Aborto, la lettera di Luciana Littizzetto al senatore Gasparri: "Non toccare la 194"

La comica: "Questa legge non è né mia, tua, di destra né di sinistra, è di tutte le donne"

di BARBARA BERTI -
24 ottobre 2022
Luciana Littizzetto e la lettera sulla legge 194 indirizzata al senatore Gasparri (un frame della trasmissione "Che Tempo che fa")

Luciana Littizzetto e la lettera sulla legge 194 indirizzata al senatore Gasparri (un frame della trasmissione "Che Tempo che fa")

“Lo dirò forte e chiaro: la 194 non si deve toccare. La 194 non è mia, tua, né di destra né di sinistra, la legge 194 è di tutte le donne”. E' un passaggio della lettera che Luciana Littizzetto, dallo studio di “Che tempo che fa” – durante la puntata di domenica 23 ottobre, giorno in cui entra in carica il nuovo governo di Giorgia Meloni -, invia al senatore Maurizio Gasparri sul tema della legge 194 e dell’aborto.
Il pensiero della Littizzetto (Instagram)

Il pensiero della Littizzetto (Instagram)

La missiva della comica è praticamente la risposta alla proposta di legge che il senatore azzurro ha presentato (prima della formazione del governo) per riconoscere la capacità giuridica del concepito. “Ovvero a modificare l'art. 1 del codice civile anteponendo, di fatto, i diritti del nascituro a quelli delle donne che decidono di portare avanti un'interruzione di gravidanza”, per dirlo con le parole di Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali Italiani e Vittoria Loffi, coordinatrice della campagna Libera di Abortire, che dal 2021 riunisce numerose realtà per difendere e migliorare la legge 194.
 
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  “So di non starti simpatica, è inutile che ci giriamo intorno, non ci siamo mai presi. La nostra è una lunga storia di non amore. Prima che il governo nascesse, hai già iniziato il Gasparri show. Hai depositato un disegno di legge sul riconoscimento della capacità giuridica del concepito che prevede la modifica dell'articolo 1 del codice civile. La Meloni due cose aveva detto in campagna elettorale: che l'Italia stava con l'Ucraina e che la 194 non si toccava” recita la lettera della Littizzetto. E prosegue: “La legge 194 è quella che garantisce l’aborto, e sottolineo non invita a farlo. E’ una legge del 1978, nata da un referendum, ma se inizi a modificarla e svuotarla perde il suo significato. Dare i diritti al feto significa che sia il medico che la donna potrebbero essere accusati di omicidio. È una picconata a un diritto che tante lotte e tante pene è costato alle donne".
Luciana Littizzetto e la lettera sulla legge 194 indirizzata al senatore Gasparri (un frame della trasmissione "Che Tempo che fa")

Luciana Littizzetto e la lettera sulla legge 194 indirizzata al senatore Gasparri (un frame della trasmissione "Che Tempo che fa")

La comica si rivolge direttamente al senatore: "Caro Maurizio che sei maschietto, come fai a sapere meglio di una donna cosa è bene o non è bene fare? È come se un pipistrello volesse insegnare ad un delfino a nuotare. O un cavallo spiegasse a un’anatra come fare per volare". E fa una serie di esempi: "Come posso sapere io come si sente una donna violentata che porta in grembo il frutto di quello strazio? Come posso sapere io come si sente una donna alla quale il medico ha detto che il bambino che sta crescendo dentro di lei dovrà vivere una vita intera di sofferenza? Come posso sapere io come si sente una ragazzetta di 15 anni che cercava amore e si è ritrovata mamma per errore? Come posso sapere io come si sente una donna sola, senza soldi, magari con altri figli che già non riesce a sfamare. E come posso sapere io come si sentono un sacco di altre donne che scelgono di non essere mamme per chissà quali motivi". La Littizzetto, poi, ricorda che “la 194 è una legge che allarga i diritti e non li restringe. Che non toglie nulla a chi l’aborto non lo vuol fare e concede la possibilità a chi invece non vede altra strada. Chi siamo noi per giudicare? Non lo so, ma una cosa la so Gaspy. Che basta un attimo per tornare indietro di anni e ricominciare con i ferri da calza”. A questo punto, l’appello finale: “Quindi lo dirò forte e chiaro: la 194 non si deve toccare, perché la 194 non è mia, non è tua, non è di destra, non è di sinistra. La 194 è di tutte le donne. Grazie mille Gaspy per avermi ascoltato, spero che questo sia solo il primo giorno di mille giorni di te e di me. Sempre tua, Lucianina”.