Aborto sicuro e libero: non una concessione ma un diritto

La Giornata internazionale del 28 settembre è l’appuntamento annuale per fare il punto sulla situazione in Italia, tra minacce alla libertà delle donne di autodeterminarsi e tentativi di imporre politiche provita e anti-abortiste

28 settembre 2024
Giornata internazionale dell'aborto sicuro

Giornata internazionale dell'aborto sicuro

Che cosa vuol dire aborto libero e sicuro in Italia? Oggi se ne celebra la giornata internazionale, ma ad occhio e croce nel nostro Paese c’è ben poco da celebrare. Il diritto garantito dalla legge 194 è costantemente messo sotto attacco da politiche che, pur nei limiti della legalità, puntano a minare le basi della libertà delle donne ad autodeterminarsi, a scegliere sul proprio corpo. 

Abortire è un diritto, non una concessione

Il 28 settembre è la Giornata internazionale, e sui giornali e il web, sui social, nelle piazze, si torna a gridare e a manifestare per la tutela di questo diritto, per garantire l’accesso alla procedura per tutte le persone (non solo donne ma in generale chi ha l’utero e quindi la possibilità di concepire) il più ampio possibile, senza pressioni di alcun genere da parte di chi non è favorevole (e invece aprono le stanze dell’ascolto negli ospedali per far ‘ricredere’ chi vuole abortire e si invitano i Pro Vita nei consultori), gratuito e assolutamente sicuro perché effettuato con i mezzi e le modalità corrette, decise sul singolo caso della paziente. 

Il 28 settembre è la Giornata internazionale dell’aborto sicuro ma il governo è in ritardo di sette mesi sulla pubblicazione dei dati aggiornati sull’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) nel nostro Paese. La legge stabilisce infatti che “entro il mese di febbraio” il Ministero della Salute deve presentare al Parlamento una relazione sull’attuazione della 194. Una mancanza che dimostra ancora una volta quanto per l’attuale esecutivo i diritti riproduttivi non siano una priorità, ma forse addirittura un peso.

La campagna “My Voice My Choice”

Da Berlino a Roma, a Praga e a La Valletta, oltre mille volontarie e volontari si sono uniti nella più grande raccolta firme in Europa (in presenza, tra il 16 e il 28 settembre), a favore dei diritti riproduttivi. La campagna My Voice My Choice, di cui l’Associazione Luca Coscioni è stata promotrice in Italia in vista della Giornata Internazionale per l’Aborto Sicuro di oggi, ha infatti l’obiettivo è quello di raggiungere un milione di firme per chiedere alla Commissione Europea e ai nuovi membri dell’Europarlamento di proteggere i diritti all’aborto in Ue. 

My Voice My Choice
LA campagna "My Voice My Choice"

Con un'ondata di sostegno senza precedenti, l’iniziativa, promossa da oltre 200 organizzazioni internazionali (di cui 30 in Italia) è diventata la più rapida petizione alle Istituzioni Europee nella storia. Con oltre 580.000 adesioni raccolte da aprile, ha superato le soglie minime di firme in ben 10 Stati membri.

“Sono oltre 80 gli eventi organizzati in Italia in sole 2 settimane – è un risultato importante per il diritto all'autodeterminazione individuale, verso la creazione di una coalizione internazionale per un'Europa dei diritti e delle libertà, in alternativa all'Europa ‘Dio, Patria e Famiglia’ che alcuni vorrebbero imporre”, dice Marco Cappato dell’Associazione Coscioni. 

La campagna "My Voice My Choice" si concentra sul rafforzamento dei diritti riproduttivi in tutta l'Unione Europea: lo scopo principale è quello di istituire un meccanismo di finanziamento specifico, dedicato a garantire a tutte le donne e le persone dell'UE l'accesso ai servizi di aborto e all'assistenza sanitaria riproduttiva, anche nei Paesi in cui l'aborto non è disponibile, come in Polonia e a Malta, e in cui non è gratuito, come in Austria e in Germania, nonché nei Paesi in cui l'aborto è legale ma non facilmente accessibile, come ad esempio in Croazia e in Italia.

Il 75% degli italiani favorevoli all’aborto

Manifestazione di Nonunadimeno per l'aborto
Manifestazione di Nonunadimeno per l'aborto

Da una recente indagine effettuata da SWG per l’Associazione Luca Coscioni, emerge che il 75% del campione intervistato è favorevole all’aborto. Di questo, la quasi totalità (il 90%) ritiene che la legge attualmente in vigore sia da migliorare. In particolare, il 55% considera importante garantire l’accesso alla interruzione volontaria di gravidanza (IVG) farmacologica, permettendo l’autosomministrazione del secondo farmaco, il misoprostolo, a domicilio, come avviene nel resto del mondo, evitando dunque il ricovero.

Dall’indagine emerge poi come solo il 25% degli italiani non ritiene l’aborto un diritto a livello nazionale (il 36% tra chi vota FDI, 29% Lega, 26% Forza Italia). La legge ultraquarantennale per la maggior parte degli italiani è da modificare: solo per il 12% in senso più restrittivo, per il 69% in modo migliorativo (nonostante i principali partiti di maggioranza e opposizione siano contrari a modificare la legge) in termini di accesso alla interruzione volontaria di gravidanza e tutela al diritto all’autodeterminazione e alla salute (62% FDI, 61% Lega e FI).