"Omofobo? È assurdo, mi dispiace che si dica questo di me, è molto lontano dal mio modo di essere. Si può discutere sul vocabolario da usare. Invece di dire scelte avrei potuto dire orientamento ma è del tutto evidente lo spirito di rispetto delle individualità".
Il ministro dello Sport Andrea Abodi in una intervista alla Stampa interviene sulla vicenda che lo ha portato in questi giorni sulle prime pagine di tutti i giornali. "Si deve a tutti il rispetto per l'identità quindi vorrei mille coming out", aggiunge affermando che Jakub Jankto ha fatto bene a chiarire il suo orientamento, "e spero che ognuno si senta libero.
Mi sono già messo in contatto con la società ma parlerò anche con il ragazzo. Gli dirò che sono felice di quello che ha detto. Se arrivano cento coming out sarà solo positivo, vorrà dire che siamo più civili e aperti. Farò tutto quello che può servire per chiarire la mia posizione su questo argomento".
Eppure la bufera per le sue dichiarazioni in merito al ritorno in Italia del calciatore che lo scorso febbraio aveva fatto coming out non si placano. Il centrocampista, che vanta un passato con le maglie di Ascoli, Udinese e Sampdoria, aveva dichiarato la propria omosessualità e ora è diventato il primo calciatore dichiaratamente gay in serie A.
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Il coming out a febbraio: "Sono gay e non voglio più nascondermi"
Il calciatore era stato scoperto dai dirigenti dell'Udinese, che lo avevano prelevato dallo Slavia Praga portandolo in Italia.
Dopo l'ottimo campionato 2015/16 in prestito all'Ascoli, ha disputato due buonissime stagioni con i friulani, prima di essere acquistato nell'estate 2018 dalla Sampdoria, dove è rimasto tre anni. Poi il passaggio al Getafe e il ritorno in patria allo Sparta Praga.
Ora la nuova avventura in Serie A, precisamente al Cagliari. Di Jankto si è parlato lo scorso febbraio, quando il centrocampista ha annunciato la propria omosessualità, rompendo un tabù nel calcio moderno ancora troppo diffuso: "Sono gay, non voglio più nascondermi. Voglio vivere la mia vita in libertà senza paure, pregiudizi e violenza. Ma con amore".
"Non amo le ostentazioni, ma le scelte individuali vanno rispettate"
"Se devo essere sincero non amo, in generale, le ostentazioni, ma le scelte individuali vanno rispettate per come vengono prese e per quelle che sono", questo il commento del ministro dello sport sul ritorno in Italia del 27enne.
L'ex presidente della Lega di Serie B ha poi aggiunto: "La società probabilmente, in generale, ancora qualche passo in avanti può farlo. Per quanto mi riguarda è prima di tutto una persona e secondo è un atleta. Non faccio differenze di caratteristiche che riguardano la sfera delle scelte personali".
#Abodi: "#Jankto? Non amo le ostentazioni, ma le scelte individuali vanno rispettate"https://t.co/tNta0jXL6j
— Sportface (@sportface2016) July 10, 2023
Il chiarimento del ministro su Twitter
Frasi che hanno subito scatenato la polemica costringendo Abodi a fare marcia indietro con un post su Twitter: "A esser corretti ho risposto dicendo: per me esistono le persone. Ho parlato di rispetto per le scelte e, aggiungo con convinzione e per correttezza, per la natura umana. Rispetto è un valore non equivocabile, da garantire. Poi, posso non condividere alcune espressioni del Pride?".
Rispetto alle ostentazioni che trova fastidiose, Abodi afferma infatti di riferirsi alle parate dell'orgoglio Lgbtq+ e aggiunge, nell'intervista a La Stampa: "Vorrei che si tenessero ben distinti questi due argomenti. Siamo in democrazia. Il Pride deve essere quello che gli organizzatori decidono che sia ma mi auguro di poter esprimere un sentimento nei confronti di certi eccessi estetici. Se gli organizzatori ritengono che questi eccessi possano trovare posto nei Pride mi va bene ma non mi si può togliere la possibilità di dire che alcune ostentazioni sono eccessive, è il mio pensiero".Sulla vicenda è intervenuto Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli che dichiarato: "È incredibile che un atto liberatorio e di grande ispirazione come un coming out di tale portata pubblica venga definito ostentazione da parte di un rappresentante del governo".
E ancora: "Sembra davvero che i membri dell'esecutivo Meloni non perdano occasione per ribadire la loro ostilità ideologica alla pura e semplice esistenza di persone LGBT+. Jankto sfonda un tetto di cristallo dello sport e invece di complimentarsi per questo gesto rivoluzionario ecco Abodi parlare dell'omosessualità come di una 'scelta personale', quasi una moda passeggera".
Poi conclude: "Un messaggio terribile, e contrario ai valori dello sport, per i tanti ragazzi e alle tante ragazze che tuttora evitano di uscire allo scoperto ed essere sé stessi per paura di finire marginalizzati ed esclusi dai propri compagni di squadra".
I commenti del mondo della politica
"È uno dei classici argomenti omofobi, cioè fate pure quello che volete basta che non si veda perché non avete il pieno diritto di cittadinanza: sono affermazioni molto gravi, anzi chi sta nelle istituzioni sarebbe opportuno che agevolasse i coming out, soprattutto nello sport dove c'è un clima di discriminazione", così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"È importante che le istituzioni e la politica non stigmatizzino ma anzi rafforzino e stiano al fianco di chi si dichiara. Quella del ministro Abodi è una affermazione molto grave", prosegue la donna "non c'è nessuna ostentazione nel fatto di dichiarare quello che si è".
Replica Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati: "Parole Abodi? Sono allucinato, il ministro da cittadino non è stato offensivo e dice quello che ritiene, che non era indirizzato a lui (Jankto) ma magari a chi ostenta volendosi mettere in mostra con le proprie caratteristiche, che vanno ovviamente rispettate.
Il ministro Abodi è una persona perbene, corretta, educata e sensibile, non si può misurare l'aggettivo o fare l'interpretazione. Il mondo dello sport è molto aperto, all'interno c'è la società, il ministro non si merita critiche e non deve chiedere scusa a nessuno".