FC St. Pauli in Bundesliga, negli anni ’80 bandì i tifosi di estrema destra dagli spalti

La squadra, con sede nell’omonimo quartiere a luci rosse di Amburgo, è stata promossa dopo tredici anni nella massima serie calcistica tedesca. Ma l’impegno è forte anche fuori dal campo

di MARCO PILI
20 giugno 2024
Il capitano del St. Pauli espone uno striscione in ricordo della Shoah (IG: @fcstpauli)

Il capitano del St. Pauli espone uno striscione in ricordo della Shoah (IG: @fcstpauli)

Antifascismo, uguaglianza, rispetto e solidarietà. Sono questi i valori cardine che la polisportiva St. Pauli, fondata nel 1910 ad Amburgo, detiene e sfoggia in ogni sua iniziativa e in ogni incontro sportivo al quale i suoi tesserati prendono parte. Una presa di posizione che fa breccia in un contesto, quello sportivo, ancora oggi afflitto da episodi di razzismo e di intolleranza nei confronti dei giocatori che decidono di fare coming out, rivelando il loro orientamento sessuale.

In seguito alla fondazione del club, dopo una prima parte di secolo contraddistinta da prestazioni altalenanti e un profondo astio nei confronti delle squadre limitrofe, il club riuscì - a partire dagli anni ’50 - ad inanellare una serie di prestazioni positive che portarono la prima squadra ai massimi livelli del calcio tedesco. Una parabola sportiva presto interrotta che ne contraddistinse il declino, sorprendentemente giunto ad un punto di svolta nel corso degli anni ’80.

La svolta degli anni ‘80

In un contesto, quello tedesco, fucina di fermenti popolari relegati sottotraccia quali, ad esempio, la musica techno, l’FC St. Pauli si fece portavoce della nuova tendenza postmaterialista che stava iniziando a contraddistinguere quelli che furono anni di cambiamento fondamentali per ridisegnare l’identità europea.

Il club, mediante un’operazione di rebranding e lo spostamento dello stadio nel quartiere a luci rosse situato vicino al porto di Amburgo, riuscì a inserirsi a pieno nella vita notturna della città, popolata non solo da chi aveva voglia di far festa ma anche da chi decideva di mettere in gioco pensieri, sogni e ideali. Da quel momento, il St. Pauli è diventato un centro di aggregazione sociale, più che una società calcistica. Assieme ad una raccolta fondi per evitarne il fallimento finanziario, la società diramò nuove linee guida: sì alla partecipazione dei tifosi all’amministrazione del club, no a discriminazione, intolleranza e odio, ma soprattutto vietato l’ingresso sugli spalti e nei luoghi sociali ai tifosi di estrema destra.

Un valore, quest’ultimo, talmente lapidario da trovare spazio sulle tribune stesse del club, le quali sono diventate - nel corso degli anni - una vera e propria tela sulla quale dipingere a caratteri cubitali quelli che sono i valori fondanti del club. Kein fussball den faschisten, “Niente calcio per i fascisti”, così come Kein mensch ist illegal, “Nessun essere umano è illegale”, sono solo alcune delle scritte che troneggiano nello stadio che fa dell’uguaglianza e del rispetto i suoi valori cardine.

Kein fussball den faschisten, niente calcio per i fascisti (IG: @fcstpauli)
Kein fussball den faschisten, niente calcio per i fascisti (IG: @fcstpauli)

Il sostegno alla comunità Lgbt

La squadra, fin dalla prima istituzione del Pride di Amburgo, partecipa alla parata con un proprio camion, al fine di dimostrare il proprio sostegno alla comunità Lgbt. Ma non è l’unico gesto tangibile che viene attuato per mostrare a chiunque varchi la soglia del Millerntor Stadion quelli che sono i valori fondanti della società. Dalle bandierine del calcio d’angolo trasformate in bandierine arcobaleno alle divise del club multicolore in occasione del mese del Pride, fino ad arrivare ad iniziative volte all’uguaglianza di genere e alla parità tra uomini e donne, senza discriminare in funzione del genere o dell’orientamento sessuale, il club si fa sempre più promotore di messaggi di uguaglianza e rispetto. 

Il sostegno ai profughi siriani, l’avversione alle guerre e la lotta agli estremismi

Un altro valore cardine del club è l’avversione nei confronti di ogni tipo di conflitto, nonché agli estremismi che spesso li originano. Inoltre, nel suo piccolo, la società ha deciso di rimboccarsi le maniche e, nel momento di maggior gravità della crisi migratoria siriana, ha aperto le porte del proprio stadio a chi aveva necessità di trascorrere la notte al coperto. Allo stesso modo, il presidente della polisportiva Oke Göttlich si è nettamente schierato contro Afd, il partito di ultradestra tedesca che, alle ultime elezioni europee, ha conquistato il 15.9% dei voti. 

Ma quello di Göttlich non è mai stato un sostegno unicamente verbale. Come riporta Sky Sport, la società - da lui diretta - non si è fatta remore, in passato, nell'espellere dall'organigramma Cenk Sakih, giocatore di origini turche che, tramite un post sui principali canali social, aveva apertamente supportato l'iniziativa del presidente turco Erdogan di inasprire la lotta militare contro la popolazione curda. 

Analogamente, lo stesso Göttlich ha presieduto anche quest'anno la Lauf gegen Rechts mitgelaufen, "Marcia contro la destra", una maratona benefica tenutasi il 26 maggio che ha coinvolto oltre 5000 persone per convogliare un unico messaggio: no al ritorno del fascismo sotto ogni sua forma, tanto meno quella istituzionalizzata.

Allianz Arena, spunta la rainbow flag (www.fcbayern.com)
Allianz Arena, spunta la rainbow flag (www.fcbayern.com)

FC Bayern Monaco, il messaggio tramite l’Allianz Arena

Ma, in Germania, il St. Pauli non è certo l’unica squadra a non aver dimenticato gli orrori del passato, promuovendo messaggi di uguaglianza, tolleranza e rispetto. Emblematico è il caso del Bayern Monaco, società mattatrice della Bundeliga con 33 campionati nazionali e 6 Champions League nel proprio palmarès che, a più riprese, ha ben deciso - di comune accordo con la municipalità - di illuminare l’esterno del proprio stadio, famoso in tutto il mondo per la sua architettura, con i colori dell’arcobaleno. Un messaggio chiaro, che rende il panorama calcistico tedesco uno dei più attivi nel testimoniare la propria vicinanza ai valori di tolleranza e rispetto che ognuno di noi dovrebbe fare propri.