Valentina Petrillo, prima donna trans nelle gare femminili di atletica leggera alle Paralimpiadi

La 50enne napoletana, ipovedente a causa di una malattia, è la ‘donna delle prime volte’. Ha vinto due medaglie di bronzo ai mondiali 2023 nei 200 e 400m categoria T12

di Redazione Luce!
6 agosto 2024
Valentina Petrillo (Facebook)

Valentina Petrillo (Facebook)

Valentina Petrillo sarà la prima atleta trans a partecipare alle Paralimpiadi di Parigi 2024. La partenopea, gareggerà nella classe T12 gruppo Visually impaired, nella categoria femminile dell’atletica leggera. È la donna delle prime volte: specializzata nei 200 e 400m, tornerà a vestire i colori della nazionale dopo aver vinto due medaglie di bronzo ai mondiali palralimpici che si sono svolto proprio nella capitale francese un anno fa e dopo essere stata la prima donna transgender ad indossarli nel 2021, quando ha corso per la prima volta ai campionati europei in una gara femminile. La sua storia è raccontata in un documentario intitolato “5 nanomoli-Il sogno olimpico di una donna trans”, prodotto dalla Ethnos Film in collaborazione con l'associazione Gruppo Trans.

Una bellissima conquista per la cinquantenne, colpita dalla sindrome di Stargardt (che l’ha resa ipovedente) quando aveva 14 anni. Proprio la malattia che l’ha costretta ad abbandonare la sua grande passione, quello sport che aveva iniziato a praticare sin da piccola, sognandosi già con la maglia azzurra dopo aver visto in tv la vittoria di Pietro Mennea a Mosca 1980, che per lei fu un vero e proprio colpo di fulmine. Messo da parte l’amore per la corsa ma non quello per l’attività sportiva, Petrillo poco dopo aver terminato gli studi a Bologna entra a fare parte della Nazionale italiana di calcio a 5 per ciechi. “Ero un bravissimo portiere”, ricorda oggi con un pizzico di nostalgia.

Cresce, Valentina, come maschio, genere che le era stata assegnato alla nascita, pur sentendo dentro di sé che quel corpo non è il suo, è diverso da come lo immagina, da come vorrebbe che fosse: ma negli anni Ottanta, Novanta, la consapevolezza di cosa voglia dire sentirsi difformi dal proprio genere, di cosa sia la disforia, è ancora lontana dall’essere sdoganata, ci sono tanti, troppi pregiudizi legati ancora all’omosessualità, figuriamoci all’essere transgender (o, come si diceva fino a poco tempo fa, transessuale).

Valentina Petrillo
Valentina Petrillo è specializzata nelle distanze veloci della corsa (Facebook)

Petrillo quindi si sforza di conformarsi allo standard, provando a mettere a tacere quel disagio che sente dentro di sé, senza tradire il genere assegnatole alla nascita. “Il genere mi ha rovinato. Nascere maschio mi ha creato problemi e sui documenti sono ancora uomo contro la mia volontà”, ci raccontava nell’autunno del 2021, dopo l’affossamento del DDL Zan. Ora le cose per lei sono cambiate, in meglio, mentre la società sembra andare in direzione opposta, mentre una classe politica si interroga su cosa una pugile algerina intersex – ammessa secondo i criteri del Cio ai Giochi olimpici di Tokyo 2020 e poi di Parigi 2024 – abbia sotto i boxer perché dovrà combattere contro un’atleta italiana.

Solo a 41 anni Petrillo decide di di riprendere a correre, di tornare a quella passione sopita per troppo tempo, e vince 11 titoli nazionali nella categoria maschile di atletica leggera paralimpica. Nel tentativo ancora di adeguarsi alle aspettative sociali, si sposa e fa un figlio. La bugia verso se stessa, quasi una violenza auto inflittasi è troppo grande. I tempi sono ormai maturi e nel 2019 fa coming out come trans, inizia a farsi chiamare Valentina e intraprende un percorso di affermazione di genere grazie al supporto dell'associazione Gruppo Trans APS.

Passa del tempo, a causa della terapia ormonale e delle regole della federazione di atletica internazionale, che le negavano una categoria in cui correre, Valentina rimane per un lungo periodo lontana dalla pista. Ma quando si presenta ai campionati italiani paralimpici di atletica leggera dell'11 settembre 2020 a Rieti fa il suo esordio nelle gare femminili, diventando la donna over 40 più veloce d’Italia. È poi la prima donna trans a vestire la maglia della Nazionale, partecipando ai campionati Europei paralimpici 2021 e piazzandosi al classificandosi al quinto posto nel 400m T13.

Nel frattempo il Cio ha aggiornato le regole per l’ammissione delle atlete transgender alle competizioni, prevedendo una maggiore inclusione ed eliminando “il concetto di ‘controllo dei livelli di testosterone’, lasciando spazio alle federazioni per disciplinare ogni situazione. C’è un decalogo in cui al punto cinque si parla della ‘non presunzione di vantaggio’”, ci spiegava ancora nell’intervista di tre anni fa, ricordando che le nuove misure sarebbero entrate in vigore dopo le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Pechino 2022.

Petrillo corre, libera di essere finalmente sé stessa, le cambiano categoria (da T13 a T12) ma continua a macinare successi, tanto che arrivano le due medaglie di bronzo agli scorsi Mondiali di Parigi, una sorta di consacrazione anche a livello internazionale. Ora il sogno che si corona, con la partecipazione ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024, un’altra prima volta.

Valentina Petrillo
Petrillo ha vinto due medaglie di bronzo ai Mondiali Paralimpici di Parigi 2023 (Instagram)

Ma sappiamo quanto anche questi ‘primati’ non legati alle prestazioni sportive possano pesare, possano creare aspettative o, ancora più spesso, pregiudizi, motivi di attacco, di discriminazione. Valentina Petrillo tre anni fa disse a Luce!: “Io voglio diventare invisibile. Ma la mia visibilità di oggi sta servendo tanto. E chissà, un giorno forse sarò talmente tanto donna che nessuno si accorgerà della differenza”. Quel giorno deve ancora arrivare, purtroppo, ma noi facciamo il tifo per lei!