Lo scontro sul tema dell'
aborto divide l'Italia. A Roma è scattato questa mattina il blitz del movimento femminista
Non Una di Meno sotto il
ministero della Famiglia, in via Quattro novembre a Roma. Le attiviste hanno ribadito che l'interruzione volontaria di gravidanza è un
diritto ma che in Italia è messa seriamente a rischio.
La manifestazione di Non una di Meno a Roma
"
La genitorialità è una scelta l'aborto è un diritto", si legge nell'enorme striscione tenuto tra le mani dalle manifestanti davanti al dicastero. E, apposta sul muro, spicca invece una targa in cartoncino con scritto "ministero della Famiglia Patriarcale".
"Il ministero della Famiglia Patrarcale" si legge nella targa affissa dalle attiviste di Non Una di Meno
Le donne di
Non Una di Meno si sono scagliate in particolare contro la ministra Eugenia Roccella, accusandola di essere la portavoce delle "
donne bianche. Considerate solo come un utero. Ma solo le donne bianche possono procreare come l'utero della Nazione". Le attiviste hanno poi scandito i dati che dimostrano quanto questo diritto, sancito dalla
legge 194/78, sia a rischio nel nostro Paese: "
L'obiezione di coscienza è sempre più alta, con picchi nelle regioni governate da Fratelli d'Italia dell'80 per cento. E nella provincia delle
Marche ormai siamo al 100%. L'aborto in Italia non è più accessibile ed è colpa diretta di questo governo e delle
associazioni pro vita", ripetono le manifestanti, che ribadiscono anche la paura che la pratica venga negata maggiormente anche in Lazio, dove è da poco approdata una giunta "a guida FdI". "Siamo enormemente preoccupate per cosa significherà questo per la nostra vita". Non una di Meno ha quindi dato l'appuntamento al
corteo nazionale indetto per il
6 maggio ad Ancona, al motto "interruzione volontaria del patriarcato".
Mario Adinolfi rinuncia alla presentazione del
Dopo il duro botta e risposta tra
Mario Adinolfi, che avrebbe dovuto presentare il suo libro "
Contro l'aborto - con le 17 regole per essere felici" oggi, 21 aprile, a Bologna e i vertici dem della città che avevano invece annunciato la loro disapprovazione, promettendo anzi proteste al Baraccano, il leader del Popolo della Famiglia ha rinunciato all'evento.
Mario Adinolfi rinuncia alla presentazione del suo libro "Contro l'aborto-con le 17 regole per essere felici", in programma a Bologna
L'annuncio nella serata di giovedì: "Ho chiesto agli amici del Popolo della Famiglia di Bologna di
cancellare la presentazione del mio libro prevista per domani sera in città. Dopo le
contestazioni che mi hanno accompagnato in ogni città italiana[...], dopo le dichiarazioni della sezione marchigiana della Federazione anarchica italiana, dopo le parole irresponsabili di esponenti del Pd e dello stesso sindaco di Bologna, riprese dai media, mi è stato fatto capire che la data nel capoluogo emiliano avrebbe esposto non tanto me quanto
le famiglie che sarebbero venute a seguire la presentazione ad un oggettivo rischio di subire violenza fisica", fa sapere Adinolfi. "Congratulazioni al sindaco Lepore, alla segretaria del Pd, al deputato Pd e a chi ha dichiarato in queste ore che avrebbe
organizzato il caos - ha sottolineato ancora il leader del Popolo della Famiglia - affinché fosse chiaro
il 'non benvenuto' a Bologna. A pochi giorni dal 25 aprile si tappa la bocca a uno scrittore, minacciandolo, saldando realtà che un Adinolfi lo hanno già gambizzato con settori della sinistra istituzional, che anche recentemente hanno mostrato sensibilità estrema verso quel fuoco, assai meno verso il diritto alla libertà d'espressione.
I vertici istituzionali di Bologna avevano espresso la loro disapprovazione nei confronti della presentazione del libro di Mario Adinolfi e Non Una di Meno aveva annunciato una manifestazione di protesta (Facebook/Lisa Capasso)
Bravo sindaco Lepore – prosegue Adinolfi – usando anarchici e parole gravi hai vinto, lo scrittore sgradito a Bologna non verrà. Ma quando tra qualche giorno farete la predica per il 25 aprile, guardatevi allo specchio per l'ipocrisia che incarnate e ricordatevi che
i veri fascisti siete voi, non chi voleva venire a Bologna a parlare di difesa della vita, della maternità, dell'essere umano più indifeso che è il bambino nascituro", ha concluso il politico e giornalista.
Consigliere Fdi di Bologna: "Aborto fase di sbandamento"
"La
scelta libera delle donne non dovrebbe
limitare l'obiezione dei medici obiettori", cioè quelli che rifiutano di praticare l'interruzione volontaria di gravidanza. Circostanza in cui la donna, "alla luce delle sue criticità caratteriali ed emotive" e in un momento di "
spaesamento e sbandamento", dev'essere affiancata da qualcuno "più lucido ed esperto". Queste le tesi di
Fabio Brinati, consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Bologna che affronta l'argomento prendendo spunto proprio dalle polemiche sulla presentazione del libro di Adinolfi. "Penso che ci debba essere da parte del mondo femminista un maggior rispetto per la cultura, il credo e le scelte degli altri", spiega.
Secondo il consigliere di FdI bolognese la donna che sceglie l'aborto si trova in una fase "di spaesamento e sbandamento"
Questo "non toglie che si debba difendere la legge 194 ma nella sua interezza e che si debba supportare anche la prima parte della stessa, come detto da tempo dalla nostra leader ora primo ministro Giorgia Meloni, per rendere quella libertà di cui parla il mondo femminista più forte e concreta". L'autodeterminazione di una scelta di questo tipo "deve essere supportata in primis da un sistema socio sanitario che metta realmente la donna nelle condizioni di essere veramente libera di scegliere senza condizionamenti di alcun tipo – continua in una nota – non solo da parte di terzi ed esterni, ma da parte di quei condizionamenti e fragilità economiche e non ultime di tipo psicologico che potrebbero portare la donna a pentirsi, più avanti, della scelta fatta in un momento molto particolare della sua vita". Bisogna "tutelare e sviluppare" quella prima parte della norma "per aiutare la realizzazione piena della legge a
tutela della donna[...]". Questo vuol dire che la donna "deve essere aiutata e supportata prima di compiere questo importante atto da chi, più lucido ed esperto - scrive Brinati - può essere messo accanto a lei in un ambiente dedicato, in un momento di spaesamento e sbandamento come quello di cui stiamo parlando". Perché "Spesso ci si dimentica delle difficoltà di queste donne dopo la scelta dell'aborto". Questa, chiosa il consigliere comunale bolognese, "è la reale forza di una legge completa che qualcuno vuole vedere solo in parte".