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Giocatore preso a frustate da un tifoso. In Arabia Saudita può capitare ed è capitato

Non è tutto oro quello che luccica e in questo caso a balenare tra gli spalti, nel buio di un finale di partita di calcio, è una frusta, usata due volte da un tifoso contro un giocatore

di TERESA SCARCELLA -
13 aprile 2024
Un frame del video in cui un tifoso colpisce con una frusta il giocatore (Adnkonos)

Un frame del video in cui un tifoso colpisce con una frusta il giocatore (Adnkonos)

Quando l’Arabia Saudita ha iniziato a investire di prepotenza sul calcio e a strappare alcuni tra i più grandi campioni europei, la sensazione era duplice. Da una parte è sembrata evidente la strategia: una occidentalizzazione di vetrina, nonché un investimento “furbo” – se così si può definire - per attirare turismo, quindi ancora più soldi e notorietà. Dall’altra parte, il pensiero più malizioso, è stato che il calcio sarebbe stato concepito più come intrattenimento che come sport del Paese, e in questo senso avrebbe avuto come obiettivo primario quello di divertire, di sollazzare i “tifosi” sugli spalti (sceicchi in primis), più di quanto non lo faccia già in Europa. Per la serie: creo un grande stadio (una grande arena se vogliamo cogliere un precedente storico), e ci metto dentro i migliori giocatori al mondo, li ricopro di soldi e fama, ma devono vincere e farmi godere.

Ma se chi guarda non si diverte e si indispettisce che succede? Cosa può succedere in un Paese dove molti dei diritti umani vengono violati? Lo abbiamo visto nella finale di Supercoppa, dove un giocatore dell’Al-Ittihad Abderrazak Hamdallah, alla fine della partita vinta dalla squadra avversaria, l’Al Hilal, si è beccato due frustate. Il motivo all’origine delle tensioni tra il giocatore – che ha tirato dell’acqua verso la tribuna –  e il tifoso, perde di importanza alla luce di quella che è stata la reazione aberrante.

Certo, anche in Europa – soprattutto in Italia - accade che lo stadio si trasformi in un’arena, che le tifoserie dimentichino il buon senso e la civiltà, e manifestino la loro scontentezza mancando di rispetto a chi sta in campo, ma la differenza – che comunque non giustifica né gli uni né gli altri sia chiaro – sta nella concezione del limite superabile. Qui si è andato così oltre che non c’è ricchezza che tenga.