Cecilia Sala ha “violato la legge della Repubblica islamica”. Amnesty: “Chiedono scambio”

La giornalista italiana è detenuta a Teheran, nel carcere di Evin, dal 19 dicembre ma fino ad oggi non era stata formalizzata alcuna accusa nei suoi confronti. Noury: “È da considerarsi un ‘rapimento’”. L’iniziativa per capodanno #FreeCecilia

di Redazione Luce!
30 dicembre 2024

Dopo undici giorni l’Iran conferma l'arresto della giornalista italiana, Cecilia Sala, con l’accusa di aver violato le leggi della Repubblica islamica. Fermata dalla polizia mentre si trovava a Teheran con un visto di lavoro, da allora la 29enne romana si trova in una cella di isolamento nel famigerato carcere di Evin, noto alle cronache internazionali per essere luogo di prigionia dei dissidenti politici e dei detenuti stranieri, per le sue pessime condizioni igieniche e per i terribili racconti di chi è riuscito ad uscirne vivo o viva. 

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Lei per ora sta fisicamente bene, come ha assicurato ai familiari e al compagno Daniele Raineri, nelle due brevi telefonate che le sono state concesse, e all’ambasciatrice italiana Amadei che ha potuto farle visita per circa mezz’ora venerdì scorso. “Cerca di essere forte”, ha detto quest’ultima. Intanto l’attenzione del governo italiano e delle forze diplomatiche è massima, come l’impegno condiviso per riportare al più presto la reporter a casa.

Ma veniamo quindi alle tanto attese accuse del governo italiano contro Sala: finora le cause erano ignote e le ipotesi le più disparate, anche se gli esperti si erano concentrati soprattutto sull’arresto a fine di riscatto, in un intrigo geopolitico che prevede la liberazione di prigionieri iraniani in cambio di quella di personalità occidentali fermate nel Paese. Ora il dipartimento generale dei Media Esteri del ministero della Cultura e dell'orientamento islamico dell'Iran ha confermato in una nota l'arresto di Cecilia Sala con la generica accusa di aver violato la legge della Repubblica Islamica, senza dare ulteriori dettagli su cosa riguardino queste violazioni. Lo scrive l'agenzia Irna. 

L’accusa contro Cecilia Sala: “Violata la legge islamica”

“La cittadina italiana è arrivata in Iran il 13 dicembre con un visto giornalistico ed è stata arrestata il 19 per aver violato la legge della Repubblica islamica dell'Iran. Il suo caso è sotto inchiesta. L'arresto è stato eseguito secondo la normativa vigente e l'ambasciata italiana è stata informata. Le è stato garantito l'accesso consolare ed il contatto telefonico con la famiglia”. 

Stando alla nota riportata dall’agenzia “La politica del ministero è sempre stata quella di accogliere le visite e le attività legali dei giornalisti stranieri, aumentare il numero di media stranieri nel Paese e preservare i loro diritti legali", prosegue il comunicato. "È stato aperto un fascicolo sulla cittadina italiana Cecilia Sala, e sono attualmente in corso le indagini. Il suo arresto è avvenuto in base alla normativa vigente. Saranno forniti ulteriori dettagli se la magistratura lo riterrà necessario”, ha aggiunto.

Amnesty: “Si può considerare rapimento”

La formalizzazione dell’accusa, seppur molto vaga, contro la reporter del Foglio e di Chora Media, secondo il portavoce di Amnesty Italia rientra in un disegno già visto in passato. “L'Iran ha una ‘lunga tradizione’ di fermi di cittadini stranieri o con doppio passaporto per scambi con iraniani detenuti in altri Paesi e il caso della reporter italiana Cecilia Sala, arrestata a Teheran il 19 dicembre scorso, è da considerarsi un ‘rapimento’”, sottolinea Riccardo Noury, spiegando che la vaghezza delle accuse alla giornalista italiana riferite alla violazione delle leggi islamiche senza ulteriori precisazioni, "è un segnale che è stata arrestata per fare uno scambio”.

“Dalla postura di chi ha intervistato, alle regole sul velo o alla propaganda contro il regime, avrebbero detto subito quali sono i reati di cui è accusata", commenta Noury. “C'è una lunga tradizione" di questi casi, conclude, ricordando gli episodi che recentemente hanno riguardato anche un belga e due svedesi.

#FreeCecilia. “Liberate Cecilia Sala”

Infine, approfittando anche del Capodanno e dell’arrivo del 2025, con le conseguenti celebrazioni, il Coordinamento Stage & Indies, che rappresenta la filiera delle piccole realtà musicali italiane indipendenti ed emergenti, chiede alla musica di attivarsi per la scarcerazione della giornalista Cecilia Sala. "Oltre ai numerosi attestati di solidarietà e ai tanti appelli per la sua liberazione che stanno pervenendo da ogni parte - scrivono in una nota - chiediamo agli organizzatori e agli artisti impegnati su tutti i palchi di Capodanno del nostro paese di fare un appello dal palco insieme al pubblico a favore della liberazione immediata di Cecilia Sala a favore di un'informazione libera".