Billie Jean King ha vinto la “battaglia dei sessi” e si è guadagnata la Walk of Fame: è la prima donna a riceverla

L’atleta di 81 anni ha ricevuto il prezioso riconoscimento nella categoria “Sports Entertainment”. Dalla battaglia sulla parità salariale fino alla sua omosessualità: la vita della tennista che ha lottato per i diritti delle donne nel mondo dello sport

di EDOARDO MARTINI
9 aprile 2025
Billie Jean King è considerata tra le migliori tenniste della storia: ha vinto in carriera 78 titoli, tra cui 39 del Grande Slam

Billie Jean King è considerata tra le migliori tenniste della storia: ha vinto in carriera 78 titoli, tra cui 39 del Grande Slam

Una nuova stella brilla sulla Hollywood Walk of Fame. E questa volta non soltanto per lo spettacolo, ma anche per lo sport e per il suo attivismo. Billie Jean King è infatti diventata la prima donna a ricevere il prezioso riconoscimento nella categoria “Sports Entertainment”. Un premio che ad 81 anni va oltre il tennis e che celebra una vita spesa per l'uguaglianza, in campo e fuori. Alla cerimonia, svoltasi a Los Angeles, erano presenti diverse personalità del mondo dello sport e dello spettacolo, tra cui sua moglie Ilana Kloss, la leggenda NBA Magic Johnson e l'attrice premio Oscar Jamie Lee Curtis.

La prima donna a ricevere la stella sulla Walk of Fame

Spero che ci siano più atlete donne sulla Walk of Fame. Sarebbe fantastico. Le ragazze inizieranno a sognare di avere questo onore”, ha dichiarato King visibilmente commossa. La sua è la stella numero 2.807, ma è la prima nella nuova categoria che celebra le figure dello sport come intrattenimento e impatto culturale.

Billie Jean King festeggia per la sua stella nella Walk of Fame (Instagram)
Billie Jean King festeggia per la sua stella nella Walk of Fame (Instagram)

“Sei stata una vincitrice per la tutta la vita“

“Combatti sempre per ciò che è giusto”, ha detto Magic Johnson alla donna. “Hai messo a disposizione la tua voce, il tuo tempo e i tuoi soldi per apportare un cambiamento”, riferendosi al suo impegno come attivista per i diritti degli omosessuali. Johnson, come King, è comproprietario dei Los Angeles Dodgers, che sono stati onorati alla Casa Bianca per aver vinto le World Series 2024. “Siamo proprio uguali – ha proseguito – Siamo super competitivi da morire, siamo maniaci del controllo perché sappiamo che se ci metti in condizione di farlo, vinceremo. Sei stata una vincitrice per tutta la vita, ami aiutare le persone e, ultimo ma non meno importante, difenderai sempre ciò che è giusto”.

L'ultima parola è spettata a Curtis che ha evidenziato la grandezza dell’ex tennista: “Il contributo di Billie Jean King è il potere. È potere in campo, è potere sulla stampa, potere nella sua difesa pubblica, potere nella sua lotta per la libertà, potere di essere chi è ora”.

Chi è Billie Jean King 

Billie Jean Moffitt, questo il suo vero cognome, è nata il 22 novembre 1943 a Long Beach, cittadina dell'area di Los Angeles, in California, da una famiglia molto cattolica e tradizionalista. Il suo amore per il tennis comincia già in età giovanile, basti pensare che a soli 17 anni vinse il torneo di doppio femminile di Wimbledon in coppia con Karen Hantze Susman. Da lì la sua enorme scalata fino agli oltre 39 tornei del Grande Slam. Ma la donna, oltre ad avere un posto d'onore nel grande tennis per averlo reso uno sport inclusivo, ha cambiato per sempre il mondo dello sport per tutte le donne. 

La sua prima battaglia sociale 

La sua prima battaglia sociale comincia nel 1967 quando, stufa di guadagnare poche centinaia di dollari al mese come insegnante di tennis, decise di iniziare una campagna di comunicazione contro la United States Tennis Association, l'associazione che in quel momento riunisce i giocatori dilettanti. Organizzando una serie di incontri pubblici con la stampa, King conia il termine Shamateurism, da shame, vergogna, per denunciare la scarsità dei salari per le tenniste che non riescono nemmeno a pagarsi l'iscrizione ai tornei. Spalleggiata dalle compagne di squadra, la donna accusa l'associazione di essere corrotta, retrograda e maschilista, dando il via a una protesta che si diffonde pian piano tra molte delle tenniste del periodo. 

Billie Jean King nel 1978 (© Lynn Gilbert)
Billie Jean King nel 1978 (© Lynn Gilbert)

L'opposizione della vecchia guarda al “femminismo dilagante“ 

Questo grande fervore però trova subito l'opposizione della vecchia guardia. In particolare, è Robert Larimore Riggs, detto Bobby, un giocatore dilettante dei primi anni '40, a protestare contro il “femminismo dilagante” nel tennis. Per dimostrare la sua tesi, ovvero che il tennis femminile è troppo inferiore rispetto a quello maschile, decise, nonostante i suoi 55 anni, di sfidare una delle migliori atlete del momento, Margaret Smith Court, convinto di batterla. E fu proprio così, visto che la partita non ebbe storia (6-2; 6-1).

“La battaglia dei sessi”

A quel punto King non poteva starsene con la racchetta in mano. Decise di sfidare Bobby, non solo per sé stessa, ma anche per l'onore di tutte le donne nello sport. Quella partita, andata in scena il 20 settembre 1973, fu soprannominata “la battaglia dei sessi”. Con un netto 6-4 6-3 6-3 King demolisce Riggs, e per la prima volta nella storia, una donna battè un uomo. “Pensavo che, se non avessi vinto la partita, saremmo tornati indietro di 50 anni. (La sconfitta) Avrebbe rovinato il campionato femminile e avrebbe influito sull'autostima di tutte le donne“, dichiarò la donna subito dopo il match.

L’omosessualità

Andando avanti negli anni, arriviamo al 1987 quando l'ex tennista divorzia dal marito Lawrence King e poco dopo, a causa di una controversia legale, viene fuori la sua omosessualità. Quando le notizie sulla sua relazione con l'assistente Marilyn Barnett arrivano sui giornali, la donna conferma, diventando, così, la prima atleta dichiaratamente gay. Anche su questo tema, King è stata una pioniera e, infatti, da quel momento in poi, diventa attivista per i diritti degli omosessuali, si fa portavoce di associazione che sensibilizzano sul tema dell'HIV e dell'educazione sessuale ai più giovani.

Insomma, un modello per tutte le donne, non solo nel tennis. E che questa sua stella sulla Walk of Fame sia soltanto l'ultima tappa di un cammino straordinario. Un cammino fatto di lunghe battaglie che hanno contribuito a rendere più giusto per tutti il mondo dello sport.