E già partito il countdown, e non potrebbe essere altrimenti visto che mancano soltanto due giorni all'inizio (il 14 giugno) degli Europei di calcio in Germania. In attesa del calcio di inizio, però, sono scattate le polemiche di chi associa l’ambito professionistico all'omofobia. Non proprio discussioni comuni, ma che si rinnovano in queste grandi occasioni che sono vetrina di rivendicazioni e battaglie che con il calcio, in apparenza, avrebbero poco a che vedere. Questa volta a criticare pesantemente il sistema è la segretario di Stato tedesco alla Cultura, Claudia Roth.
“Sogno un futuro in cui il fattore decisivo sia la qualità, non il genere”
Alla rivista Bunte, la politica ha dichiarato: "Viviamo nell'era del matrimonio per tutti, è giunto il momento del coming out, oggi nessuno verrebbe fischiato. Si sarebbe dovuto fare già molto tempo fa. Sembra che il calcio e la Chiesa cattolica siano gli ultimi baluardi dell'omofobia nel nostro Paese".
Poi ha aggiunto: “Se undici giocatori di squadre diverse rendessero pubblica la loro omosessualità, sarebbe un atto storico e potrebbero diventare noti come gli undici della liberazione". Roth ha anche spiegato che i calciatori potrebbero imparare dalle loro controparti femminili, che ha definito come “esemplari” per aver normalizzato le relazioni omosessuali tra loro. Ma ha anche criticato l'esistenza di cliché sul calcio femminile: “Se una ragazza gioca a calcio, deve essere lesbica, lo si dice ancora troppo spesso. E se un ragazzo gioca a calcio, allora gli piacciono le ragazze. Questo non ha senso”. “Sogno un futuro in cui il fattore decisivo sia la qualità e non il genere. Siamo ancora lontani da questo obiettivo”, conclude la 69enne.
Il problema dell'omofobia nel calcio in Germania
Bisogna però anche ricordare che in Germania, a differenza ad esempio dell'Italia dove il calciatore del Cagliari Jakub Jankto è stato il primo giocatore in attività a dichiarare la propria omosessualità, nessun calciatore professionista si è dichiarato apertamente gay. Soltanto l'ex nazionale Thomas Hitzlsperger ha rseo nota la sua omosessualità, ma solo a carriera finita.
Insomma un problema, quello dell'omofobia nel Paese tedesco, da non sottovalutare. E i dati testimoniano come Roth avesse ragione. Secondo un recente sondaggio dell'istituto di ricerca YouGov, il 46% delle persone interessate al calcio in Germania ritiene ancora quest'ultima nel una piaga seria per lo sport professionistico.
I colori dell'arcobaleno sull'Allianz Arena
Intanto gli organizzatori del campionato continentale hanno annunciato che lo stadio di calcio della città di Monaco, l’Allianz Arena, che ospiterà le partite di Euro 2024, sarà illuminato con i colori dell'arcobaleno il 22 e 23 giugno, per celebrare il fine settimana del Pride in città.
Ma c'è un precedente che non sorride a questa iniziativa. Il colore della copertura esterna dello stadio di casa del Bayern Monaco fu uno dei principali argomenti di contesa tre anni fa durante il Campionato Europeo del 2021 svoltosi in tutto il continente. La Uefa infatti, respinse la richiesta della città di illuminare l'arena con i colori dell'arcobaleno per la partita del terzo girone contro l'Ungheria. All'origine di essa c'era una protesta contro una legge approvata in Ungheria che, secondo i critici, limitava il diritto dei giovani di accedere alle informazioni sull'omosessualità e sulla transessualità. La Uefa a suo tempo giustificò la decisione affermando che le proteste politiche non erano consentite durante i suoi eventi.
Chissà che questa volta la partita, salvo ripensamenti, non la possa vincere la comunità Lgbtq+ e chi la sostiene nelle sua battaglie. Sarebbe un bel "gol" contro l'omofobia e un bel modo per celebrare l'Europeo in Germania.