Cecilia Sala in carcere a Teheran, Calabresi: “Le ragazze iraniane sono la sua passione”

Il direttore e co-fondatore di Chora Media elogia il lavoro svolto dalla giornalista romana, “Straordinariamente coraggiosa e abituata ad andare sul campo”

di Redazione Luce!
27 dicembre 2024
Mario Calabresi commenta la detenzione dei Cecilia Sala in Iran

Mario Calabresi commenta la detenzione dei Cecilia Sala in Iran

Le ragioni ufficiali della detenzione sono ignote. Si sa solo che è stata arrestata in Iran il 19 dicembre scorso, mentre faceva il suo lavoro. Un lavoro che sa fare bene, andando sul campo anche e soprattutto all’estero, nei contesti difficili e nei punti caldi del Pianeta, raccogliendo notizie, storie, racconti veri di persone a cui poi dà voce attraverso i suoi articoli e nelle puntata del podcast, per rendere davvero l’informazione alla portata del pubblico generalista. 

Cecilia Sala è una giornalista straordinariamente coraggiosa, che da due anni cura il podcast ‘Stories’ per Chora News, il più seguito ogni giorno in Italia” evidenzia il direttore e co-fondatore dell’emittente, Mario Calabresi –. È abituata ad andare sul campo: non è una freelance, ma è regolarmente assunta da Chora, viaggia con tutte le tutele ed è entrata in Iran in accordo con le autorità, in modo regolare e trasparente. È una giornalista italiana che è stata arrestata mentre stava facendo il suo lavoro. Al momento non è stata formalizzata alcuna accusa”.

“Cecilia – ricorda il giornalista – è stata in Ucraina, per molte settimane al fronte, ma anche in Sudan, e poi in Iran, che è la sua passione. Anzi, le ragazze iraniane e il loro coraggio sono la sua passione: ci teneva a tornare lì, a parlare con tante amiche di cui ha raccontato le storie nel libro ‘L'incendio’, che ha scritto per Mondadori. Voleva dare voce a queste ragazze che non mettono più il velo, sognano una vita diversa, cercano la loro libertà".

Cecilia Sala, sottolinea ancora Calabresi, "ha ottenuto un regolare visto per otto giorni e ha cominciato a fare le sue interviste. Tre puntate del podcast sono già uscite e aveva materiale per realizzarne altre. Giovedì era al suo ultimo giorno, sarebbe ritornata in Italia venerdì. Nel primo pomeriggio, quando ci aspettavamo che mandasse la puntata, non è accaduto nulla e il suo telefono è rimasto muto. Fino alla mattina dopo non abbiamo saputo niente: abbiamo verificato che non aveva preso l'aereo di rientro e non aveva neanche fatto il check in”.

Il direttore di Chora spiega quindi che insieme alla famiglia di Sala e con il compagno della reporter, il giornalista del Post Daniele Raineri, “abbiamo avvisato l'unità di crisi della Farnesina. È stata allertata l'ambasciata che ha mandato una persona all'aeroporto, ma di Cecilia non c'era traccia. Nella tarda mattinata di venerdì le è stato permesso di fare una breve telefonata alla madre, ma leggeva evidentemente un foglio con le poche frasi che poteva dire: quando la madre ha provato a chiederle dove fosse o perché fosse stata arrestata, si è limitata a ripetere 'non posso'. Da quel momento abbiamo tenuto tutti i giorni i contatti con la Farnesina e Palazzo Chigi, mantenendo il patto del silenzio con la speranza che potesse permettere una liberazione più veloce di Cecilia. Oggi la Farnesina ha ufficializzato l'arresto perché si è resa conto che la notizia non si poteva più tenere".

Da otto giorni nel carcere di Evin, "ieri Cecilia ha avuto la possibilità di una seconda telefonata e ha chiamato i genitori e il compagno", mentre oggi "ha potuto finalmente ricevere la visita dell'ambasciatrice che le ha portato vestiti, cibo, libri che speriamo le facciano avere. È in cella di isolamento, la situazione è molto angosciante", conclude Calabresi.