Giovani, magre, etero: chi ha deciso che le donne devono essere rappresentate così?

Nei media e nella comunicazione, l’immagine della donna è ancora prigioniera di stereotipi limitanti: ma chi resta fuori da questa rappresentazione? La banca immagini Fotonica vuole sfidare questa estetica ristretta

di DOMENICO GUARINO
7 marzo 2025
Immagine di Meriodoc

Immagine di Meriodoc

Di cosa parliamo quando parliamo di donne? O meglio: a quale immagine si fa corrispondere, nella comunicazione e nell'informazione, il termine “donna”? Cercando su Google immagini si incontrano centinaia di foto uguali, ovvero donne sorridenti, quasi mai sopra i 40 anni, rigorosamente magre, presumibilmente eterosessuali.

Il Diversity Media Report

Se prendiamo come riferimento le notizie del 2024 in Italia, se il 12,7% faceva in qualche modo riferimento al genere o all’identità di genere e più del 50% di queste erano riferite a persone di sesso femminile, solo nel 3,4% dei casi si parlava di donne in relazione ad arte, cultura o sport. Mentre quasi del tutto inesistenti erano i riferimenti a donne trans (0,1%) e lesbiche (0,1%). Per lo più le immagini di donne vanno nell'ambito della cronaca nera: in più di un caso su tre si tratta infatti di donne che hanno subito violenza. Infine, nel 5,6% dei casi le donne sono nominate in quanto in quanto “mogli di” (2,9%) o madri (2,7%).

I dati che derivano dal Diversity Media Report realizzato da Fondazione Diversity, dimostrano dunque che, anche a livello visivo, la rappresentazione delle donne tende ad essere molto riduttiva e stereotipata. La donna è madre, moglie o vittima di violenza. È solitamente giovane, cisgender, magra e normodotata. È chiaro che con un siffatto immaginario, venir fuori dai pregiudizi rimane una strada quanto mai difficile. E come è noto, se una cosa non viene rappresentata è come se non esistesse. Con tutto quello che ne consegue.

La donna è solo giovane, cisgender, magra e normodotata

A contare poi non è solo la casistica, quanto anche il modo in cui si descrivono visivamente le donne all'interno delle notizie di cui sono protagoniste o oggetto. Si pensi ai casi di violenza: le immagini che accompagnano la narrazione sono spesso vittimizzanti, ovvero donne all’angolo, occhi neri e bocche tappate. Le donne grasse esistono nell'immaginario solo in relazione alle diete, mentre scompaiono quando si parla di lavoro, sport o relazioni. Le donne trans sembrano esistere solo in relazione al loro essere trans, e vengono spesso feticizzate. Quelle disabili solo in relazione alla loro disabilità, mai come studentesse universitarie , lavoratrici, sportive.

La banca immagini Fotonica

Per combattere questo tipo di reinterpretazione ed agire sul cambiamento dell'immaginario, in occasione della giornata internazionale per i diritti delle donne, la banca immagini Fotonica,  banca immagini indipendente e non stereotipata, nata dall’esperienza ventennale di Comunicattive nella comunicazione di genere, presenta la sua alternativa: una collezione di foto e illustrazioni non stereotipate, per restituire a questa parola la complessità che rappresenta.

“Occupandoci di comunicazione di genere da oltre vent’anni - racconta Elisa Coco di Comunicattive - ci scontriamo quotidianamente con la difficoltà di trovare immagini non stereotipate. Abbiamo creato Fotonica proprio per rispondere a questa esigenza, che pensiamo sia condivisa da chiunque lavori nella comunicazione. La rete di relazioni e alleanze che abbiamo costruito nel tempo ci ha permesso di immaginare un’alternativa alla rappresentazione uniforme tuttora dominante, attraverso una pluralità di sguardi che partono dalle comunità marginalizzate e dalle nostre autonarrazioni. Usare immagini senza stereotipi non significa inventarsi una realtà ideale, ma ridare complessità, pluralità e autenticità alla rappresentazione del mondo. La collezione donne ne è un esempio: foto e illustrazioni danno spazio a soggettività, età e corporeità diverse. Come per tutte le collezioni, usiamo la nostra esperienza per proporre delle linee guida per la comunicazione senza stereotipi, e facciamo divulgazione per una rappresentazione visiva plurale e consapevole”.

Opera senza titolo
Immagine di Chiaralascura

Fotonica vuole creare un’alternativa sostenibile grazie a una community di creator (sono già 130 le persone che hanno aderito) aperta e in continua espansione. Le immagini di Fotonica hanno un costo che va dai 100 ai 250 euro (a seconda della licenza e del formato), determinato dalla volontà di valorizzare il lavoro di chi crea da zero un’immagine senza stereotipi, a cui Fotonica riconosce una percentuale più alta della media delle banche immagini esistenti.