Caso Pelicot, il calvario della figlia Caroline Darian: “Mio padre dovrebbe morire in prigione”

In un'intervista alla Bbc, la figlia di Gisèle Pelicot ha raccontato gli ultimi 4 anni della sua vita. La donna è convinta di aver subito sottomissione chimica e violenza sessuale da parte del genitore, condannato a 20 anni per gli stupri organizzati online con altri 50 uomini ai danni della moglie

di CHIARA CARAVELLI
11 gennaio 2025
Caroline Darian, figlia di Gisele e Dominique Pelicot (Photo by Sylvain THOMAS / AFP)

Caroline Darian, figlia di Gisele e Dominique Pelicot (Photo by Sylvain THOMAS / AFP)

Dovrebbe morire in prigione. È un uomo pericoloso”. Caroline Darian, oggi 46enne, ha parlato così di suo padre, Dominique Pelicot, in un’intervista rilasciata alla Bbc. L’uomo è stato condannato alla fine dello scorso anno a 20 anni di carcere per aver fatto violentare e abusare sessualmente, dopo averle somministrato dei farmaci che la rendevano incosciente, la moglie Gisèle.

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La 72enne ha subito abusi da oltre 50 uomini per dieci anni. Durante l’intervista, Darian ha raccontato, non senza fatica, come ha saputo degli abusi, il calvario della madre, il timore di esserne stata vittima lei stessa, il cammino di rinascita delle due donne, chiamando il padre semplicemente ‘Dominique’.

La sua vita è cambiata un lunedì sera di cinque anni fa, a novembre del 2020: “Mia madre – le sue parole – mi disse di avere scoperto che Dominique la drogava da circa 10 anni in modo che uomini diversi potessero violentarla. In quel momento, ho perso quella che era una vita normale. Ricordo che ho urlato, ho pianto, l'ho persino insultato. È stato come un terremoto. Uno tsunami”. Insieme a Dominique Pelicot, sono finiti a processo circa cinquanta uomini reclutati online.

Il processo ha portato alla ribalta non solo il tema degli abusi, ma anche quello della sottomissione chimica, un aspetto sul quale Caroline Darian ha deciso di sensibilizzare soprattutto i giovani, anche perché la maggior parte delle vittime non ha alcun ricordo delle aggressioni e potrebbe non rendersi nemmeno conto di essere stata drogata. La quarantaseienne ha parlato anche della sua convinzione di aver subito abusi come la madre, nonostante il padre in aula abbia negato: “Non ci sono prove – dice – di quanto mi ha fatto, anche se so che sono una vittima. Questa situazione è comune a quante persone? Non vengono credute perché non ci sono prove, non vengono ascoltate o supportate”.

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Frenchwoman Gisele Pelicot, the victim of an alleged mass rape orchestrated by her then-husband Dominique Pelicot at their home in the southern French town of Mazan, arrives with her lawyers to attend the verdict in the trial for Dominique Pelicot and 50 co-accused, at the courthouse in Avignon, France, December 19, 2024. REUTERS/Alexandre Dimou

“Mia madre – continua – è riuscita a gestire il trauma legato alle aggressioni che lei ha subìto ma non riesce a credere che lui possa aver fatto una cosa simile anche a me. Per una mamma è difficile accettare tutte queste cose in una volta sola. Mia mamma ha gestito tutto il caso giudiziario con grandissima dignità: sapevamo di aver attraversato qualcosa di incredibile e orribile, ma dovevamo tirarne fuori qualcosa di buono”. Darian ha spiegato anche come oggi, quando pensa al suo passato, non ricorda il padre che pensava di avere: “Vedo solo il criminale che è. So di avere il suo dna e il motivo per cui mi impegno tanto è anche perché voglio prendere le distanze da questa persona. Sono molto diversa da Dominique. Lui non è malato, sapeva perfettamente cosa faceva”.

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Gisèle, invece, è esausta per il processo ma piano piano sta riprendendo. “Cerco di prendere forza da mio marito – ha concluso la figlia – dai miei fratelli e dal mio bambino di 10 anni. Quello che è successo mi ha reso la persona che sono oggi. Sono stata distrutta dalla notizia di quanto aveva fatto mio padre, è vero, ma oggi cerco di guardare avanti, così come mi insegna mia madre”.