Scandalo nella ginnastica ritmica italiana: la pedana trema, tra indagini e voci discordanti

Dopo le denunce di Corradini, Basta e Galtarossa arriva il commissariamento dell'Accademia di Desio. La capitana Maurelli difende la disciplina: "Non così subdola"

di GIOVANNI PIEROZZI
4 novembre 2022
L'azzurra Maurelli "resto a Desio,la ritmica non si spegnerà"

L'azzurra Maurelli "resto a Desio,la ritmica non si spegnerà"

Continua lo scandalo che coinvolge il mondo della ginnastica ritmica in Italia. L'Accademia internazionale di Desio, in Lombardia, è stata commissariata infatti secondo delibera del presidente di Federginnastica Gherardo Tecchi. Questo vuol dire che da ora in poi sarà presente un gestore esterno nell'attività amministrativa dell'Accademia. Il commissario sarà il vicepresidente vicario della federazione, Valter Peroni. In base alla delibera, Tecchi ha disposto che presso la struttura, inaugurata nel 2018, una volta alla settimana venga svolta una verifica da parte di un ufficiale di servizio che ascolti le ginnaste per eventuali episodi 'anomali'. Sono stati stanziati anche 120 mila euro per il progetto di salvaguardia degli atleti. La decisione di del numero uno della Federginnastica è arrivata l'indomani dell'incontro con il ministro dello Sport e dei Giovani, Andrea Abodi, e con il presidente del Coni, Giovanni Malagò.

Le denunce delle atlete

Tutto nasce dalle dichiarazioni terrificanti di Nina Corradini, 19 anni, e Anna Basta, 22, ormai ex ginnaste plurimedagliate con la nazionale delle Farfalle,  che ha la sua sede a Desio, in Brianza. Le giovanissime atlete si sono sfogate denunciando abusi psicologici ricevuti dall'entourage azzurro della ritmica, oltre che digiuni forzati, pressioni costanti sul peso da mantenere e offese di ogni tipo. L'ultima ad essere uscita allo scoperto è stata un'altra componente delle Farfalle, Giulia Galtarossa, che ha dichiarato: "Dovevo spogliarmi davanti a tutti, ero chiamata maialina".

Anna Basta, ex ginnasta che denuncia gli abusi psicologici subiti

La replica di Maurelli: "Non è una disciplina così disumana"

Ma è un errore fare di tutta l'erba un fascio. Lo dimostrano le recenti dichiarazioni di Alessia Maurelli, 26 anni, aviere capo del Centro Sportivo Aeronautica Militare, e una delle ginnaste più titolate in attività: nel suo palmares oltre 100 medaglie conquistate, tra le quali sei titoli mondiali, tre europei e un bronzo Olimpico. Dopo Rio 2016 è diventata il capitano delle Farfalle. in un'intervista all'Ansa la campionessa respinge le recenti accuse piovute sulla ritmica, sottolineando che "non è una disciplina così disumana e subdola. Non lo deve essere. E lo posso affermare con piena consapevolezza. In quanto ginnasta veterana all'interno delle Farfalle, ma soprattutto da donna e sportiva particolarmente attenta a questi temi, non posso rimanere indifferente a tutto ciò". Alessia non nega la veridicità delle denunce: "Leggendo le vostre dolorose testimonianze voglio esprimere la mia vicinanza a tutte voi, accomunate dalla mia stessa passione, che avete e state soffrendo. Tutto ciò mi ha fatto riflettere sul mio percorso, e mi reputo molto fortunata di essere cresciuta in un ambiente sano, a Ferrara, in una società nella quale sono stata educata alla disciplina, al rigore e al rispetto del mio corpo. Mi rendo conto però che questa dovrebbe essere la normalità. Questa forma mentale si dovrebbe radicare fin dall'inizio nelle famiglie, dove crescono e si formano le giovani campionesse del futuro - prosegue -. Il rispetto fra allenatore e atleta deve essere sempre presente, senza impedire di raggiungere il proprio sogno, senza distorcere la realtà e senza nascondere lo spirito di sacrificio necessario per raggiungere i vertici, ma in modo corretto e sano". L'azzurra però aggiunge che può riportare "soltanto il mio vissuto personale: si tratta di un'esperienza legata principalmente alla Nazionale. Per poter competere ed eccellere nelle competizioni mondiali è necessario molto lavoro ed è fondamentale la cura dei dettagli. Vale per noi Farfalle ma vale per qualsiasi disciplina". "Noi non siamo compagne di squadra, siamo quasi sorelle - continua parlando delle altre atlete azzurre -. Condividiamo la vita 24h su 24. C'è un rapporto di complicità ed amicizia profonda che ci lega. In questi giorni abbiamo molto parlato, ci siamo interrogate e confrontate. Personalmente la mia inquietudine è rappresentata dal dispiacere: mi dispiace che nessuna di noi sia stata in grado di capire fino in fondo il malessere di alcune mie ex compagne di squadra. Sono sicura che grazie alle indagini verrà fatta chiarezza, e mi auguro che si possa prendere spunto per migliorare e lavorare su ciò che non ha funzionato. Lo si deve all'amore di uno sport troppo bello per spegnersi".

Il sostegno dei "colleghi" sportivi

Michela Castoldi, consigliere federale Fgi, difende le ragazze vittime delle umiliazioni

"Abbiamo letto i racconti di alcune ex atlete della ginnastica ritmica, Nina, Anna e Giulia, di cui ammiriamo il coraggio. Come rappresentanti degli atleti nel consiglio federale della Federginnastica, seguiamo con attenzione la vicenda: noi siamo schierati, senza se e senza ma, al fianco delle atlete, sempre". Queste le parole di Michela Castoldi e Paolo Principi, consiglieri federali della Fgi e atleti di ginnastica aerobica e artistica. Piena solidarietà e supporto quindi da tutto il mondo della ginnastica. Oltre alle denunce delle tre giovanissime, al sostituto procuratore di Brescia, Alessio Bernardi, è arrivato un altro esposto, quello di una madre di due giovani ginnaste, anche loro, sembra, vittime di vessazioni e abusi psicologici. Il fascicolo per adesso è a carico di ignoti. A Desio, intanto, ci si continua ad allenare, ma la vicenda di certo non finisce qui.