenza, proprio come accaduto alla Sandrelli in gioventù. “Ho avuto un'esperienza terribile con un calciatore della Lazio, morto qualche anno fa. Era il fidanzato di Gigliola, una delle mie migliori amiche, che mi ospitava a casa sua. Disse: ‘Facciamo due macchine, ti accompagno io’” racconta la Sandrelli, spiegando di essere stata in buona fede e di non aver avuto la minima idea di ciò che sarebbe potuto succedere. “Vedo che mi viene incontro, mi dice ti aspetto, realizzo che si aspettava di fare sesso e io non volevo nel modo più assoluto. In quella cabina mi ha menato, mi ha gonfiato gli occhi, ha rotto la faccia, le ossa, ero più morta che viva” dichiara l’attrice toscana che quando lo raccontò all’amica, le due piansero insieme. “Mi ha dovuto recludere in una specie di scantinato per non farmi vedere, ho chiamato i carabinieri. Lei non l’ha mai più visto, era una cosa che avevo rimosso, è stata una cosa pazzesca”. Tra i temi di “Acqua e anice” anche l’eutanasia. "Si fa anche in Italia, di cosa stiamo parlando, lo so per esperienza personale” dice la Sandrelli. Poi spiega: “Si parla di qualità della vita, ma anche di quella del fine vita bisognerebbe parlare. E questo lo sa anche il Papa che è una persona intelligente, ma certo non si può pretendere che l'approvi. La vita è già tanto complicata, piena di diritti non realizzati, pensiamo a migliorarla”.
Paolo Rossi e Stefania Sandrelli durante la presentazione di "Acqua e anice" (Instagram)

Paolo Rossi e Stefania Sandrelli durante la presentazione di "Acqua e anice" (Instagram)

Il premio dei giornalisti all’amata attrice

Stefania Sandrelli è stata insignita del Premio Pietro Bianchi 2022, il riconoscimento che il Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (Sngci) assegna tradizionalmente al Lido (quest’anno per la 45esima edizione), a una personalità del cinema italiano. “Il premio alla Sandrelli vuole essere un omaggio a una delle nostre attrici più amate, icona della migliore commedia italiana, che continua a conquistare il pubblico con semplicità, grande passione e con la freschezza evergreen del suo talento e vuole celebrare i sessant’anni d’amore della Sandrelli con il cinema nel suo ritorno alla Mostra con ‘Acqua e anice’, opera prima di Corrado Ceron, evento speciale alle Giornate degli Autori” recita la motivazione del premio da parte del Sngci. Leone d’oro alla carriera a Venezia nel 2005, la Sandrelli ha ricevuto dai Giornalisti cinematografici ben sette Nastri d’Argento fra i quali anche un Nastro d’onore e il Nastro d’oro alla carriera. E’ stata, infatti, premiata per le sue interpretazioni in “La terrazza” e “La cena” di Ettore Scola, “Mignon è partita” di Francesca Archibugi, “L’ultimo bacio” di Gabriele Muccino e “La prima cosa bella” di Paolo Virzì.